Perché vi è rivalità e ostilità in seno alle istituzioni europee

Sono due mesi che ormai è stato imposto il lockdown in Italia.

Image

Sono due mesi che ormai è stato imposto il lockdown in Italia. Sono due mesi che il mainstream mediatico dedica tempo e risorse giornalistiche ad approfondire ed analizzare il fenomeno della propagazione e gestione del contagio della Polmonite di Wuhan. Sono due mesi che abbiamo visto le autorità sovranazionali europee scontrarsi ed imballarsi dialetticamente su tutto: come, quanto e quando aiutare le nazioni europee. Eurobond, MES, SURE e Recovery Fund non se ne può più. Non è possibile istituire una linea d’azione comunitaria trasversalmente condivisa: ogni volta che una nazione europea manifesta il desiderio di dare avvio ad un determinato strumento di intervento finanziario, ecco pronto all’unisono l’altra fazione rivale che lo ostracizza. Il nuovo assetto istituzionale europeo che è scaturito con le elezioni europee del 2019 è molto probabile che porterà ad un infausto destino tutte le nazioni europee. Perchè l’Europa è divisa in due fazioni politicamente ed economicamente rivali ? Il clima di ostilità e rivalità interno alle istituzioni sovranazionali non è affatto conseguente all’epoca contemporanea, quanto piuttosto a qualcosa che ci porta indietro di almeno cinque secoli.

Da che cosa dipende pertanto l’esistenza di due fazioni rivali all’interno dell’Europa, due fazioni tra loro ostili che possono essere rappresentate dall’Europa del Nord e dall’Europa del Sud o meglio ancora Europa del Mediterraneo. Già la Grande Recessione del 2008 aveva enfatizzato questa constatazione, la Nuova Grande Recessione del 2020 ne consacra definitivamente l’assetto. Per comprendere perchè una parte dell’Europa vuole il MES o gli Eurobond, mentre l’altra li respinge dobbiamo tornare alla Riforma Protestante del 1517 di Martin Lutero, un teologo e docente universitario tedesco che in quel tempo apertamente contestava l’operato della Chiesa Cattolica di Roma. Premessa storica: agli inizi del 1500 lo Stato Pontificio era fortemente indebitato a causa dei faraonici piani di espansione territoriale ai danni della Repubblica di Venezia e successivamente della Francia voluti da Papa Giulio II (conosciuto con il soprannome di papa guerriero). Quest’ultimo è un papa di grande rilevanza nella storia rinascimentale (1503/1513), lui è artefice della fondazione dei Musei Vaticani e dell’istituzione della Guardia Svizzera Pontificia. Alla morte di Giulio II viene nominato pontefice Leone X (il secondogenito di Lorenzo il Magnifico).

Leone X è ricordato per essere stato il pontefice che vendeva l’indulgenza a titolo oneroso, sostanzialmente se facevi una lauta offerta in denaro alla Chiesa Romana acquisivi il diritto di andare in Paradiso. Questo comportamento di meschina convenienza venne contestato da Martin Lutero nel 1517 con la pubblicazione delle note 95 tesi ossia un insieme di constatazioni riguardanti la fede ed i dogmi della cristianità. La contestazione principale che veniva fatta alla Chiesta Cattolica di Roma era quella di vendere l’assoluzione dei propri peccati a fronte di denaro. Per l’epoca si trattò di una pesantissima scissione all’interno della dottrina cristiana che portò alla nascita del protestantesimo. Quest’ultimo si incentrava su due pilastri fondamentali nella teologia: il rifiuto di riconoscere autorità alle gerarchie ecclesiastiche di Roma ed il rifiuto nel raggiungimento della salvezza esclusivamente a fronte di opere di bene. La riforma protestante riconosceva invece a tutti la salvezza come atto di grazia divina a fronte della quale ogni credente avrebbe dovuto vivere seguendo gli insegnamenti cristiani quale atto di dovuta riconoscenza.

Dalla riforma luterana prende vita l’etica protestante la quale si pone in netta contrapposizione con la morale cattolica: mentre la prima discerne tra ciò che è giusto da quello che è sbagliato, la seconda disquisice su quello che conviene o non conviene fare (richiamando proprio il comportamento umano di Papa Leone X nel vendere arbitrariamente la salvezza per gli atti compiuti sulla vita terrena per esclusiva convenienza ed interesse privato). L’etica protestante si diffuse velocemente negli anni seguenti in tutta l’Europa del Nord sino alla Scandinavia impattando sugli usi e costumi delle amministrazioni degli stati e della città, nell’avviare attività economiche e soprattutto nella gestione del denaro e delle risorse pubbliche. Già alla fine del 1500 esistevano due Europee, una protestante al Nord ed una cattolica al Sud. Quello che vediamo oggi a distanza di 500 anni non è altro che uno scontro tra due diverse modi di concepire la propria responsabilità nei confronti degli altri: questo diverso modo di concepire il senso di responsabilità scaturisce dall’appartenenza ad una diversa etica e morale. Le nazioni europee del Nord hanno un focus mentale incentrato sulla contrapposizione tra ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, le nazioni europee del Sud invece tra ciò che mi conviene fare rispetto a quello che non mi conviene. Sulla base di questa insuperabile dualità avrebbe più senso dar vita istituzionale ad una Europa del Nord ed una Europa Mediterranea, ognuna con un proprio parlamento, un proprio rappresentante politico, una propria banca centrale ed anche una politica monetaria autonoma.