Reddito Base Universale senza ISEE: rivoluzione in arrivo!

Il reddito base universale senza ISEE sarà uno strumento contro la povertà, e potrebbe davvero fare la differenza per tutti coloro che sono in difficoltà!

Reddito di base universale senza ISEE!

Questa è la formula con cui dovrebbe arrivare questo strumento economico contro la povertà. In tempi di Covid, caro carburante e inflazione al 6%, come segnalato dall’ISTAT nell’ultimo report, molte famiglie non riescono assolutamente ad arrivare alla fine del mese senza qualche aiuto.

Infatti negli ultimi mesi le domande dell’Assegno Unico e del Reddito di Cittadinanza sono esplose, ma questo sta creando anche continui problemi a livello burocratico e amministrativo, per via della pletora di richieste inoltrate.

Perciò uno strumento come il Reddito di Base Universale potrebbe fare la differenza, perché non richiederebbe continuamente l’inoltro di una nuova domanda presso enti assistenziali o fiscali, come già previsto per Assegno ed RDC. E nemmeno il dover compilare e consegnare l’attestazione ISEE in corso di validità.

Si tratterebbe di uno soldi in più a fine mese, e per davvero. Anche se ogni Stato membro dell’Unione Europea dovrà valutare l’attendibilità della misura rispetto alle proprie casse erariali e pubbliche.

Per saperne di più ti suggerisco l’ultimo video di Mr Lul lepaghediale, disponibile su Youtube e sul suo canale.

Ovviamente le tempistiche non saranno imminenti, visto che, come strumento, sarà di competenza dell’Unione Europea. In particolare della Commissione, una volta conclusa la raccolta firme.

In questo articolo faremo il punto della situazione, e vedremo in cosa consisterà questo reddito di base.

In che consiste il reddito di Base universale?

Il Reddito di Base Universale è una misura che potrebbe fare la differenza, ma solo se ci sarà la forza politica ed economica per sostenere un’impresa del genere.

Si parla addirittura di un Reddito di Base senza ISEE, cioè senza dover presentare alcun’attestazione riguardante il proprio reddito, così come l’eventuale intestazione o proprietà di beni immobiliari o mobiliari.

Attualmente nessuno strumento assistenziale prevede l’assenza dell’indicatore della propria situazione economica equivalente, dato che è proprio con quest’ultimo che si può avere una certezza minima sul fatto che il richiedente sia davvero in condizioni economiche gravose.

Se vogliamo essere precisi, l’Assegno Unico Universale è quello più vicino alla formula “senza ISEE”, perché il richiedente può presentare domanda senza disporre di un ISEE in corso di validità. Da una parte avrebbe la sicurezza dell’accoglimento della domanda, ma dall’altro avrebbe la certezza che più dell’assegno minimo non potrà ricevere, cioè 50 euro al mese per ogni figlio a carico.

Sarebbe quindi il primo trattamento che non solo non prevede un discrimine reddituale per l’accesso, ma che è rivolto addirittura a tutti i cittadini italiani ed europei.

Come funziona il reddito di base Universale? E perché senza ISEE?

Nel caso in cui l’Unione Europea dovesse introdurre il Reddito di Base Universale, è probabile che l’unico discrimine che verrà disposto sarà quello relativo alla propria cittadinanza.

Si prevede infatti che gli unici che potranno beneficiarlo saranno coloro che hanno la cittadinanza italiana o comunitaria.

Non sembra verranno imposti ulteriori vincoli, come l’obbligo di residenza continuativa, lo stato civile, la propria posizione fiscale ed economica denunciata agli enti adibiti, o l’essere in stato di occupazione o di disoccupazione.

Sono tutti requisiti che invece sono già disponibili nel Reddito di Cittadinanza, per esempio. Anche questo è una specie di Reddito di Base, ma richiede, oltre all’indicatore, anche la propria situazione immobiliare e anagrafica, così da calcolare al meglio l’importo mensile dell’assegno.

