Reddito di Base universale: la svolta! Ma quando arriva?

Il Reddito di Base Universale è una proposta che, in soldoni, garantirebbe a tutti i cittadini europei e italiani un assegno mensile, senza discriminazioni od obblighi. Sarebbe la svolta per tutti! Il problema però è quando arriva questo RdB. Ecco le ultime novità

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Il reddito di base universale potrebbe diventare realtà.

Anche perché non sono mancate le sperimentazioni in Europa. Attualmente stanno dando anche ottimi risultati, perciò potrebbe non mancare molto al giorno in cui sarà disponibile per tutti questa specie di Reddito di Cittadinanza europeo.

Come proposta se ne parla da anni, anche perché come strumento potrebbe davvero fare la differenza per tutte le famiglie, specie quelle che hanno problemi economici e, sfortunatamente, non rientrano nei requisiti d'accesso per ottenere né l'Assegno Unico per i figli né l'RDC.

E che a sua volta non possono più beneficiare del Reddito di Emergenza per via del suo mancato rinnovo per il 2022. Si parla di milioni di persone che tutt'ora devono affrontare anche il rincaro dei prezzi e il caro benzina, ulteriormente aggravato dalla Guerra in Ucraina.

Attualmente la situazione è in stallo per via della raccolta firme, necessaria per indire il referendum. Ma già si parla di un possibile sviluppo entro la fine del 2022, se non prima.

Se intanto vuoi saperne di più ti suggerisco l'ultimo video di Basic Income Europe, disponibile su Youtube e sul suo canale.

La natura stessa di questo ammortizzatore sociale però andrà modificata per meglio adeguarsi alla situazione di ogni paese europeo, visto che richiederanno fondi specifici e una distribuzione regolamentata.

In questo articolo faremo il punto della situazione, e vedremo in che cosa corrisponde questo RdB e a quanto potrebbe aumentare. E soprattutto quando arriverà.

Reddito di base universale: il nuovo RdC? Ecco cos'è

Quando si parla di reddito di base universale (o anche reddito di base europeo) non si deve fare confusione con l'RdC, cioè col Reddito di Cittadinanza, perché in questo caso si tratta di uno strumento assistenziale previsto per alcuni soggetti, e secondo alcuni criteri di selezione.

Il Reddito di Cittadinanza è disposto solo quando una persona si ritrova ad avere un reddito al di sotto della soglia di povertà assoluta o nel caso in cui non ha alcun reddito percepito.

In questi due casi è possibile ottenerlo, previa valutazione di altri fattori quali le proprietà immobiliari e mobiliari, e il carico fiscale presente nel nucleo familiare.

Nel caso del RdB, tutta questa trafila non è richiesta, perché sarebbe sufficiente essere cittadini italiani o europei per averne diritto. Si tratterebbe di conseguenza di uno strumento che non prevede nessuna presentazione di Dichiarazione di Redditi, Certificazione Unica, ISEE o DSU che sia, ma solo la conferma anagrafica del proprio status di cittadino italiano o comunitario.

Reddito di base universale: ecco come funziona

L'idea di garantire questo benefit economico nasce per garantire una sopravvivenza minima per tutti quanti, anche davanti ad eventuali rincari, picchi di inflazione o cari bollette. Tutte situazioni che purtroppo stiamo vivendo da inizio anno.

Il reddito di base universale funziona come un Reddito di Cittadinanza ma esteso praticamente a tutta la popolazione abitante.

E' un sistema che dovrebbe impedire, nel lungo periodo, situazioni difficili come quelle attuali, con un aumento del costo del gas e della luce non solo per l'andamento inflazionistico, ma anche per la guerra in Ucraina, che sta portando i prezzi a vette astronomiche.

Reddito di base universale: ecco a chi spetta

Nella teoria, l'RdB spetta a tutti i cittadini europei e italiani, quindi l'unico discrimine che verrà fatto sarà in merito al possesso della cittadinanza. Però è possibile, come accaduto per l'RDC, che estenderanno l'accesso anche a chi è residente sul suolo europeo, quindi anche a chi possiede il permesso di soggiorno.

