Il reddito di cittadinanza è pignorabile? Cosa dice la Legge

Dobbiamo sfatare un mito e una pia illusione di molti beneficiari del reddito di cittadinanza: l'importo erogato dall'Inps è perfettamente pignorabile.

Dobbiamo sfatare un mito e una pia illusione di molti beneficiari del reddito di cittadinanza: l’importo erogato dall’Inps è perfettamente pignorabile. In linea teoria, il sussidio fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle rientrerebbe nell’elenco dei crediti impignorabili, perché erogato come misura in contrasto alla povertà. Purtroppo buona parte della giurisprudenza lo ritiene come una misura di politica del lavoro: come tale può essere pignorato.

Sono molti gli Italiani che hanno fatto il passo più lungo dela gamba, contraendo finanziamenti o prestiti con banche o società finanziarie. Ma non solo: ci si può ritrovare nell’impossibilità di pagare tasse e contributi previdenziali, rimanendo pesantemente indietro con i pagamenti all’Agenzia delle Entrate o all’Inps. Come se non bastasse è necessario pagare l’assegno di mantenimento all’ex coniuge o ai figli. Tutto questo si va pesantemente ad accumulare nell’elenco delle obbligazioni di varia natura, che devono essere pagate.

A volte il debitore si può trovare nell’antipatica situazione di essere nullatenente, di non possedere beni intestati e di risultare incapiente a rimborsare le somme dovute. Il debitore, inoltre, può ritrovarsi nella situazione di sopravvivere unicamente grazie ai sussidi pubblici. A questo punto entra in gioco una domanda: è possibile pignorare il reddito di cittadinanza? Secondo alcuni tribunali la risposta è: sì.

Reddito di cittadinanza: tra speranze e realtà

In realtà bisognerebbe rispondere di no. Il reddito di cittadinanza non è pignorabile, perché la legge dispone espressamente che i crediti di natura alimentare e i sussidi di povertà siano impignorabili. Il sussidio voluto dal Movimento 5 Stelle viene ritenuto una misura di sostegno, il cui scopo è quello di integrare il reddito delle persone più povere. Questa indicazione, tra l’altro, compare anche sul sito ufficiale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Di orientamento diverso, invece, è la giurisprudenza, che ha provveduto a scavare una vera e propria fossa all’impignorabilità del reddito di cittadinanza. Sono due le ordinanze che si sono mosse in questo senso: una arriva dal tribunale di Trani e la seconda da quello di Catania. In entrambi i casi è stato sancito che il reddito di cittadinanza può essere pignorato, in quanto è a tutti gli effetti una misura di politica attiva dell’occupazione e non un sussidio assistenziale.

Dobbiamo comunque aggiungere che su questo punto manca una precisa posizione della normativa. La legge del 2019, che aveva provveduto ad istituire il reddito di cittadinanza, non diceva assolutamente nulla su questo punto. Sull’impignorabilità del reddito di cittadinanza sarebbe dovuto intervenire il Decreto Sostegni dello scorso anno, ma poi non è stato inserito nulla in questo senso sul testo normativo approvato. Qualche cosa all’orizzonte, invece, è apparso nella Legge di Bilancio 2022, prontamente recepito dall’Inps, che è il soggetto terzo pignorato al quale si rivolgono i creditori per bloccare le somme prima che queste arrivino al beneficiario.

Molto probabilmente queste novità potrebbero cambiare le carte in tavola e spegnere immediatamente i dubbi sulla possibilità di pignorare il reddito di cittadinanza. Ma cerchiamo di procedere e capire cosa prevede la legge.

Il reddito di cittadinanza è impignorabile

I crediti alimentari sono impignorabili. A prevederlo è l’articolo 545 del Codice di procedura civile, che stilato l’elenco dei crediti che non possono essere pignorati: tra questi rientrano, appunto, i crediti alimentari sempre che questo credito non derivi espressamente da una causa di alimenti. In questo caso è comunque necessaria l’autorizzazione di un giudice per poter procedere. Tra i vari casi di impignorabilità rientrano anche i cosiddetti sussidi di grazia o di sostentamento a persone, che siano comprese nell’elenco dei poveri.

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, questa enunciazione del codice non basta, perché al momento non è chiara la natura del sussidio stesso. Il Decreto Legge n. 4/2019, convertito con delle modifiche nella Legge n. 26/2019, con il quale è stata istituita la misura qualifica il sussidio in modo misto. Viene, infatti, affermato che il reddito di cittadinanza è

una misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale volta a garantire il diritto al lavoro e a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione, alla cultura mediante politiche finalizzate al sostegno economico e all’inserimento dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro e garantire così una misura utile ad assicurare un livello minimo di sussistenza, incentivando la crescita personale e sociale dell’individuo.

Una formulazione sicuramente ampollosa e non molto chiara: comunque vada, tra le finalità del reddito di cittadinanza vi sarebbe quella di contrastare la povertà. Il sussidio è un sostegno economico destinato alle persone che non hanno un lavoro stabile. A questo si aggiunge il messaggio n. 341 del 24 gennaio 2022 dell’Inps nel quale si ribadisce l’assoluta impignorabilità del reddito di cittadinanza. L’Inps si ritiene, quindi, obbligato a rendere la dichiarazione di terzo, affermando che gli importi versati ai beneficiari del sussidio non possono essere vincolati.

L’ultima Legge di Bilancio ha provveduto a modificare la legge istitutiva del reddito di cittadinanza ed ha sottolineato che con questa misura

si configura come sussidio di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri ai sensi dell’art. 545 del Codice di procedura civile.

Sostanzialmente questo significa che il reddito di cittadinanza è impignorabile.

Reddito di cittadinanza, il parere della giurisprudenza

Di parere opposto, invece, è stato il Tribunale di Trani, che partendo dal principio che il reddito di cittadinanza è anche una misura di politica attiva del lavoro – quindi non ha unicamente una connotazione di natura alimentare – ha ammesso che lo stesso possa essere pignorato, come poi è avvenuto nel 2020. Con l’ordinanza n. 1655/2020 R.G. Esec. del 30 marzo 2022, il Tribunale di Catania ha ritenuto legittimo il pignoramento del reddito di cittadinanza, perché

ha il carattere predominante di misura di politica attiva dell’occupazione.

Secondo il giudice il debitore ha l’obbligo di rispondere con tutti i suoi beni delle obbligazioni assunte, e riconosce natura eccezionale e di stretta interpretazione alle disposizioni che prevedono eccezioni rispetto a tale principio. Considerando la legge che istituiva il reddito di cittadinanza del 2019 e la Legge di Bilancio 2022, sembra chiaro che questa tesi giurisprudenziale non sia condivisibile.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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