Che fine ha fatto il reddito di base? Ecco i risultati della raccolta firme e cosa cambia

Che fine ha fatto il reddito di base europeo? La raccolta firme è scaduta e alcuni Paesi europei hanno raggiunto la soglia minima richiesta. Cosa succede ora.

Si torna a parlare di reddito di base europeo, quell’iniziativa promossa dai cittadini che l’Unione che pensavano di poter introdurre un contributo minimo garantito a tutti gli esseri umani, a prescindere dall’età, dal sesso, dalle disponibilità economiche e/o reddituali.

Il reddito di base europeo, infatti, è un sussidio che spetterebbe a tutti in modo incondizionato, senza alcun requisito minimo necessario e senza particolari limiti. La proposta prevedeva l’erogazione di un contributo tra i 600 e gli 800 euro, in base al reddito mensile medio di ogni singolo Stato membro e soprattutto del costo della vita, a tutti i cittadini.

Una sorta di entrata mensile sicura che sia in grado di ridurre il divario sociale e di garantire a tutti una vita dignitosa. Un progetto davvero ambizioso e importante che si protrae da diversi secoli.

La petizione europea ha smosso una grande discussione in merito a questo contributo, ma che fine ha fatto il reddito di base europeo? Ecco quali sono i risultati ottenuti dalla raccolta firme e cosa cambia adesso in Italia e negli altri Stat europei.

Che fine ha fatto il reddito di base UE? Facciamo il punto

La raccolta firme per il reddito di base è terminata il 25 giugno scorso, ma che fine ha fatto questa misura e perché nessuno ne ha più parlato? In realtà, la petizione europea giunta ormai alla sua naturale scadenza ha riscosso un grandissimo risultato, seppur non ottenendo il numero minimo di firme per poter trovare discussione anche all’interno delle istituzioni europee.

Era infatti di 1 milione il numero minimo di firme necessarie per poter avviare una discussione sul reddito di base europeo, ovvero un contributo minimo che avrebbe permesso a tutti i cittadini di ricevere un’entrata sicura e sufficiente, per il solo fatto di essere umani.

Di reddito di base se ne parla da diversi secoli, sin dal Settecento: ne sono state introdotte delle piccole sperimentazioni, ma mai una misura normata e regolata a livello europeo.

Alla domanda: “che fine ha fatto il reddito di base europeo” non possiamo che rispondere (purtroppo) che la misura non verrà approvata, almeno per il momento, in nessuno Stato membro dell’Unione Europea, nonostante siano stati registrati risultati incredibili in alcuni Paesi. Vediamoli nel dettaglio.

Reddito di base: tutti i risultati ottenuti dalla raccolta firme

Ribadiamo subito che per poter avanzare una proposta di reddito di base davanti alle istituzioni europee, i cittadini avrebbero dovuto ottenere e raccogliere almeno 1 milione di firme in tutto il Vecchio Continente, oppure raggiungere il numero minimo di adesioni in almeno 7 Stati membri dell’Unione Europea.

Ebbene, nessuna delle due richieste è stata esaudita: da un lato, infatti, sono state raccolte precisamente 296.365 firme valide (nemmeno 300 mila quindi); mentre dall’altro lato, solo quattro Stati membri dell’Unione hanno raggiunto le soglie minime per poter introdurre il reddito universale europeo.

Tra gli Stati che hanno registrato un elevato numero di adesioni, superando le soglie minimi richieste, c’è anche l’Italia: nel nostro Paese è stato raggiunto il 115,73% delle firme necessarie per introdurre il contributo, anche grazie al clamore e all’importanza che i giornali hanno dato a questa misura europea.

Insieme all’Italia, hanno raggiunto il “quorum” minimo anche la Slovenia, con il 120%, la Spagna, con il 174%, e la Germania, con il 104%. Nonostante questo, era necessario raggiungere la soglia minima in almeno sette Stati, mentre solo quattro nazioni sono riuscite a ottenere i risultati sperati.

Reddito di base: cosa cambia adesso in Italia, in Europa e nel mondo

Che cosa cambia, quindi, a livello europeo, in Italia e nel mondo con la mancata approvazione del reddito di base?

I cittadini stanno insorgendo, si stanno mobilitando all’interno dei propri Stati per poter ottenere un reddito di base minimo e poter garantire una vita dignitosa ai propri cittadini. Purtroppo, al momento, questa richiesta non verrà discussa a livello europeo.

Tuttavia, in alcuni Paesi sono in corso delle mobilitazioni da parte dei fautori di questo movimento appunto, che potrebbero portare a un cambiamento.

Per esempio, a metà giugno a Berlino i cittadini si sono mobilitati per ottenere un referendum sull’introduzione di un reddito di base minimo garantito a tutti. Mentre in Irlanda almeno 9 mila persone si sono adoperate per avanzate la proposta di una sperimentazione del reddito di base minimo.

In altre parti del mondo, per esempio negli Stati Uniti, si intende allargare la sperimentazione del reddito di base anche ad altri Paese.

La discussione è tuttora aperta, l’argomento è ancora importantissimo e molte cose possono ancora succedere. Bisogna solo attendere nuovi sviluppi.

Reddito di base: verrà introdotto in futuro?

Non avendo raggiunto il numero minimo di firme richieste per avanzare la proposta di reddito di base a livello europeo, non sarà possibile nemmeno ottenere una simile misura (per lo meno nel prossimo futuro). Ciò non toglie che non si possano avanzare nuove richieste o petizioni successivamente.

La raccolta firme ormai scaduta il 25 giugno scorso, per esempio, era partita a settembre 2020 e inizialmente non aveva riscosso notevole clamore. Sono stati poi i giornali e i cittadini europei a diffondere l’iniziativa e a registrare un balzo incredibile di firme, soprattutto in Italia e in Spagna.

Allo stato attuale, visitando i siti web della petizione online, non è più possibile apporre la propria firma all’iniziativa, ma si può comunque cercare di capire come funziona il reddito di base europeo, a chi spetta e quali sono i suoi obiettivi.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
779FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate