Shock reddito di cittadinanza: con WhatsApp si perde tutto!

Sul reddito di cittadinanza ci sarà battaglia al rientro dalla pausa estiva. Da chi lo vuole abrogare, a chi lo ritiene uno strumenti alla base del quale il principio è condivisibile, a chi invece lo reputa un errore. Con molta probabiltà il reddito di cittadinanza sarà riformato ed una delle novità che potrebbe essere introdotta è velocizzare il flusso comunicativo con sms o WhatsApp. Ma cosa succede se non si risponde ai messaggi?

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Sul reddito di cittadinanza ci sarà battaglia al rientro dalla pausa estiva. Ma già in questi giorni ancora una volta i due Matteo della politica italiana, Salvini e Renzi, si sono espressi non positivamente sul reddito di cittadinanza. Il primo ritenendolo uno degli errori più gravi del Movimento Cinque stelle, il secondo riproponendo il referendum abrogativo. Ma il presidente del consiglio Mario Draghi aveva, prima di andare in vacanza, espresso il suo pensiero sul reddito di cittadinanza, condividendo il principio ma rimandando a delle novità di prossima applicazione. Una riguarda il funzionamento dei navigator e dei centri dell'impiego e di come mai il tasso di occupazione di chi percepisce il reddito di cittadinanza non sia aumentato. Dei tre milioni di beneficiari del reddito di cittadinanza, due terzi non sono collocabili nel mercato del lavoro per situazioni oggettive e soggettive. L'altro milione invece non trova lavoro. Il punto è perchè? E perchè non funziona la procedura per la quale al terzo rifiuto di lavoro congruo nei 18 mesi, il reddito di cittadinanza non è revocato? Manca qualche via di comunicazione più efficace? Forse, ed è su questo aspetto la proposta di alcune regioni di utilizzare sms o whatsapp per richiedere l'accettazione o rifiuto di un lavoro. Cosa succede se non si risponde?

Reddito di cittadinanza: come funziona il patto per il lavoro

Il reddito di cittadinanza è un trattamento integrativo che consente alle famiglie che versano in condizioni economiche di disagio di percepire un reddito mensile per 18 mesi, attraverso la ricarica della carta reddito di cittadinanza. La corresponsione del reddito di cittadinanza è però subordinato alla sottoscrizione di un patto per il lavoro o l'inclusione sociale. Nel primo caso si tratta di un accordo con il centro per l'impiego della zona di residenza che deve proporre delle offerte di lavoro congruo. Nel secondo caso invece gli uffici comunali competenti per il contrasto alla povertà, possono assegnare i percettori di reddito di cittadinanza a lavori socialmente utili. 

Ritornando al vincolo di accettazione dell'offerta di lavoro, qualsiasi componente famigliare maggiorenne che può essere considerato occupabile, può essere destinatario delle tre proposte di lavoro congrue che il centro per l'impiego formale nei primi 18 mesi. Almeno una di queste proposte deve essere accettata, pena il rischio di decadenza del reddito di cittadinanza, oppure il rischio di non poter ripresentare il rinnovo. In caso di rinnovo il centro per l'impiego è chiamato a presentare una sola proposta di lavoro congrua che non può essere rifiutata.

Reddito di cittadinanza: requisiti per il patto per il lavoro

La sottoscrizione del patto per il lavoro spetta ai componenti maggiorenni del nucleo famigliare destinatario del reddito di cittadinanza, purchè siano non occupati e non frequentino corsi di formazione. Tra i soggetti che devono sottoscrivere il patto per il lavoro anche i lavoratori che pur percependo un reddito basso, sono considerati disoccupati. Sono tali i lavoratori dipendenti che non superano nell'anno un reddito di 8.145 euro lordo, e i lavoratori autonomi il cui reddito soggetto ad Irpef non superi 4.800 euro all'anno.

Sono esclusi dalla sottoscrizione del patto per il lavoro i componenti con carichi di cura legati alla presenza di soggetti minori di tre anni di età o di componenti del nucleo familiare con disabilità grave o non autosufficienti ovvero i frequentanti corsi di formazione e gli occupati a basso reddito. Sono esclusi anche i beneficiari della Pensione di cittadinanza, i beneficiari del Reddito di cittadinanza pensionati o comunque di età pari o superiore a 65 anni, nonché i componenti con disabilità.

Una vola che il reddito di cittadinanza è concesso dall'Inps, entro 30 giorni il centro per l'impiego convoca il beneficiario, se nella famiglia c'è almeno un soggetto occupabile e che sia in una di queste condizioni:

  • assenza di occupazione da non più di due anni;
  • beneficiario della NASpI ovvero di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria o che ne abbia terminato la fruizione da non più di un anno;
  • avente sottoscritto negli ultimi due anni un Patto di servizio in corso di validità presso i Centri per l’Impiego;
  • a condizione che non abbiano sottoscritto un progetto personalizzato per il Reddito di inclusione.

Reddito di cittadinanza: le offerte di lavoro

Il centro per l'impiego deve predisporre un percorso per consentire al beneficiario del reddito di cittadinanza di trovare un'occupazione. Per questo motivo il centro per l'impiego stila un bilancio di competenze del beneficiario per meglio indirizzare le offerte di lavoro. Queste devono essere congrue. Ma cosa significa congruità dell'offerta lavorativa? Viene in soccorso l' art. 25 del decreto legislativo 150/2015:

  • coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate;
  • distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico;
  • durata dello stato di disoccupazione.  

Per quanto riguarda il secondo punto, sulla distanza, ci sono delle regole che variano in base al periodo di fruizione del reddito di cittadinanza. 

