Reddito europeo: chi lo paga? Ecco la verità!

Reddito europeo: chi paga il bonus fino a 640 euro senza ISEE per tutti? Solo per l'Italia servono almeno 516,7 miliardi di euro di risorse: da dove arrivano?

Il reddito europeo è una vera e propria rivoluzione per tutti i cittadini: se venisse approvato, permetterebbe a tutti gli individui di un singolo Stato di ottenere un contributo mensile sicuro, senza ISEE e senza limitazioni. Tutte le persone – adulti, bambini, ragazzi, giovani, anziani, uomini, donne – avrebbero accesso al reddito di base europeo, senza alcuna distinzione di sesso, razza, lavoro o età.

Per l’Italia l’importo del reddito di base europeo è stato stimato attorno ai 640 euro al mese per gli adulti, ma la domanda sorge spontanea: chi paga? In molti si stanno chiedendo da dove proverranno i finanziamenti del reddito europeo: abbiamo trovato una risposta. 

Le prime sperimentazioni del reddito europeo di base, in alcuni Paesi europei o mondiali, hanno dato dei risultati promettenti. A giugno 2022 il reddito di base potrebbe diventare realtà anche nel resto dell’Europa: come funzionerà? 

Ecco tutto quello che dovete sapere sul reddito di base europeo: come funziona, quanto si può ottenere e come verranno reperite le risorse necessarie per garantire un bonus di 640 euro a tutti.

Reddito europeo di base: la nuova iniziativa UE

In un precedente articolo sul reddito di base europeo ci eravamo soffermati sulle origini di questa misura, sul suo funzionamento e sui possibili importi che potrebbe assumere in Italia. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di riassumere le informazioni più importanti.

Il reddito europeo – lo dobbiamo specificare sin dall’inizio – non è ancora una misura attiva in Italia, mentre è già realtà in altri Stati europei e mondiali. 

Grazie a un’iniziativa della Commissione europea, l’argomento è stato diffuso in rete e ha attirato l’attenzione dei cittadini. In che cosa consiste? Il reddito europeo permette di ottenere un contributo (non possiamo definirlo “sussidio”) mensile fisso a tutti i cittadini di un singolo Stato, per tutelare il diritto alla vita e la possibilità di vivere in modo dignitoso.

L’ultima crisi economica del 2008, ma anche la pandemia di Covid-19 non hanno fatto altro che allargare il numero delle famiglie e delle persone che si trovano sotto la soglia di povertà assoluta. La digitalizzazione e la robotizzazione delle professioni, invece, hanno “rubato” mansioni lavorative che in passato erano svolte da persone umane.

Tutto questo potrebbe esacerbarsi nei prossimi anni ed è per questo che occorre un intervento rapida da parte dell’Europa. La risposta a questa situazione è il reddito europeo di base universale. 

Vediamo come funziona e cosa c’è da sapere su questa misura in un breve video di Basic Income Europe, che si può vedere anche su Youtube. 

Reddito europeo: gli obiettivi del nuovo bonus mensile 

Il reddito europeo affonda le sue radici nel Settecento, a partire dalla rivoluzione francese: sin da quel momento si era parlato di un possibile contributo elargito indistintamente a tutti i cittadini, per il solo fatto di essere persone umane. 

Con il passare dei secoli, l’idea di partenza è stata ripresa diverse volte non senza cambiamenti, sino a quando – circa 30 anni fa – l’argomento è tornato al centro del dibattito politico. Ancora oggi, il Movimento 5 stelle pone al centro la questione delle disuguaglianze e punta sull’introduzione del reddito europeo per ridistribuire le risorse.

Come spiega il sito ufficiale del reddito europeo:

l’obiettivo è quello “di introdurre un reddito di base in tutta l’UE che assicuri a ciascuno la sussistenza e la possibilità di partecipare alla società nel quadro della sua politica economica”.

Di qui l’dea di istituire un reddito di base europeo destinato a tutti, senza limiti ISEE e senza condizioni. In sostanza, si intende fornire un contributo minimo in denaro a tutte le persone che risiedono ciascuno Stato dell’Europa, affinché si possa superare la povertà assoluta e si riescano a ridurre le disuguaglianze. 

Ad oggi, la possibilità di introdurre questo sostegno è concreta: la Commissione Europea ha lanciato una raccolta firme in tutti gli Stati dell’Unione per portare davanti al Parlamento la proposta ufficiale. Per ottenere il reddito europeo basta una firma, ma occorre raccoglierne almeno 1 milione per riuscire a indire un referendum. 

Per dare il proprio contributo basta inserire le proprie generalità, gli estremi di un documento di identità e il Paese di residenza direttamente sul sito ufficiale. Pochi minuti per fare la differenza.

