Smart working, tra diritti e doveri. Come cambia il lavoro

Lo smart working è salito agli onori della cronaca in questi giorni in cui il coronavirus ci costringeva a rimanere fermi in casa. Per molti lavoratori è stata un'ancora di salvezza, l'alternativa era perdere il posto di lavoro o finire in cassa integrazione: lo smart working ha permesso a molti dipendenti di mantenere la propria occupazione, ma ha anche dato la possibilità a molte aziende di continuare ad avere una seppur minima attività produttiva.

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Lo smart working è salito agli onori della cronaca in questi giorni in cui il coronavirus ci costringeva a rimanere fermi in casa. Per molti lavoratori è stata un'ancora di salvezza, l'alternativa era perdere il posto di lavoro o finire in cassa integrazione: lo smart working ha permesso a molti dipendenti di mantenere la propria occupazione, ma ha anche dato la possibilità a molte aziende di continuare ad avere una seppur minima attività produttiva. Quello che è accaduto in questi tre mesi, comunque, è stato determinato da una congiuntura eccezionale: vi era un'emergenza sanitaria con la quale doversi confrontare, un lockdown che limitava i movimenti. Ricordiamo che proprio in considerazione dell'emergenza Covid 19, fino al termine dello stato di emergenza fissato per il prossimo 31 luglio, sarà possibile attivare lo smart working per qualsiasi lavoratore subordinato, anche se manca un accordo individuale tra il dipendente e l'azienda. L'emergenza termina il 31 luglio, ma il telelavoro può essere attivato fino al 31 dicembre 2020.

Per facilitare la procedura di comunicazione il Ministero del lavoro ha provveduto a semplificare al massimo tutte le procedure. E' sufficiente, infatti, indicare i dati dell'azienda ed allegare un file Excel con l'elenco dei dipendenti in smart working. Sarà sufficiente comunicare i seguenti dati:

  • nome, cognome, indirizzo e codice fiscale del dipendente;
  • codice identificativo Inail dell'azienda e voce di tariffa;
  • data di inizio e data di fine dello smart working;

Smart working: come far partire il lavoro da casa

Escludiamo questo periodo un po' particolare, nel quale si è fatto uso dello smart working più come necessità che come scelta consapevole. Sia da parte dell'azienda che da parte del lavoratore. Anche perché in questo periodo, con i vari decreti pubblicati dal Governo è stato possibile farvi ricorso in via eccezionale. Quando saremo tornati alla normalità, per poter usufruire dello smart working sarà necessario concludere un accordo individuale tra il lavoratore ed il dipendente. Nel documento sarà necessario disciplinare tutti gli obblighi e le limitazioni da entrambe le parti. Il contratto dovrà essere caricato sulla piattaforma del Ministero del Lavoro.

La comunicazione dovrà contenere tutti i dati relativi a:

  • datore di lavoro;
  • lavoratore;
  • rapporto di lavoro (come data di assunzione, tipologia contrattuale, copertura Inail);
  • data di sottoscrizione dell’accordo sul lavoro agile e durata dello stesso.

 

Punto importante e fondamentale consiste nel fatto che lo smart working si svolga all'esterno dei locali aziendali, senza che il dipendente abbia una postazione fissa. Il lavoratore potrà scegliere la propria postazione che potrà coincidere con la propria abitazione o altro luogo che ritenga idoneo al tipo di attività che dovrà andare a svolgere.

Ovviamente la postazione di lavoro dovrà essere dotata di una connessione internet perfettamente funzionante: quindi, a rigor di logica, possono andare bene anche biblioteche o bar.

Lo smart working non ha precisi orari di lavoro, anche se è necessario rispettare i limiti di durata massima del lavoro giornaliero e settimanale, così come è previsto dalla legge e dal CCNL. In linea generale non vengono richieste delle ore di lavoro straordinario, per chi lavora a tempo pieno, o supplementare per chi lavora part time. Non sono previste ore di lavoro di notte, ma nemmeno i festivi (domenica inclusa). Nell'accordo devono essere previsti i tempi di riposo del lavoratore e il diritto del dipendente a disconnettersi completamente dal personal computer e dal cellulare.

Smart working e retribuzione

Le giornate di lavoro prestate attraverso lo smart working devono essere considerate, a tutti gli effetti, come giornate o come ore lavorative ordinarie. Al lavoratore, quindi, dovrà spettare una retribuzione di pari importo a quella che avrebbe maturato nel caso in cui avesse lavorato in sede. Non vengono, comunque, riconosciuti importi straordinari nel caso in cui il lavoratore dovesse prestare il proprio servizio nelle ore notturne o nei festivi.

Per quanto irguarda i buoni pasti cartacei od eletronici è necessario rifarsi alle disposizioni aziendali. Nel caso in cui difficilmente gli accordi aziendali abbiano previsto l'assegnazione di qualsivoglia buono pasto nell'ipotesi in cui si usasse lo smar working, si deve, per forza di cose, rimandare alle decisioni prese a seguito dell'emergenza coronavirus. Buona prassi vorrebbe che l'assegnazione, o la non assegnazione, del ticket sia omogenea per tutti i lavoratori in smart working, in modo da evitare disparità di trattamento.

Anche i lavoratori in smart working potranno usufruire di periodi di ferie. Potranno richiedere anche dei permessi retribuiti come quelli in sostituzione delle festività abolite. Potranno non prestare l'attività lavorativa, benché in smart working, nei seguenti casi:

  • assenza per permessi Legge 104;
  • assenza per donazione sangue;
  • congedi obbligatori di maternità;
  • congedo parentale;
  • congedo obbligatorio per il padre lavoratore;
  • ammortizzatori sociali.

Il lavoratori in smart working non possono essere esclusi da eventuali incentivi o premi che l'azienda abbia stabilito a fronte di determinati obiettivi di produttività o legati alle ore lavorate.

Salute e sicurezza per chi lavora in smart working

 

L'azienda, inoltre, è tenuta a garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti in smart working. Oltre a questo deve essere responsabile per il corretto funzionamenteo degli strumenti assegnati al lavoratore. L'azienda dovrà poi informare il lavoratore dei rischi connessi al lavoro agile.

Nel caso in cui il lavoratore sia a casa, non esclude il potere disciplinare dell'azienda. Il dipendente potrà, quindi, essere sanzionato come un qualsiasi lavoratore che presti la propria opera in sede. I provvedimenti consentiti all'azienda sono gli stessi degli altri lavoratori:

  • richiamo verbale;
  • ammonizione scritta;
  • multa;
  • sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.

Come per i lavoratori che sono in sede, anche per chi è a casa vi è l'obbligo di denunciare all'Inail gli infortuni che coinvolgono i lavoratori in smart working. Il lavoratore sarà tenuto a sottoporsi a visita medica, nei casi questa sia prevista dalla legge.