Se l'offerta arriva nei primi 12 mesi di erogazione del reddito di cittadinanza, l'offerta è congrua se la prima proposta prevede una distanza non superiore a 100 km dalla residenza del beneficiario oppure 100 minuti utilizzando mezzi pubblici. In caso di seconda proposta la distanza aumenta a 250 km, mentre la terza proposta è sull'intero territorio nazionale. 

Decorsi dodici mesi di fruizione del beneficio è congrua un’offerta entro duecentocinquanta chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario nel caso si tratti di prima o seconda offerta, ovvero, ovunque collocata nel territorio italiano se si tratta di terza offerta. 

Dopo il rinnovo, quindi con altri 18 mesi di reddito di cittadinanza, la congruità sulla distanza viene meno e la proposta di lavoro può riguardare qualsiasi zona d'Italia. 

In presenza di famigliare disabili la distanza non può superare i 100 km. In presenza di figli minorenni invece la distanza non deve superare i 250 km nella terza offerta. 

Reddito di cittadinanza: quando si perde

Le incombenze per potere ricevere e conservare il reddito di cittadinanza sono diverse. Ogni incombenza risponde ad un requisito che deve essere soddisfatto affinchè questa misura integrativa venga erogata. Tra questi c'è l'obbligo di accettare nei primi diciotto mesi di ricarica del reddito di cittadinanza, una delle tre proposte congrue fatte dal centro per l'impiego. In caso in di rinnovo la proposta lavorativa congrua che può essere fatta dal centro per l'impiego non può essere rifiutata, a meno di qualche deroga come scritto nel precedente paragrafo. 

Quello che non ha funzionato in questi anni di utilizzo del reddito di cittadinanza è stata la capacità dei navigator di far incrociare domanda di lavoro ed offerta. Anche i centri per l'impiego non hanno brillato su questo. Complice anche nel 2020 la pandemia e lockdown. 

Ma ci sono anche altre motivazioni al fallimento delle politiche attive conseguenti all'erogazione del reddito di cittadinanza. Una di queste è la procedura con cui si deve attuare il patto per il lavoro. Spesso tortuosa, non tempestiva. E proprio sull'aspetto temporale a volte si è giocato il rinnovo senza dover perdere il reddito di cittadinanza. Una mancata comunicazione del centro per l'impiego o la mancata ricezione non hanno fatto altro che far passare mesi e quindi rendere non vincolante il rifiuto di lavoro. Cosa potrebbe cambiare in futuro.

Reddito di cittadinanza: si perde con un sms o WhatsApp

Quanti messaggi riceviamo che non leggiamo perchè ormai inondati da informazioni di qualunque genere. Fino a questo punto direte, cosa centra? Nulla, se non che una proposta delle Regioni italiane indirizzate al Ministero del Lavoro è quello di introdurre una comunicazione più smart tra centri per l'impiego e beneficiari del reddito di cittadinanza. Questo servirà a rendere più chiaro il compito dei navigator e centri per l'impiego sulle modalità con cui propongono le offerte di lavoro. La proposta è quella di usare sms o WhatsApp da parte dei centri per l'impiego per comunicare le proposte di lavoro, chiedendo che questi strumenti abbiano valore legale in questo tipo di comunicazioni.

E cosa succedere se il beneficiario del reddito di cittadinanza riceve un WhatsApp con una proposta di lavoro e non risponde? La mancata risposta equivarrebbe a rifiuto e quindi al rischio di perdere il reddito di cittadinanza.

Ecco perché ignorare un messaggio WhatsApp potrebbe risultare estremamente deleterio. Il Centro per l’impiego potrebbe considerare un tale atteggiamento alla stregua di un rifiuto e far scattare tutte le conseguenze del caso. Finanche la sospensione del sostegno economico per mancato rispetto delle condizionalità. Assieme alla perdita del Reddito, si andrà incontro anche all’interdizione dalla richiesta di un rinnovo entro i successivi 18 mesi (6 per i nuclei familiari con minori o disabili gravi). Al momento è solo un’ipotesi, anche perché ci sarebbe l’inevitabile questione dei ricorsi. 

Non resta che aspettare.

Reddito di cittadinanza: ad agosto doppia ricarica

Nel mese di agosto i percettori del reddito di cittadinanza, in base all'ISEE dichiarato potranno anche ricevere una doppia ricarica, nel senso che alla normale ricarica dell'importo del reddito di cittadinanza, ci sarà anche l'importo dell'assegno temporaneo ai figli così come previsto dal DECRETO-LEGGE 8 giugno 2021, n. 79 recante misure urgenti in termini di assegno unico. Il beneficiario del reddito di cittadinanza non dovrà fare nulla, perchè la ricarica con l'assegno temporaneo ai figli sarà automaticamente effettuata dall'Inps in base ai dati reddituali presenti nell'archivio. Poichè l'assegno temporaneo ai figli è erogato in base all'ISEE, di seguito i valori per macro classi di ISEE:

famiglie con Isee da 7 mila a 15 mila euro – da 166 euro con due figli minori e 216,40 con 3 figli minori a decrescere fino 83,80 con due figli minori e 108,90 con tre figli minori;

famiglie con Isee da 15 mila a 30 mila euro – da 83,50 con due figli minori e 108,60 con tre figli minori a decrescere fino a 51,50 con tre figli minori e 67,60 con tre figli minori;

famiglie con Isee da 30 mila a 50 mila euro – da 51,30 con due figli minori e 67,30 per tre figli minori a decrescere fino a 30 euro con due figli minori e 40 euro con tre figli minori.