Reddito di cittadinanza: Green pass e requisiti. Cosa cambia

Il Governo ha introdotto moltissime novità reddito di cittadinanza nella Manovra: cosa cambia nel 2022? Dai nuovi fondi al taglio dell'assegno per chi rifiuta il lavoro (décalage), dai requisiti agli importi, fino agli obblighi per i beneficiari "occupabili". Ecco una guida completa che riassume tutto quello che c'è da sapere sul reddito di cittadinanza nel 2022!

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Sul reddito di cittadinanza regna un po’ di confusione: dopo l’approvazione – da parte del Consiglio dei Ministri – della Legge di Bilancio 2022 (il cui testo è ancora una bozza), sono state introdotte diverse novità che hanno mandato in confusione i beneficiari RdC. Cosa cambia davvero sul reddito di cittadinanza?

I giornali e il web vociferano sulla possibile modifica dei requisiti per effettuare la richiesta del reddito di cittadinanza: è tutto vero? E come spiegare il décalage dell’assegno che toglierebbe 5 euro al mese ai beneficiari che non accettano il lavoro? 

E ancora: esiste un nesso tra Green pass e reddito di cittadinanza? O meglio: il Green pass è (o diventerà) un requisito necessario per ottenere il reddito di cittadinanza?

Mettiamo ordine alle idee e cerchiamo di capire quali sono le novità in arrivo sul reddito di cittadinanza: come cambia la misura nel 2022, quali sono i requisiti e come varieranno gli importi per le famiglie.

Reddito di cittadinanza: più soldi in arrivo nel 2022!

L’articolo 19 della bozza della Legge di Bilancio 2022 prevede uno stanziamento di fondi maggiore rispetto agli scorsi anni da destinare al finanziamento del reddito di cittadinanza. 

La misura sulla quale si discuteva l’eventuale cancellazione, quindi, è stata confermata anche per i prossimi anni, ma non sono poche le novità che andranno a modificare il beneficio voluto e introdotto per volere del Movimento 5 stelle nel 2019.

Anzitutto, dal 2022 al 2029 sono previsti fondi per oltre un miliardo di euro (1.065,3 milioni di euro per la precisione) da destinare al pagamento degli assegni RdC per i beneficiari.

Nel corso della pandemia, infatti, il numero di persone che ha effettuato la richiesta del reddito è aumentata e ciò ha comportato una spesa maggiore per le casse dello Stato.

Non solo: sono stati rimpinguati anche i fondi da destinare ai centri per l’impiego, in modo tale da agevolare l’inserimento dei beneficiari del reddito nel mondo del lavoro. Sono previsti 70 milioni di euro per il 2022.

Infine, maggiore attenzione anche ai giovani (soprattutto disoccupati e Neet) di età compresa tra i 16 e i 29 anni: per loro sono stati stanziati 20 milioni di euro per le politiche attive del lavoro dei CPI.

Reddito di cittadinanza: i requisiti per ottenerlo. Cosa cambia?

Nel 2021 sono stati ben 3,8 milioni i percettori del reddito di cittadinanza, per circa 1,7 milioni di famiglie. L’importo medio dell’assegno è pari a 578 euro al mese, con una media di percezione di 18 mensilità a famiglia. Ma come cambiano i requisiti di accesso al reddito nel 2022?

Anzitutto, sino ad oggi hanno potuto ottenere il sussidio grillino i nuclei familiari in difficoltà economica, ovvero coloro che possiedono un reddito non superiore a 9.360 euro

Il patrimonio mobiliare, invece, non deve essere superiore a 6 mila euro (con incrementi per le famiglie più numerose o in caso di soggetti con disabilità). Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, il limite massimo consentito è pari a 30 mila euro, esclusa la prima casa di proprietà.

Inoltre, deve trattarsi di cittadini italiani, oppure cittadini dell’Ue o extracomunitari con permesso di soggiorno regolare e residenza in Italia da almeno 10 anni.

Ma la novità riguarda i controlli. Se fino ad oggi per richiedere il reddito era richiesta un’autocertificazione del possesso dei requisiti inviata direttamente all’INPS; dal prossimo anno i requisiti potrebbero essere più stringenti.

Il governo sta valutando un controllo preventivo di tutti i dati dei potenziali beneficiari del reddito (con possibile scambio di informazioni tra le Autorità italiane e quelle estere) al fine di evitare l’erogazione del sussidio a persone che non ne hanno alcun diritto (i cosiddetti “furbetti del reddito di cittadinanza”).

Reddito di cittadinanza: le regole per il 2022

Non finisce qui. Sono state previste – nel testo della Legge di Bilancio 2022 – ulteriori regole per quanto riguarda il lavoro per i percettori del reddito di cittadinanza

Proprio per avvicinare la misura al suo obiettivo, ovvero quello di accompagnare gli individui all’inserimento nel mondo del lavoro, i beneficiari saranno obbligati a sottoscrivere un Patto per il Lavoro presso i Centri per l’Impiego o un Patto per l’inclusione sociale.

E qui entra in gioco anche il nuovo programma GOL (Garanzia di Occupabilità per i lavoratori) al quale il Governo sta lavorando. Si prevede uno stanziamento di risorse maggiore per i Centri per l’impiego, affinché possano fornire offerte congrue ai beneficiari RdC.

I beneficiari del reddito considerati “occupabili”, inoltre, avranno l’obbligo di sottoscrivere la DID, ovvero la “Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro”. In sua assenza la domanda RdC risulterà “improcedibile”. Compilando la DID, invece, i beneficiari occupabili potranno ricevere delle offerte di lavoro congrue alla propria figura e in linea con le proprie potenzialità e competenze.

Reddito di cittadinanza: cos’è il meccanismo di décalage? 

Ma che cosa si intende per offerte di lavoro “congrue”? Solitamente la prima offerta deve rientrare entro un raggio di 80 km dalla residenza del soggetto, mentre la seconda potrà riguardare l’intero territorio nazionale. I datori che assumeranno percettori del reddito, inoltre, potranno godere di sgravi contributivi del 20%.

Qualora il beneficiario del RdC rifiuti due offerte di lavoro, scatterebbe il meccanismo del décalage. Anche questa è una delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio per il 2022. In che cosa consiste il taglio dell’assegno?

Come spiega il testo della Legge di Bilancio 2022:

A decorrere dal 1° gennaio 2022, il beneficio economico mensile (…) è ridotto di una somma pari a 5 euro per ciascun mese a partire dal sesto mese di percezione del beneficio, nei limiti di quanto previsto al comma 5.

Sostanzialmente, come accade per l’indennità di disoccupazione Naspi, si prevede un taglio dell’assegno RdC pari a 5 euro al mese a partire dal 6° mese di percezione del sussidio. Il taglio riguarderebbe, però, soltanto i percettori considerati “occupabili” che andranno a rifiutare due o più offerte di lavoro.

Per le famiglie con tre o più figli a carico, per gli anziani o per i disabili, invece, l’assegno non potrà in alcun modo essere intaccato.

Reddito di cittadinanza e Green pass: è obbligatorio averlo?

Un altro nodo da sciogliere è il collegamento tra Green pass e reddito di cittadinanza: è davvero obbligatorio possedere il certificato verde per non perdere il sussidio?

Se inizialmente si trattava di una proposta, ovvero quella di imporre l’obbligo di Green pass anche per le pensioni e per il reddito di cittadinanza (equiparati quindi al lavoro); ad oggi tutto ciò è reale.

A precisarlo è la nota numero 8526/2021 del Ministero del Lavoro, che come spiega un articolo di Italia Oggi, prevede l’obbligo di Green pass per la partecipazione ai Puc (Progetti utili alla collettività):

Chi ne fosse sprovvisto è considerato “assente ingiustificato” e l'assenza ingiustificata di un giorno fa scattare la decadenza dal RdC.

Basta quindi una sola assenza al Puc per ottenere la decadenza dal reddito di cittadinanza. Il rischio è proprio per coloro che sono tenuti a partecipare a questi progetti all’interno di scuole o presso ambiti per i quali è richiesto il Green pass.

Quale soluzione possibile? Il Ministero consiglia a tutti i No Vax che percepiscono il reddito di cittadinanza di rinunciare al sussidio (che si potrà poi richiedere dopo 18 mesi) fino a quando non sarà prevista l’abolizione del Green pass

Procedere con l’effettuazione di tamponi ogni 48 ore, infatti, poteva essere un’alternativa fino al 31 dicembre 2021. Ma il Governo sta già pensando alla proroga dell’obbligo di Green pass fino a luglio. Dunque, non c’è scappatoia.

Reddito di cittadinanza: come cambiano gli importi dell’assegno?

Per il momento, salvo eventuali modifiche dell’ultimo minuto, la Legge di Bilancio per il 2022 non interviene sugli importi del reddito di cittadinanza. Se non per quello che riguarda il meccanismo di décalage per i beneficiari “occupabili” che rifiutano due o più offerte di lavoro.

Per tutti gli altri, quindi, si continuerà a calcolare l’importo del sussidio a partire dalla scala di equivalenza. Quest’ultima prevede l’assegnazione del valore 1 al richiedente, 0,4 per ciascun componente maggiorenne del nucleo familiare e 0,2 per ciascun componente minorenne.

L’importo mensile, comunque, non può superare i 780 euro mensili, moltiplicati per la scala di equivalenza e ridotti per il valore del reddito familiare.

Reddito di cittadinanza e assegno unico: come funziona?

Un’ultima novità per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza è la possibilità di ottenere anche l’assegno unico per i figli a carico: le due misure, infatti, sono compatibili.

A partire dal 1° luglio 2021, le famiglie con figli fino a 18 anni a carico possono ottenere un bonus mensile variabile. In media si parla di 167,50 euro a figlio, che aumentano a 217 euro dal terzo figlio in poi.

Ma per calcolare quanto spetta di integrazione occorre dapprima sottrarre all’importo del sussidio la parte relativa ai figli minorenni. A questa cifra, quindi, va poi sommato il relativo importo dell’assegno unico.

I percettori del reddito di cittadinanza non devono presentare alcuna domanda per ottenere l’assegno unico, in quanto il beneficio viene riconosciuto in automatico dall’INPS. Le erogazioni vengono effettuate il 27 del mese, poco dopo la data di ricarica della carta RdC.

Reddito di cittadinanza: richieste in aumento

Come aveva chiarito Beppe Grillo in un messaggio pubblicato su Twitter, il reddito di cittadinanza è un beneficio che raggiunge, ad oggi, più di 1,36 milioni i nuclei familiari, per un totale di circa 3 milioni di persone. 

Se ciò non bastasse, si sta parlando di “2,58 milioni di cittadini italiani, 318 mila cittadini extra comunitari con permesso di soggiorno Ue e che risiedono da almeno 10 anni in Italia, e 119 mila cittadini europei”, scrive Grillo su Twitter.

Eliminare il sussidio, secondo il fondatore di M5s, significherebbe offendere tutti quegli italiani che ad oggi riescono a sostenere le loro famiglie e i loro figli grazie a questo sussidio mensile.