Anche l’RDC è nato per contrastare la povertà, anzi per “abolirla”, per usare le parole dell’allora Ministro del Lavoro Luigi di Maio (sotto Governo Conte I), ma non era Universale, dato che era solo per chi aveva, solo a livello reddituale, meno di 9.360 euro di ISEE, cioè la soglia di povertà assoluta.

Quando arriva il Reddito di Base Universale senza ISEE? Ecco le ultime

Il Reddito di Base Universale sarebbe dovuto partire già da tempo, vista l’attuale situazione economica, tra Covid, Guerra in Ucraina, caro bollette e carburante.

Purtroppo questa misura dovrà prima passare al Parlamento Europeo, in particolare alla Commissione, che dovrà valutare l’attendibilità dello strumento sia in termini sociali, sia in termini economici.

Al momento l’iter di questa proposta è alla prima fase, con una petizione online disponibile sul seguente sito. Raggiunto un numero considerevole di firme, si potrà avere già qualche ulteriore novità dopo il 25 giugno, giorno di scadenza della raccolta.

Ovviamente, anche se venisse accolta la raccolta firme, il Parlamento potrà richiedere un referendum europeo per vedere se effettivamente c’è l’interesse popolare ad una misura del genere.

Da lì in poi, in caso di esito positivo, la palla andrà direttamente alla Commissione, e dovrà valutare tutto, costi compresi.

Reddito di Base Universale: ma quanto è il reddito minimo previsto?

Il Reddito di Base Universale si propone come un assegno mensile per tutti coloro che hanno come unico requisito la cittadinanza italiana o comunitaria, cioè di cittadino di un paese membro dell’Unione Europea.

Si parla quindi di una specie di Reddito di Cittadinanza totale, senza vincoli reddituali e senza ulteriori discrimini fiscali o economici.

Si parla quindi di una platea mastodontica, mai calcolata per uno strumento assistenziale.

E qui giustamente bisogna fare le dovute valutazioni: sarà capace l’Unione Europea di provvedere alle spese per la copertura del Reddito di Base senza ISEE?

Perché, a conti fatti, si parla di una platea di 447 milioni di abitanti, di cui l’80% di soggetti over 25. Supponendo che venga data come soglia di povertà assoluta totale la cifra di 6.000 euro annui, si parlerebbe di garantire ogni anno centinaia di miliardi di euro, se non migliaia. 

E attualmente la maggior spesa, nella stragrande maggioranza dei paesi europei, è quella previdenziale. Solo in Italia si parla di una copertura del 16-17% sul PIL nazionale, cioè oltre 300 miliardi di euro. E per una platea di 18 milioni di italiani.

Con il Reddito, mettendolo in rapporto a tutto il PIL riunito dell’Unione Europea, si parlerebbe di una copertura del 10-15% annuo. Ma per ogni paese si parlerebbe anche di molto di più.

Reddito di Base Universale 2022 come nuovo Reddito di Emergenza?

Davanti ad un costo del genere bisognerà valutare non tanto gli importi, quanto la sua necessità.

Attualmente ve n’è necessità, tra Covid, caro bollette e carburante e l’inflazione che, solo in Italia, ha già superato il 6% (e che non sembra voglia rallentare). Però, al di fuori di questi casi, avrebbe senso erogarlo?

Come ricorda Achiropita Cicala, il Reddito di Base Universale sarebbe concorde con quanto disposto dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, istituita a Nizza il 7 dicembre 2020, che pone l’accento sulla questione rispetto e tutela della dignità umana.

Ma da un punto di vista pragmatico si parlerebbe di uno strumento che, almeno per le casse dello Stato, sarebbe più utile da erogare in caso di emergenza. Come appunto il famoso Reddito di Emergenza.

Quest’ultimo è stato molto utile durante le prime fasi della pandemia, tra il 2020 e il 2021. Ora non è più erogato, dal momento che l’ultima rata disponibile è quella di novembre 2021.

C’è qualcosa di simile per tutti coloro che hanno diritto alle misure di supporto del Decreto Sostegni Ter, ma non ha nulla a che vedere col precedente REM.

Anche perché non si parla proprio di soldi in contanti, ma di agevolazioni fiscali e di crediti d’imposta. Cioè meno tasse su quei settori.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
765FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate