Riforma Pensioni: tutti a casa a 56 anni! Draghi dà l’ok

La Riforma Pensione è sulla linea di partenza! Iniziano ad arrivare i primi provvedimenti del governo Draghi che confermano la proroga o estendono misure già in vigore, rendendo possibile l’accesso alla pensione anticipata ai lavoratori in attesa di abbandonare la propria attività lavorativa compiuti i 56 anni. Scopriamo insieme tutti gli ultimi aggiornamenti.

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Il 27 luglio è stata una data cruciale per quanto concerne la definizione della Riforma Pensioni. Governo e sindacati si sono incontrati faccia a faccia per definire il quadro della situazione. L’occasione è stata propizia per i sindacati che hanno avuto modo di illustrare le proprie volontà sui progetti di riforma.

Non è però un mistero su quale siano i programmi di questi ultimi. Gli stessi premono affinché si passi ad una Quota 41, un sistema pensionistico incentrato soltanto sull’accumulo di 41 anni di contributi, la misura più idonea a sostituire Quota 100 che a fine anno chiuderà i battenti, e aggirare il pericolo del temutissimo scalone di 5 anni.

Tuttavia, dal confronto è emerso tutt’altro. L’ex governato della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sembrerebbe avere le idee ben chiare su come organizzare la Riforma Pensioni. Intenzioni che seguono una strada diversa da quella voluta da chi spinge per una misura alternativa a Quota 100.

I piani del Governo sembrerebbero orientati, infatti, al rafforzamento delle misure già in vigore e all’estensione della platea dei beneficiari al fine di allargarne l’accesso a quanti più lavoratori possibili, evitando ogni tipo di polemica altrimenti possibile.

La spinta è verso le formule di pensione anticipata che assicurerebbero a specifiche categorie di lavoratori un’uscita dal mondo del lavoro al compimento di un’età anagrafica dai 56 ai 66 anni.

In quest’ottica, verranno riconfermate le formule che prevedono di uscire anticipatamente dal lavoro all’età di 56 per i titolari della Legge 104, oltre alla chance per i caregiver di poter accedere alla pensione all’età di 57 anni, a partire dal 2022.

Agli interessati alla pensione anticipata consigliamo la visione di un interessante video YouTube di "Pensioni & Aggiornamenti"che svela tutte le chance a nostra disposizione per andare in pensione a 57 anni.

Il rinnovo interessaerà anche Quota 41 riservata ai lavoratori precoci, oltre ad altre formule di pensione anticipata indirizzate sia a uomini che a donne che soddisfano il requisito di un’età contributiva di 42 anni e 10 mesi per i primi e 41 anni e 10 mesi per le seconde.

Ad ogni modo, gli interventi più importanti interesseranno APE Sociale e Opzione Donna. La prima dovrebbe subire un potenziamento ed un’estensione dei beneficiari fino a comprende i soggetti che svolgono lavori definiti usuranti, mentre la seconda è destinata a diventare permanentemente parte integrante del nuovo sistema pensioni.

Quello di pochi giorni fa non sarà certamente l’ultimo degli incontri tra governo e sindacati. La discussione incentrata sulla Riforma Pensioni proseguirà sicuramente prima di arrivare ad una decisione che metta d’accordo esecutivo, sindacati e lavoratori.

Per il momento, in attesa di buone nuove, analizziamo quali formule di pensione anticipata saranno adottate a partire dal 2022.

Draghi riforma Opzione Donna: dal 2022 diventa definitiva

Il 2022 sarà un anno di novità in tema di Riforma Pensioni. In questo scenario, sarà ancora permesso alle donne lavoratrici l’uscita dal mondo del lavoro con Opzione Donna.

Non solo, nonostante voci di corridoi davano quasi per certo una sua estinzione, la formula diventerà parte strutturale ed integrale del sistema pensionistico dal nuovo anno senza la necessità di attendere un suo rinnovo per usufruirne, come avvenuto nel corso di questi anni.

In altre parole, la misura da precaria diventa definitiva. A chi non avesse molta dimestichezza sul tema pensioni, ricordiamo che Opzione Donna è un formula di pensionamento dedicata esclusivamente alle donne che permette alle stesse di ottenere il riconoscimento della pensione anticipata con un’età anagrafica variabile di 58 o 59 anni a seconda dell’attività lavorativa prestata, da autonoma o da dipendente.

Ma i ritocchi attuati dalla cabina di regia del Governo Draghi non si esauriscono qui. Stando agli ultimi aggiornamenti in tema di Opzione Donna, l’esecutivo starebbe valutando l’ipotesi di inserire a fianco di tale formula “Quota Mamma per tutte”, una misura che trova le sue radici in una proposta presentata tempo fa dal Ministro per il Sud e la Coesione, Mara Carfagna.

La proposta estenderebbe alle donne lavoratrici, che usufruiscono di Opzione Donna per andare in pensione, la chance di abbandonare il proprio lavoro in anticipo di un anno sulla base del numero di figli avuti

A conferma dal sito investireoggi.it si legge: “Con Quota Mamma verrebbe riconosciuto lo sconto di un anno per ogni figlio alle donne lavoratrici per anticipare l’età pensionabile”.

D’altro canto, la misura ha il benestare dei sindacati. Potrebbe, dunque, trovare attuazione nel prossimo anno anche se, lo ribadiamo ancora una volta a scanso di equivoci, nessuna ufficialità è stata data al riguardo dal Governo.

Opzione Donna: dal 2022 come cambierà l’importo della pensione anticipata?

Il principale svantaggio che contraddistingue la formula di pensione anticipata implicita in Opzione Donna trova fondamento in un importante riduzione dell’importo dell’assegno. Sfortunatamente, la Riforma Pensioni nei piani del Governo non prevede alcuna modifica delle condizioni da applicare anche nel 2022.

In altre parole, la modalità di calcolo dell’assegno pensionistico non varierà, rimanendo vincolata al metodo contributivo.

Per il momento, anche le scadenze non subiranno alcuna variazione. Quanti voglio usufruire di Opzione donna per andare a casa e godersi la pensione dovranno aver conseguito i requisiti obbligatori per accedere a tale formula entro e non oltre la data del 31 dicembre 2021.

A disciplina diversa sono sottoposti i lavoratori appartenenti al settore scuola e gli AFAM. Per questi, la scadenza del termine è fissata al 28 febbraio 2021.

Pensione anticipata a 63 anni: Ape Sociale estesa a più beneficiari

Mettendo la parte Opzione Donna, c’è un’altra misura che potrebbe subire sostanziali modifiche a partire dal 2022: L’Ape Sociale.

Attualmente, la misura permette ai destinatari l’accesso alla pensione anticipata al raggiungimento di un’età anagrafica di 63 anni e un’età contributiva variabile, dipendente da particolari situazioni.

Ad esempio, spetta a chi ha compiuto i 63 anni di età e ha accumulato 30 anni di contributi soltanto se il potenziale beneficiario è stato interessato dalla perdita del lavoro o si sia dedicato alla cura di un familiare malato almeno 6 mesi prima della presentazione della domanda.

Si ricorda che l’APE è corrisposto ogni mese per 12 mensilità nell'anno, fino all'età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia (67 anni secondo il vigente sistema pensionistico).

Per quanto concerne gli importi, è l’INPS a fornire indicazioni al riguardo: “L'indennità, in caso di iscrizione ad un’unica gestione, è pari all'importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell'accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro (se la pensione è pari o maggiore di questo importo)”.

A partire dal 2022 si potrebbe avere un ampliamento della platea dei beneficiari che hanno accesso all’APE Sociale. In particolare, la formula di pensione anticipata potrebbe essere estesa anche alla categoria di lavoratori che svolgono un’attività usurante.

Riforma Pensioni: Quota 41 riconfermata per alcuni lavoratori

Nel nuovo anno anche i lavoratori precoci, che hanno maturato un anno di contributi prima del compimento dell’età anagrafica di 19 anni, potranno andare in pensione sfruttando la formula Quota 41.

Attenzione, però! Si tratta di un opzione già prevista nel vigente sistema pensionistico italiano e, dunque, non ha nulla a che vedere con la richiesta sindacale di un’estensione di Quota 41 a tutti, cosa ben diversa.

Allo stesso tempo, è già attiva una chance di pensionamento ancorata solo al requisito contributivo e rivolta tanto agli uomini quanto alle donne che hanno maturato rispettivamente 42 anni e 10 mesi di contributi (uomini) e 41 anni mesi (donne).

Ebbene, anche nel 2022 tale formula sarà riconfermata.

In ogni caso, va comunque sottolineato che generalmente le opzioni di pensione anticipate basate solo sui contributi maturati consentono di andare a casa non prima dei 60 anni di età.

Questo per dire che si tratta sì di misure vantaggiose, ma che richiedono un ingresso nel mondo del lavoro già da ragazzi.

Pensione anticipata: sì di Draghi alla Legge 104 e alla RITA per il 2022

Nel 2022 arriva la riconferma da parte del Governo Draghi a due formule di pensione anticipata che permettono l’uscita dal lavoro a 56 anni di età e a 57.

Nel primo caso, si potrà accedere al pensionamento se in possesso di un’invalidità certificata pari o superiore alla soglia dell’80%. Potranno, invece, andare in pensione al compimento del cinquantasettesimo anno di età i caregiver che si occupano della cura e dell’assistenza di un soggetto con Legge 104.

Nel nuovo anno ci sarà spazio anche per la RITA.

La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata dà accesso alla pensione alla cessazione dell’attività lavorativa compiuti i 57 anni di età e con almeno 20 anni di contribuzione nei regimi obbligatori di appartenenza.

In alternativa, si potrà usufruire della RITA anche se l’inoccupazione, successiva alla cessazione dell’attività lavorativa, sia superiore ai 2 anni.

In questo caso, però, dovranno mancare 5 anni per il conseguimento dell’età anagrafica prevista per la pensione di vecchia nel regime obbligatorio di appartenenza, oltre alla condizione di avere almeno 5 anni di partecipazione alla previdenza complementare.

Pensione anticipata 2022: a casa a 60 o 62 anni con gli scivoli

Nel nuovo anno si potrà beneficiare dell’indennità pensionistica anche con 60 o 62 anni di età sfruttando gli scivoli pensionistici: contratto di espansione e isopensione.

La manovra di bilancio del 2021 ha esteso quest’ultima fino al 2023, offrendo la passibilità ad alcune attività con un numero di dipendenti superiore a 15 di ottenere l’accesso, di comune intesa con l’INPS, alla pensione anticipata per i propri lavoratori grazie ad uno scivolo aziendale che permette l’uscita dal mondo del lavoro 7 anni prima del termine previsto per il riconoscimento della pensione ordinaria, quindi dai 60 anni di età.

Si tratta di una misura non di nuova introduzione ma già vigente come il contratto di espansione recentemente ritoccato dal Decreto Sostegni bis. Finirà, infatti, per interessare le aziende con almeno 100 lavoratori alle dipendenze.

Questi potranno godere di uno scivolo aziendale diverso dall’isopensione, ossia un’uscita anticipata di massimo 5 anni, vale a dire con un’età anagrafica di 62 anni.