Smart working per caregiver? Sì con la Legge 104! Ecco come

La Legge 104 garantisce non solo supporti economici e ammortizzatori sociali per chi soffre di gravi disturbi disabilitanti, ma anche un valido aiuto per chi li assiste, cioè i caregiver. Per loro è possibile lavorare in via smart working! Ecco come fare

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La Legge 104 permette tante possibilità, anche lo smart working.

La decisione del Governo Draghi di sostenere non solo i diversamente abili ma anche i loro assistenti, cioè i caregiver, soprattutto nel mantenimento della propria attività lavorativa da casa, è stata molto apprezzata, ma anche contestata.

La contestazione è infatti nel limitare comunque la possibilità dello smart working solo ad alcune categorie lavorative e solo per alcune tipologie di contratti.

Anche Informa360 nel suo video Youtube ha voluto approfondire la questione.

Semmai bisogna valutare anche le difficoltà che il Governo Draghi ha dovuto affrontare per via dell'emergenza sanitaria, protratta per il momento a marzo 2022 a causa del peggioramento della curva epidemiologica, causa nuova variante Omicron.

Anche perché la questione smart working è molto avversa da parte di imprese ed enti locali, in particolar modo per la pubblica amministrazione, nella rappresentanza dell'attuale Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta.

In questo articolo vedremo infatti cosa cambierà sia per i percettori della Legge 104 sia per chi ne fa le veci di assistenze e caregiver.

Legge 104: ecco come funziona 

La Legge 104/1992 prevede delle agevolazioni e dei supporti economici e medici per chi ha sùbito lo sviluppo di una malattia disabilitante nel corso della sua attività lavorativa.

E ci tengo a precisare questo punto, perché non si faccia confusione con un altro supporto per chi soffre di disabilità, cioè l'invalidità civile.

In questo caso, l'invalidità riguarda chi ha sùbito, alla nascita o durante la sua vita civile, di danni e malattie tali da compromettere la sua sopravvivenza e la sua autosufficienza nella vita di tutti i giorni.

Questo accade al di fuori del lavoro, altrimenti rientrerebbe nella Legge 104. Oltre a questa distinzione, cambiano anche le agevolazioni.

Visto che la Legge 104 garantisce varie esenzioni mediche o anche fiscali, come il pagamento del bollo auto o la riduzione del pagamento della tassa di transizione quando si cambia intestatario della macchina al PRA (Pubblico Registro Automobilistico).

Diversamente, l'invalidità civile funziona con ticket, assegni o una pensione di invalidità, ma a seconda delle percentuali stabilite dall'INPS.

Tra le agevolazioni che fanno la differenza, c'è quella appunto dello smart working, garantita però dalla Legge 104.

Anche se qui bisogna fare dei distinguo.

Smart working con la Legge 104: ecco come 

La Legge 104 permette il passaggio dall'attività in presenza a quella in smart working (o italianizzato, lavoro agile) solo entro alcune condizionalità.

Il Governo in precedenza aveva garantito per la disposizione dello smart working in concomitanza con la data di fine stato di emergenza, cioè il 31 dicembre 2021.

Fino ad allora, era possibile utilizzare lo smart working come possibilità lavorativa. Col nuovo decreto, che fissa la scadenza fino al 31 marzo 2022, è possibile avere la garanzia dello smart working anche per i prossimi mesi.

Ma solo entro alcuni limiti, anche perché la decisione di adottare, nel nuovo contratto collettivo nazionale (CCNL) la misura del lavoro agile in maniera permanente, è stata recentemente dibattuta dall'attuale ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che già da settembre 2021 aveva tentato di abolire questa misura a causa dei vari "furbetti del cartellino".

Il presupposto è che, oltre al pubblico, anche il privato possa in qualche modo garantire nel lungo periodo lo smart working come modello lavorativo per tutti i percettori della Legge 104.

Ma al momento siamo nella fase delle proposte. Vediamo invece come funziona oggi.

Smart working con la Legge 104: ecco fino a quando è possibile!

Lo smart working al momento segue l'andamento della curva epidemiologica del Covid, cioè la necessità o meno di ridurre la mobilità per combattere l'aumento dei contagi, anche all'interno dei vari settori lavorativi.

Attualmente la situazione è grave, visti i numeri da record sul contagio e il considerevole riempimento delle terapie intensive e delle aree non mediche.

Senza ulteriori disposizioni emergenziali, l'opzione dello smart working è disposto per tutti fino al 31 marzo 2022, se necessario per ridurre mobilità e contagi interni agli uffici. Oltre ad agevolare anche percettori della Legge 104 e i caregiver.

Per questi ultimi la possibilità di avere accesso allo smart working non dipende dall'essere soggetti ad una malattia disabilitante, ma di essere assistenti e responsabili delle cure di uno affetto da tali patologie.

Nel caso di questi, varrà la regola dei permessi lavorativi, per cui potranno godere di ben dodici giorni lavorativi per ottemperare agli obblighi medico-sanitari e alla cura e assistenza.

Che non sono pochi, visto che prima del Covid il massimo era di tre giorni al mese, e quadruplicati esclusivamente durante la pandemia, in particolare da maggio 2020, col passaggio eccezionale a 12 giorni.

