Ristrutturare casa con i bonus, per rivenderla. È il flipping, il nuovo business per tutti

Il nuovo trend immobiliare si chiama flipping, non richiede competenze tecniche o titoli specifici, ma fiuto per gli affari e un po’ di liquidità. Ecco come ristrutturare casa con i bonus edlizi e poi rivenderla per guadagnare.

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La maggior parte dei lettori che si è soffermata sul titolo, ha senza dubbio pensato ai programmi Made in Usa che ormai stanno spopolando e che riguardano proprio il business di ristrutturare casa per rivenderla a un prezzo più alto di quello di acquisto.

Per la precisione, il nuovo trend immobiliare si chiama flipping, termine inglese che indica il capovolgere, letteralmente mettere sotto sopra!

Un’attività che potenzialmente tutti possono svolgere, dal momento che non richiede competenze tecniche o titoli specifici, ma fiuto per gli affari e un po’ di liquidità, quello sì.

Chi dunque si trova con un immobile magari lasciato in eredità oppure può acquistare una casa a buon prezzo ma da rimettere a nuovo, può anche prendere in considerazione l’idea di guadagnare non poco, seguendo questi passi che qui di seguito illustriamo, uno a uno.

Comprare casa da ristrutturare casa e poi rivendere a un prezzo più alto: il flipping

In breve, è proprio questa la definizione di flipping, il business immobiliare che oggigiorno molte società e ditte individuali hanno intrapreso.

Se è vero che bisogna avere a disposizione il capitale iniziale (ma ci sono diverse opzioni da valutare), il passaggio che di solito richiede destrezza nel fare i conti ed estrema attenzione nel non “sforare” il budget, è proprio quello della ristrutturazione.

E, per inciso, sono proprio queste sfide ad essere oggetto di ogni singola puntata degli ormai famosi “Fratelli in affari” oppure "Casa su misura".

Il punto è che oggi il fenomeno è esploso proprio in virtù del fatto che la maggior parte dei costi di questa delicata fase, si possono abbattere grazie allo sfruttamento dei bonus edilizi, messi a disposizione del Governo.

Bonus facciate, Superbonus110, Ecobonus ma anche bonus mobili, risstrutturazione, agevolazioni prima casa e affitto.

Motivo per cui in tanti hanno colto al balzo l’opportunità per ricavarne un guadagno e quindi mettere in piedi un business profittevole, in un tempo ragionevole.

In questo paragrafo, stiamo dunque presentando il flipping in quanto nuovo trend immobiliare e, a seguire, illustriamo il suo funzionamento fase per fase, per poi presentare anche i possibili svantaggi o rischi, nei quali si potrebbe incorrere.

Le 3 fasi del flipping: comprare, ristrutturare casa e poi rivenderla. Come fare

Come già abbiamo avuto modo di accennare, fare flipping richiede certamente una certa forza economica, per acquistare l’immobile da ristrutturare.

È ben evidente che chi ha la disponibilità di capitale proprio può subito investire, senza dover accendere un mutuo né mettere in conto il pagamento di interessi.

Chi invece non ha questa possibilità, allora può richiedere un finanziamento. In questi casi, è chiaro che l’unione fa la forza e costituire una società, può rappresentare una valida soluzione, anche per l’accesso al credito in banca o presso un altro intermediario.

Ovviamente spendere una fortuna per acquistare un immobile, in questo caso, non avrebbe senso. Visto lo scopo di lucro, il primo passo consiste nello scovare la casa che più rappresenta “un affare”. Si parte dalle aste immobiliari ad esempio, fino agli annunci di vendesi sui giornali locali.

In alternativa, si può ricorrere a un’altra opzione. Infatti, si può monetizzare anche con la semplice cessione del preliminare.

A oggi, le percentuali di guadagno nel flipping (quindi la differenza tra quanto investito e quanto recuperato) è del 15-30%.

In sostanza, su un budget totale di 100.000€, tra acquisto e ristrutturazione, si può contare su un minimo di 15.000€ di guadagno.

La fase della ristrutturazione è delicata, dal punto di vista della contabilità, dal momento che deve contemplare più voci di spesa, tra cui le principali riguardano la fornitura di materiali e la manodopera.

Oggi questo passaggio risulta molto agevolato, grazie ai bonus edilizi in vigore. Basti pensare che tutti  i soggetti titolari di reddito d’impresa e gli esercenti arti e professioni possono fruire del Superbonus.

Il bonus facciate, ad esempio, è sempre sfruttabile e garantisce fino al 60% gli interventi di recupero su qualsiasi tipologia di immobile.

Infine, si giunge alla fase della vendita della casa ristrutturata, quella che permette di incassare l’effettivo guadagno.

Ristrutturare casa e rivenderla con il flipping: vantaggi e svantaggi

Il segreto di un flipping di successo sta senza dubbio nello scegliere, fin dall’inizio, l’acquirente ideale a cui rivendere la casa.

Può trattarsi di un monolocale per un ragazzo che va a vivere da solo oppure di una villetta per tutta la famiglia, motivo per cui anche la suddivisione degli spazi e la scelta del capitolato devono risultare in linea con i gusti di quel determinato target di clientela.

Inoltre, è fondamentale mettere l’immobile sul mercato solo quando è davvero pronto e non ancora con i lavori da terminare.

La tendenza odierna è di fornire addirittura l’abitazione già arredata con mobili ed elettrodomestici, in pieno stile americano. E, considerando il bonus mobili a disposizione, si tratta davvero di un’ottima occasione.

Infine, organizzare un open house, così come si vede nelle puntate dei programmi televisivi sul tema, rappresenta una vera e propria firma di professionalità e serietà.

La sfida è davvero allettante e attira sempre più curiosi. Il “mattone” resta sempre e comunque un investimento solido e non inflazionabile nel tempo. L’unico svantaggio del flipping, se così si può definire, però è che pretende una contabilità attenta ed esperta.

Facile infatti “farsi prendere la mano” e sforare il budget, non tenere in conto le imposte che ci sono da pagare, i costi di gestione della casa e via di seguito. Il grande rischio è di ridurre notevolmente il margine di guadagno, per cui alla fine dei conti, il gioco non vale più la candela.