Nella pratica, l'RdB spetterà a chi ha una situazione economica precaria. Difficilmente potranno sovvenzionare un fondo per tutti i cittadini, anche per chi è benestante o ricco. Sarà più conveniente concentrare le risorse su chi, per esempio, ha subìto negli ultimi anni un impoverimento drastico della propria situazione economica.

Come nel caso della cosiddetta categoria dei "nuovi poveri", che, secondo il Monitoraggio Caritas del 2021, sono nati grazie alla crisi economica generata dalla pandemia di Covid

Si parla di soggetti che, nonostante la disponibilità del Reddito di Cittadinanza, non hanno avuto modo di stabilizzare la propria economia, a causa dell'inefficacia dello strumento sul piano occupazionale.

Anche se il PIL del 2021 ha raggiunto uno straordinario 6,6%, la situazione occupazionale non è stata un granché, con un recupero di soli 352.000 col sistema dell'RDC, secondo ilfattoquotidiano.it, davanti ad un'emorragia tra il 2020 e il 2021 di quasi un milione di persone.

Davanti ad una persistente disoccupazione, all'aumento dei prezzi e all'insicurezza generale, un RdB potrebbe essere una garanzia per tutti. Il problema però è quando arriva.

Reddito di base universale: ecco quando arriva

Non è da pochi mesi che si parla di questo reddito. La proposta è stata presentata ufficialmente nel 2017, come segnala europa.eu, presso la Commissione europea, con obiettivi ancora più importanti, quali:

  • la riduzione delle disparità regionali,
  • il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale.

In effetti la situazione reddituale e occupazionale nell'Unione Europea è altamente disomogenea. 

Ripianare questo divario garantirebbe una maggior coesione socio-economica, e una maggior sicurezza nel combattere disparità e attriti interni alle istituzioni.

Ma la domanda rimane la stessa: quando arriva? Come già in precedenza ha segnalato Laura Pellegrini, questo RdB arriverà soltanto quando la Commissione avrà dato la sua approvazione al finanziamento.

Intanto è previsto il prossimo giugno una riunione parlamentare per richiedere l'approvazione del progetto, una volta che la raccolta firme per il referendum avrà dato esito positivo.

Nel migliore dei casi, si potrà avere questo RdB se, in successione:

  • la raccolta firme avrà successo;
  • il referendum sarà esito positivo;
  • la Commissione Europea darà il nulla osta per il finanziamento.

Reddito di base universale: ecco come far domanda per la firma

Per poter avere quanto prima questo reddito di base universale, prima di tutto dovrà essere raggiunta la quota minima di firme per indirre il referendum.

Per poter partecipare si dovrà accedere al sito web ec.ec.europa.eu. Dovrai selezionare il paese ove si ha la cittadinanza e dichiarare di aver letto la dichiarazione di riservatezza e il contenuto dell'iniziativa.

Da qui in avanti potrai accedere alla compilazione del modulo, utilizzando anche l'eID del proprio Paese come alternativa. Dovrai però inserire nella sezione successiva i propri dati personali, tra cui il numero del documento di riconoscimento.

Se verrà raggiunta la quota minima, si potrà passare alla fase del referendum, che, in caso di esito positivo, metterà l'Unione Europa nella posizione di dover approvare quanto prima questo strumento.

Strumento che, come già abbiamo spiegato, sarà necessario per poter dipianare le forti disparità presenti tra Nord e Sud Europa.

Attualmente nei paesi del Nord Europa i redditi e l'occupazione sono ad alti livelli, con un'ottima qualità dei servizi e un sistema welfare altamente sofisticato. Ovviamente si parla di sistemi con costi e spese molto onerosi, specie per il cittadino, ma la bilancia generale è positiva, rispetto agli altri paesi del Sud Europa.

Per questi ultimi la situazione è completamente l'opposto, con redditi bassi, una situazione occupazionale precaria e una qualità dei servizi decisamente asimmetrica rispetto agli stanziamenti pubblici, e al rispettivo debito.

Non è quindi solo uno strumento che servirà da un punto di vista sociale, ma anche geopolitico, visto che le forti disparità creano dissidi e criticità tra le parti.