Reddito europeo per tutti: ma quanto ci costerà?

Chiarito il contesto entro il quale ci stiamo muovendo, cerchiamo di fare chiarezza sull’ambito di applicazione del reddito di base. Il reddito europeo è destinato davvero a tutti? Quali sono i requisiti per ottenerlo? E quanto ci potrebbe costare una simile misura?

Come abbiamo chiarito precedentemente, il reddito europeo di base è un contributo che spetta a tutte le persone, a prescindere dalla loro appartenenza sociale, senza distinzioni di reddito, di età, di occupazione e di qualsiasi altra discriminante. Si tratta di una misura incondizionata e universale, rivolta a tutti i cittadini che risiedono entro i confini di uno Stato.

Il reddito di base europeo viene elargito ad ogni persona umana in quanto tale, per tutelare i suoi diritti, ed è svincolato da qualsiasi soglia ISEE. Il reddito europeo, inoltre, viene assegnato al singolo individuo e non solo alla famiglia: ognuno, quindi, ha diritto a un contributo mensile minimo per vivere. Ma quanto potrebbe costare per ogni Stato?

Agli adulti – lavoratori, disoccupati, uomini, donne, giovani, vecchi – potrebbe essere elargito un contributo più elevato, mentre ai bambini potrebbe essere erogato un importo ridotto. Il tutto sulla base della retribuzione media nazionale del Paese di appartenenza.

Come si calcola il contributo minimo e a quanto ammonta il reddito di base per ogni persona umana? Facciamo due calcoli nel prossimo paragrafo.

Reddito europeo: quanto spetta a ciascuno? Tutti gli importi!

L’obiettivo de reddito di base, come abbiamo precisato, è quello di innalzare tutti gli individui oltre la soglia di povertà assoluta: a tal fine, il contributo deve avere un importo minimo per ogni singolo cittadino, per poter garantire lo svolgimento di una vita dignitosa. 

Ma quali sono gli importi del reddito europeo e come si calcolano? (Attualmente possiamo basarci solo sulle ipotesi avanzate a livello europeo).

L’ipotesi più accreditata è quella di basare il metodo di calcolo degli importi del reddito europeo sulla retribuzione media mensile della popolazione residente entro un certo territorio. In Italia, per esempio, la retribuzione media mensile è compresa tra 1.000 e 1.400 euro per ogni lavoratore. 

Per ottenere l’importo del reddito europeo destinato ai cittadini, è necessario calcolare il 60% della retribuzione minima del Paese: in Italia, riprendendo l’esempio precedente, si tratterebbe di circa 600 – 640 euro al mese per gli adulti. Ai bambini, invece, si potrebbe elargire un importo variabile tra i 200 e i 300 euro al mese.

Considerando che solo la popolazione italiana ha superato ormai la soglia di 60 milioni, come si possono reperire le risorse per finanziare il reddito europeo a ciascun singolo cittadino? Abbiamo scoperto chi paga la nuova misura…

Reddito europeo: chi lo paga?

In molti si sono chiesti da dove verranno prese le risorse necessarie per finanziare il reddito di base europeo per i cittadini: la domanda sorge spontanea dal momento che il contributo mensile spetta a tutte le persone senza limiti ISEE e senza condizioni fino a 640 euro al mese (per quanto riguarda l’Italia).

Considerando un fabbisogno di 600 euro al mese per gli adulti e di 200-300 euro per i bambini, solo in Italia servirebbero almeno 516,7 miliardi di euro di risorse. Chi paga?

Nella sperimentazione del reddito di base in Alaska, le risorse necessarie per finanziare la misura erano state prese dall’esterno, tramite un prelievo a carico dei produttori di idrocarburi, applicando delle accise sulla produzione.

Nel caso italiano, però, questa strada non è percorribile a causa della scarsità delle risorse naturali: i fondi, quindi, dovrebbero provenire dall’interno. Come? I proventi si possono reperire tramite due vie: da un lato, le imposte sul reddito da lavoro dall’altro lato agendo sulle imposte sul capitale.

Scendiamo più nel dettaglio… In Italia viene dichiarato un reddito complessivo pari a 842,9 miliardi di euro: applicando a tale soglia una tassazione del 49% – come proposto dalla Spagna – si otterrebbe un’imposta sui redditi pari a 410 miliardi. In questo modo, però, verrebbero soppressi gli oneri deducibili e le detrazioni di imposta, ma si potrebbe godere di un reddito europeo totalmente finanziato fin a un importo di 600 euro al mese per tutti.

Sulla questione dei finanziamenti del reddito europeo la questione è tuttora aperta: sul sito web ufficiale dell’iniziativa è possibile consultare tutte le opzioni sul tavolo e confrontare le diverse alternative per avere un quadro generale della situazione.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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