Reddito di cittadinanza bloccato o sospeso? Ecco perchè

Molti percettori di reddito di cittadinanza si chiedono il perchè l'importo della ricarica mensile spesso cambia di volta in volta. Altri invece hanno il beneficio del reddito in sospeso e si chiedono la motivazione. Spesso non basta aggiornare l'ISEE per continuare a ricevere i pagamenti. Analizziamo tutte le circostanze che potrebbero far diminuire o aumentare la cifra prevista all'atto dell'accoglimento della domanda. Le variazioni possono avere differenti cause ed essere temporanee, ma anche definitive. Occorre sempre darne comunicazione all'Inps per evitare problemi. Partendo da piccole cifre che possono essere decurtate per vari motivi fino ad arrivare ad un blocco temporaneo o alla revoca definitiva.

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Reddito di cittadinanza: l'importo può variare mensilmente a causa di varie condizioni, ma può anche rimanere in sospeso in attesa di un aggiornamento dei dati. Quali sono le principali variazioni da comunicare tempestivamente per non incorrere in ulteriori problemi?

Ci sono regole molto importanti da conoscere per i beneficiari che spesso si ritrovano improvvisamente senza accredito o con un importo più basso rispetto a quello che aspettavano. 

Il reddito di cittadinanza è un sussidio per la povertà, un reddito di base, e per questo è abbastanza stabile. Cioè da quando viene accettata la richiesta automaticamente si acquisisce il diritto per legge a ricevere 18 mensilità.

Ma i soldi che vengono ricaricati sono strettamente legati ai dati reddituali e familiari che sono stati dichiarati in sede di domanda. Così come anche al numero dei componenti della famiglia. E anche legato al fatto che ci si trovi temporaneamente senza lavoro o svolgendo una attività a basso guadagno che non permette di arrivare al minimo per affrontare le spese per il sostentamento della famiglia.

In sostanza il reddito viene erogato grazie all'Isee, e ai dati che vengono spesso autocertificati. Ma come sappiamo ci sono molte altre variabili economiche che possono cambiare anche nel breve periodo.

Ed ogni singolo cambiamento sensibile che riguardi i redditi può far scattare il ricalcolo o la perdita del beneficio stesso. 

Ecco quando scatta l'obbligo di effettuare una comunicazione all'Inps per continuare a risultare in regola

Reddito di cittadinanza: quando cambia l'ISEE 

La prima cosa da tenere in considerazione quando si richiede e quando si usufruisce del sussidio del reddito di cittadinanza è l'ISEE. Ovviamente non solo rispettare la scadenza per il rinnovo ma tenere conto anche delle possibili variazioni che possono intervenire successivamente

Per quanto riguarda la scadenza, per tutti la data è il 31 dicembre. Si presuppone infatti che i percettori del reddito di cittadinanza, o chi intende richiederlo per la prima volta rinnovino tutti il certificato entro il 31 gennaio

Questo per confermare che i requisiti che danno diritto al beneficio siano ancora tutti entro i limiti. Obbligatorio quindi per non perdere le ricariche. Tra febbraio e marzo sono stati moltissimi quelli che si sono visti sospendere i pagamenti in attesa dell'elaborazione delle nuove dichiarazioni DSU.

Perchè basta qualche giorno di ritardo per far scattare un più ampio periodo entro il quale l'INPS attesta i nuovi redditi. Infatti a chi lo aveva fatto entro la scadenza era stata garantita regolarmente la ricarica di febbraio. Ma chi invece aveva posticipato, ha dovuto attendere altri 30 giorni per ricevere il primo pagamento.

Molti non hanno ricevuto gli arretrati nemmeno a marzo perchè hanno tardato a rinnovare l'ISEE. Probabilmente se questo è stato fatto a fine febbraio l'istituto ha fatto slittare tutto ad aprile.  

Per quanto riguarda l'ISEE, bisogna includere anche quanti abbiano sfruttato la possibilità di presentare quello corrente.  Facendo scattare un ricalcolo per aumentare il sussidio. Anche in questo caso i problemi di ritardo sono stati molti. Perchè l'Inps ha tempo anche fino a due mesi prima di prendere in considerazione una variazione del reddito.

Dal momento in cui viene registrato l'ISEE corrente però si può iniziare a beneficiare del nuovo importo. In questo caso non retroattivo, cioè non sono previsti arretrati ma solo l'adeguamento della ricarica

Ogni cambiamento che riguarda il reddito o il nucleo familiare, va sempre comunicato entro due mesi

Reddito di cittadinanza: cosa fare se aumentano i redditi 

Ma cosa succede quando l'ISEE cambia in maniera sostanziale durante il periodo di fruizione del RDC? Occorre darne tempestiva comunicazione. Per non perdere il sussidio infatti bisogna presentare sempre ogni singolo aggiornamento che riguardi i redditi o i componenti del nucleo.

