Reddito di cittadinanza, spunta lo Spazza Divani. La norma cancella fannulloni

Arriva finalmente la norma che punisce i fannulloni: sul reddito di cittadinanza incombe la norma spazza divani, nata per punire chi non fa niente.

Arriva finalmente la norma che punisce i fannulloni: sul reddito di cittadinanza incombe la norma spazza divani, nata per punire chi non fa niente. Per il momento si tratta semplicemente di una norma proposta dal centro destra, ma se mai dovesse diventare realmente operativa, dovrebbe portare ad una vera e propria restrizione per il reddito di cittadinanza.

Quella di cui stiamo parlando è, a tutti gli effetti, una nuova modifica al sussidio firmato dal Movimento 5 Stelle, dopo quanto introdotto qualche mese fa dalla Legge di Bilancio, con la quale il legislatore starebbe tentando di ridurre al massimo i tempi di permanenza in questo sussidio di Stato.

La norma spazza divani, per il momento, è in fase di discussione in Parlamento. Avrebbe già trovato, comunque, un’ampia maggioranza. Nel momento in cui entrasse in vigore, sarebbe permesso ai privati di proporre ai percettori del reddito di cittadinanza un’offerta di lavoro per chiamata diretta. Grazie a questa nuova opportunità, verrebbero scavalcati completamente i centri per l’impiego ed i navigator. Il rifiuto da parte di quanti abbiano ricevuto l’offerta di lavoro, comporterebbe la perdita immediata del reddito di cittadinanza. Ma vediamo di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza: le offerte dei privati sono congrue

La proposta spazza divani è stata presentata dal Centro destra attraverso un emendamento al Decreto Aiuti. Le Commissioni della Camera hanno già provveduto ad approvarla. Grazie a questa nuova norma anche i privati avranno la possibilità di proporre a quanti stiano percependo il reddito di cittadinanza la propria offerta di lavoro per chiamata diretta. Questa verrà ritenuta e considerata a tutti gli effetti come un’offerta congrua: nel caso in cui venisse rifiutata, comporterebbe la perdita immediata del sussidio.

Questa proposta è stata apprezzata da tutti gli schieramenti politici, da destra a sinistra. Come c’era da aspettarsi qualche perplessità ha provveduto a sollevarla il Movimento 5 Stelle.

Ma perché stiamo parlando di una norma spazza divani? A battezzarla in questo modo ci hanno pensato alcuni esponenti di Forza Italia: secondo i detrattori, il reddito di cittadinanza sarebbe una delle cause per la quale molti imprenditori sarebbero in difficoltà nel trovare dei lavoratori. A soffrire di questo problema sono principalmente il settore balneare e quello della ristorazione.

Prese di posizione politiche

Rebecca Frassini, deputata della Lega, risulta essere la prima firmataria della cosiddetta norma spazza divani. Ha dichiarato che

grazie a questo emendamento approvato in commissione alla Camera, è stato dato un primo colpo alla misura voluta dai grillini. Spesso chi percepisce il reddito di cittadinanza ha dimostrato, in questi anni, di non aver voglia di lavorare e tutto questo si ripercuote sulla nostra già fragile economia.

Su una posizione simi è anche Paolo Zangrillo, Forza Italia, che ritiene che

finalmente i datori di lavoro potranno proporre un’offerta diretta ai percettori del beneficio bypassando l’inefficace sistema dei centri per l’impiego e dei navigator». La norma, continua Zangrillo, permetterà di “smascherare finalmente chi vuole solo un sussidio e non il lavoro.

La domanda successiva, a questo punto, è dove si sia arenato il progetto per abolire il reddito di cittadinanza. Anzi, la domanda più corretta sarebbe dove è finito il referendum che lo dovrebbe abrogare? La domanda diventa obbligatoria, perché lo scorso mese sarebbe dovuta partire la raccolta firma che avrebbe dovuto portare alla votazione popolare per cancellare definitivamente il sussidio voluto dal Movimento 5 Stelle.

Reddito di cittadinanza: dove è finito il referendum

L’ipotesi e l’idea di abolire il reddito di cittadinanza, negli ultimi mesi, è stata avanzata da più fronti: sia Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che Matteo Renzi, leader di Italia Viva, hanno annunciato una serie di raccolte di firme, il cui scopo doveva essere proprio quello di indire un referendum per cancellare definitivamente la misura voluta dal primo Governo Conte.

Molte domande continuano a rimanere aperte intorno al reddito di cittadinanza e alla sua efficacia. Sia Italia Viva che Fratelli d’Italia ritengono che si tratti di una semplice misura assistenziale, che non ha altri scopi. Il reddito di cittadinanza sarebbe dovuto servire a creare nuovi posti di lavoro, accompagnare persone in difficoltà economica e sociale ad affrancarsi e a diventare nuovamente attive. Fino ad adesso è servito unicamente come sussidio, ma non ha portato a creare nuovi posti di lavoro. Ad oggi, comunque, pensare di riuscire ad abolire il reddito di cittadinanza nella corrente legislatura appare quanto mai impossibile, sia per i tempi troppo stretti, ma anche perché il Movimento 5 Stelle, benché stia attraversando un momento realmente difficile, si metterebbe di sicuro di traverso.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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