Smart working per i caregiver della Legge 104: ecco fino a quando

Nel caso dei caregiver, come accennato sopra, si potrà beneficiare di 12 giorni al mese di permessi di lavoro, purché si sia responsabili di uno sottoposto alla Legge 104.

Come responsabile, questi dovrà offrirgli sempre assistenza alla persona e accompagnarlo alle terapie mediche previste (accertamenti, fisioterapia...).

Sono tutte disposizioni che, causa Covid, sono sempre state più difficili da garantire, vista la sempre meno disponibilità degli addetti al Servizio Sanitario Nazionale a provvedere alle cure. Essendo tutti concentrati in terapia intensiva o in area non medica, quando erano affollate, il resto dei pazienti è stato trascurato.

Nel caso in cui il caregiver abbia un lavoro a tempo indeterminato, il problema non sussiste per i cosiddetti dodici giorni di permesso.

C'è semmai un leggero problema qualora abbia invece un part-time, visto che si potrà avere l'assenza di lavoro giustificata solo nel caso di lavoro in presenza, e non in caso di tele lavoro.

Più c'è anche la questione delle varie distinzioni tra i contratti part-time, visto che sono tre.

Smart working per i caregiver della Legge 104? Sì, ma attenti al part-time!

Altrimenti dovrai avere un contratto part-time di tipo verticale per ottenere i 12 giorni di permesso standardizzati.

Sennò potrai beneficiare solo di 3 giorni, qualora tu abbia un contratto di lavoro part-time di tipo orizzontale.

Per la cronaca, per lavoro part-time di tipo verticale si intende un contratto di lavoro in cui sei obbligato a lavorare solo alcuni giorni alla settimana, purché a tempo pieno.

Nel caso del lavoro part-time di tipo orizzontale, sei obbligato a lavorare tutti i giorni feriali anche se a tempo ridotto.

Nel caso del contratto misto, cambierebbe poco, visto che si richiede una minima del 50%.

Purtroppo, a causa delle sentenze della Cassazione, quelle del 29 settembre 2017, n. 22925 e 20 febbraio 2018, n. 4069, ha stabilito che non possano essere trattate allo stesso modo i lavori di tipo orizzontale e verticale nell'ambito del taglio e ricalcolo dei giorni di permesso.

Col taglio e ricalcolo, si dovrà fare altrimenti  disposti per orizzontale e misto. Inoltre tale rapporto andrà fatto sull'orario medio settimanale eseguibile a tempo pieno.

Ecco infatti una delle problematiche contestate sulla faccenda dello smart working.

Smart working e Legge 104 col Decreto Rilancio: ecco tutte le criticità

Oltre alla questione relativa alla differenza giurisdizionale tra part-time orizzontale e verticale nell'assegnazione dei dodici giorni di permesso, il problema dello smart working è relativo anche alla disponibilità della propria azienda, se si è lavoratore dipendente.

Sebbene la disposizione è garantita dallo Stato, ci devono essere le condizioni lavorative perché il posto di lavoro possa essere messo in smart working.

A sua volta la stessa azienda, anche a fronte dell'aumento dei contagi, deve garantire per il controllo diretto dei soggetti finiti in quarantena, se poi scatta il lavoro agile per questi ultimi. E questo si traduce in ulteriore pressione e controllo, che può minare anche la produzione e la qualità dei lavori.

E questo a livello aziendale. Se si aggiunge anche il rischio psicologico dell'isolamento sociale a causa dello smart working (specie se si era prima al lavoro in uffici o ambienti sociali stimolanti), questo si traduce non solo in una potenziale crisi psicosociale, ma anche in una riduzione della qualità del lavoro e della vita stessa.

Legge 104: oltre allo smart working ci sono anche i Bonus INPS!

Oltre alla possibilità di beneficiare (ove possibile) di permessi di lavoro e smart working per chi è percettore della Legge 104 e anche caregiver, si può ricevere assistenza anche nel caso si sia assistenti di figli affetti da disabilità grave, che sia minorenne o maggiorenne è irrilevante.

Nel caso in cui il minorenne non sia autosufficiente, o il maggiorenne abbia una percentuale di disabilità di almeno il 60%, e che l'intestatario dell'ISEE non abbia più di 3.000 di reddito ISEE, potrà ricevere questo Bonus INPS.

Si parla di un beneficio mensile che va da:

  • 150 euro nel caso di un figlio diversamente abile,
  • 300 euro nel caso di due figli diversamente abili,
  • 500 euro nel caso di tre o più figli diversamente abili.

E' una misura di sostegno che, col rischio che s'era creato col potenziale taglio dei fondi per la disabilità, stupisce dal fatto di essere ancora disponibile. Fortunatamente l'allarme è rientrato.

E anche il fatto che, salvo l'interessamento del Ministro del Lavoro Andrea Orlandi, a febbraio in molti percettori di invalidità civile avrebbero rischiato di perdere l'assegno perché non più previsto per chi non garantisce l'inoccupabilità (anche se si parla di poche ore di lavoro al mese).

Sarebbe stato un bell'inizio di 2022 una sorpresa del genere.