Questo infatti se fatto per tempo può comportare a seconda dei casi la semplice variazione dell'importo.  Se invece si omette la comunicazione si viene sospesi e può anche decadere il beneficio

Il fatto che l'ISEE ordinario si riferisca al 2019 non mette al riparo dalle variazioni che sono avvenute più di recente. Nel caso il cambiamento sia stato in negativo, ad esempio perdita del lavoro o di altri sussidi,  come sappiamo la soluzione è Isee corrente.

Ma nel caso invece il reddito sia nel frattempo aumentato? La situazione diventa più pericolosa. Non solo si può riceve una sanzione ma si può anche rischiare una denuncia e dover restituire gli importi che sono stati erogati quando invece la soglia Isee superava il limite consentito. 

Dunque nel caso intervengano variazioni in aumento della situazione economica,  occorre sempre darne comunicazione. Il silenzio prolungato viene interpretato al pari di una omissione o dichiarazione falsa. Quindi attenzione ad inviare sempre la comunicazione correttamente entro i tempi previsti.  

Variazione redditi Reddito di cittadinanza: quando inviare il modello SR181 

Qualsiasi variazione, di reddito,  per attività lavorativa, o cambiamenti del nucleo familiare o del patrimonio immobiliare va comunicata all'INPS tramite modello SR181.

"Le predette comunicazioni avvengono mediante il modello “Rdc/Pdc-Com Esteso” (modulo “SR181”), che deve essere trasmesso all’INPS entro 30 giorni dall’evento, ove non diversamente specificato, pena la decadenza dal beneficio."

La più frequente condizione da comunicare in genere è una nuova attività lavorativa mentre si è beneficiari di reddito di cittadinanza. Questa ovviamente più riguarda il lavoro di tipo dipendente o autonomo.

L'importante è che il percettore con il modello comunichi il nuovo reddito presunto che andrà a cumulare quello precedentemente dichiarato. Sempre quando la nuova attività o l'assunzione avviene nel periodo più recente che non è stato preso in considerazione con l'Isee 2021.

Deve essere presentato il modello con la relativa comunicazione anche quando uno dei componenti del nucleo familiare viene ricoverato in un istituto di lunga degenza o viene detenuto in carcere. Così come all'uscita dalle suddette strutture dopo un periodo di detenzione. 

Nel caso di lavoro come previsto anche dalla nuovissima legge emanata dal Governo Draghi, anche grazie al nuovo comitato tecnico per la valutazione del reddito di cittadinanza, non si perde più il sussidio ma si sospende.

Se il contratto è temporaneo e a tempo determinato c'è la possibilità di interrompere il reddito per i mesi durante i quali si lavora. Riprendendo poi a beneficiare del sussidio quando si perde il lavoro.

In questo caso è bene specificare che entro un certo limite, il reddito è anche cumulabile con la Naspi. Quindi è anche possibile integrare la disoccupazione che spetta dopo la fine del lavoro con la ripresa delle ricariche del reddito di cittadinanza. La somma ovviamente verrà rimodulata in base al nuovo reddito che si avrà grazie anche all'indennità Naspi erogata dall'Inps.

Se il lavoro è occasionale e temporaneo e si percepiscono piccole somme, può essere anche cumulabile con il reddito. Quindi è importante comunicarlo per permettere sempre all'Istituto di previdenza di ricalcolare l'ammontare del beneficio

Infine il modello SR 181 va inviato all'Inps anche quando la variazione sia relativa al patrimonio immobiliare della famiglia. In quel caso quando si superano i limiti per legge fissati a 30.000 euro esclusa la prima casa di proprietà il beneficio del reddito decade. Per non incorrere in sanzioni e restituzioni,  occorre farlo presente entro 15 giorni.

 

Vincite al gioco: i limiti per non perdere il reddito di cittadinanza

Anche le vincite le donazioni e le somme percepite a titolo di eredità concorrono all'innalzamento della soglia dei redditi e potrebbero far scattare la diminuzione o la revoca del reddito di cittadinanza

Se il titolare risulta incassare somme superiori a 6.000 euro, a titolo di vincita, queste andranno indicate nell'Isee. E se la variazione risulta più recente e supera il totale di 10.000 euro si perde il diritto al reddito di cittadinanza

Qui bisogna fare attenzione anche alle modalità di incasso e gioco. Se il soggetto acquista i giochi come gratta e vinci e lotterie nei punti vendita fisici pagando in contanti e vince somme di piccolo importo che possono essere erogate direttamente dal gestore, difficilmente si può controllare il nominativo di chi riscuote.

Molto diverso invece il discorso quando si è titolari di un conto gioco online. Infatti in questi casi i siti che sono regolamentati dal monopolio prevedono l'obbligatorietà di iscrizione previa registrazione dei dati personali compresa la copia di un documento.

Fondamentale anche per riscuotere eventuali vincite anche di piccoli importi. In questo caso quindi è molto difficile sfuggire ai controlli del fisco in quanto il conto gioco sarà registrato a nome del beneficiario. Se invece a seguito di controlli si scopre che il percettore del reddito di cittadinanza ha usato un documento falso o un prestanome può scattare direttamente la denuncia penale

Il limite massimo di vincite va calcolato senza detrarre dal totale le somme spese per giocare. Dunque si tratta di importo lordo.

Premesso anche che con la carta del reddito non è possibile pagare biglietti delle lotterie o altri giochi che prevedono delle vincite in denaro. Le variazioni di questo tipo vanno sempre comunicate all'Inps per non rischiare revoche definitive e sanzioni.

Reddito di cittadinanza: la decurtazione mensile

Oltre ai casi di incremento dei redditi che possono far scattare l'abbassamento della ricarica ci sono mensilmente anche le decurtazioni previste dalla legge.

Il titolare del reddito di cittadinanza è obbligato a spendere tutta la cifra erogata mensilmente. Non possono essere accumulate somme superiori agli 8 euro.

Quando questo non avviene l'Inps interviene con la decurtazione mensile pari al 20% della cifra non spesa. Quindi la ricarica successiva sarà inevitabilmente inferiore. 

Oltre a quello mensile c'è anche  il taglio semestrale. Il primo è stato effettuato con la ricarica di febbraio. Viene calcolata la differenza tra tutte le ricariche e i saldi residui di fine mese. Gli importi non spesi vengono sottratti dalla ricarica di febbraio e di luglio e possono comportare anche l'azzeramento della ricarica stessa

Per chi non avesse ricevuto la ricarica di febbraio ed è ancora in attesa dell'arretrato, il taglio sarà comunque effettuato, quando ci fossero somme non spese da considerare, alla prima ricarica utile. 

Dunque chi ancora deve ricevere la prima mensilità dopo il rinnovo dell'Isee, dovrà aspettarsi anche la decurtazione nel caso non abbia utilizzato interamente il reddito nei 6 mesi precedenti

Reddito di cittadinanza, tagli all'importo: come controllare 

Ogni mese è possibile andare a verificare sulla propria domanda Inps quale sia l'importo in arrivo che verrà ricaricato nella carta del Rdc. A partire dal giorno 15 per le nuove domande e dal giorno 27 in genere per chi è entro le 18 mensilità dopo la prima.

Se tutti i simboli sono verdi ovviamente significa che i requisiti sono ancora nei limiti per la fruizione del sussidio. Andando a cliccare sul valore dell'importo quindi si può anche controllare se ci siano somme decurtate e le motivazioni

Se invece ci sono problemi, in qualche caso risulterà "in evidenza alla sede" significa che l'Inps deve ancora effettuare dei controlli prima di riprendere ad erogare i pagamenti quindi il reddito è solamente sospeso.

Questo può avvenire per diverse cause e può risolversi con la ripresa dei pagamenti una volta analizzato il problema.  Oppure anche far decadere il diritto a beneficiare del sussidio.

Va detto che nella maggior parte dei casi il problema è riferibile al fatto che c'è una difformità nell'ISEE o che questo non è stato presentato nelle tempistiche previste.

In ogni caso è possibile controllare cliccando sul simbolo del requisito che risulta in evidenza. Apparirà la motivazione che ha spinto l'istituto a bloccare le ricariche. In alternativa per avere maggiori spiegazioni si può anche contattare la sede di competenza e prendere un appuntamento con un funzionario Inps.

Controlli e revoca del reddito di cittadinanza

Quando si perde il reddito di cittadinanza e perchè? C'è da dire che la macchina dei nuovi controlli è a pieno regime e sta funzionando. Il nuovo meccanismo incrociato dei dati in possesso dell' Inps - enti locali- e guardia di finanza sta permettendo sempre di più di stanare i furbetti che hanno dichiarato il falso e chi lavora in nero

Ma inevitabilmente sta colpendo anche chi in buona fede ha dimenticato di aggiornare la propria situazione in seguito a variazioni o ingenuamente commesso altri errori che possono portare ad una perdita del diritto

Quindi è bene ricordare l'importanza di effettuare tutte le dovute comunicazioni, non solo per continuare a ricevere i pagamenti, ma anche al fine di non incorrere in una denuncia.

Quando infatti dal controllo risultino dati falsi e certificazioni non corrispondenti a verità, si rischia l'accusa ai sensi dell'articolo 640 bis del codice penale: "truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche". 

Soprattutto se le difformità riguardano omissioni o falsi dati inseriti nel certificato Isee al fine di continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza

E questo oltre alla perdita del sussidio può comportare anche la pena della reclusione da due a sei anni