Stop al Superbonus 110%: Draghi non lo conferma!

Sembra consolidata la scelta del Governo di dare uno stop al Superbonus 110%. Il sottosegretario al Ministero per l'economia e finanza, in audizione al question time alla Camera, il 16 giugno, non si è espresso sul proseguimento della misura nel 2024. Senza risposta anche l'eventuale estensione della platea dei beneficiari. Preludio ad un addio al superbonus 110%? Oppure ripensamento dell'intero pacchetto delle agevolazioni fiscali in ambito edilizio?

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Sembra consolidata la scelta del Governo di dare uno stop al Superbonus 110%. L'obiettivo fissato dall'Unione Europea di raddoppiare il tasso di efficientamento degli edifici entro il 2025 probabilmente passerà attraverso una rivoluzione degli sgravi fiscali collegati ai lavori di efficienza energetica e di messa in sicurezza degli edifici. Fino al 2023 il Superbonus 110% sarà il perno della politica di miglioramento delle costruzioni edilizie private e pubbliche, come confermato dal Decreto Semplificazioni e come si legge anche nel PNRR. Ma dopo? Il sottosegretario al Ministero per l'economia e finanza, Claudio Durigon, in audizione al question time alla Camera, il 16 giugno, non si è espresso sul proseguimento della misura nel 2024, nè sugli eventuali accorpamenti sotto un'unica aliquota delle varie misure dei vantaggi fiscali in campo edilizio? Preludio ad un addio al superbonus 110%?

Superbonus 110%: le novità del decreto semplificazioni

Il sottosegretario al MEF, Claudio Durigon, in un question time alla Camera del 16 giugno, non da indicazioni sull'estensione della misura superbonus anche nel 2024. Relativamente ad una possibile proroga, ha riportato l'intenzione del Governo a prevedere nella legge di bilancio 2022 un'estensione del superbonus fino al 2023. Al momento non è chiaro se l'estensione riguarderà solo gli immobili che già oggi possono beneficiarne oppure sarà valutata anche la possibilità di annoverare tra gli altri ad esempio gli alberghi. Il tutto sarà analizzato in base ai dati relativi all'applicazione del superbonus nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici.

In ogni caso le misure di semplificazioni introdotte con il Decreto Semplificazioni, sembrano che saranno mantenute per poter rilanciare questa misura che gode di un fondo di 18 miliardi di euro. Purtroppo, proprio per i legacci burocratici, sin dalla sua introduzione nel 2020, con il Decreto Rilancio, il superbonus 110% è stato usato solo per 1.2 miliardi di euro. Eppure la misura fu introdotto per un duplice scopo. Dare rilancio ad un settore fortemente colpito dalle conseguenze economiche della pandemia da Coronavirus-19, come quello edilizio, e soprattutto poter arrivare al 2025 con il raddoppio del tasso di efficientamento degli edifici. Per farlo funzionare però era necessario snellire le procedure. Il decreto semplificazione richiede per il superbonus 110% solo la presentazione della CILA al posto del dell’attestazione di stato legittimo. 

Superbonus 110%: quali sono le proroghe ammesse

In attesa del disegno di legge per la finanziaria del 2022, in cui potrebbe essere estesa la misura del superbonus 110%, per ora la maxi agevolazione fiscale è ammessa solo per le spese sostenute fino al 30 giugno 2022, sia trainanti che accessorie, con ulteriori sei mesi di tempo (31 dicembre 2022) per le spese sostenute per lavori condominiali o realizzati sulle parti comuni di edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche se, al 30 giugno 2022, è stato realizzato almeno il 60% dei lavori.

Godono invece di un anno in più, fino a dicembre 2023 gli interventi effettuati dagli istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati, nonché dagli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di «in house providing» e realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica, se alla data del 30 giugno 2023 siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo.

Al momento esclusi gli alberghi. Inclusi invece gli ospedali. I lavori realizzati su questi immobili potranno fruire del superbonus 110% a patto che i titolari svolgano attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali.

Superbonus 110%: stop dal 2024

La doccia fredda arriva dalla risposta, o meglio dalla NON risposta del sottosegretario al Ministero per l'Economia e le Finanze, Cluadio Durigon ad una interrogazione di alcuni deputati. Il 16 giugno in occasione del question time alla Camera sulle iniziative che il Governo intende intraprendere per estendere il superbonus 110% a tutto il 2023 anche per tutte le altre tipologie di immobili ed interventi, il sottosegretario non ha risposto sulla proroga al 2024. E non ha dato una risposta neanche sull'ampliamento della platea dei beneficiari che rimane al momento, in attesa della legge di bilancio 2022 priva delle strutture ricettive. Il sottosegretario nel suo intervento ha rimarcato l'importanza dell'agevolazione fiscale del superbonus 110% rappresentando una delle principali proposte progettuali nell'ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza. Il superbonus è il volano per arrivare all'obiettivo fissato dall'Unione Europea di raddoppiare il tasso di efficienza energetico degli edifici privati e pubblici entro il 2025. 

Superbonus 110%: per quali interventi è ammesso

Il risultato finale degli interventi sugli edifici, per poter richiedere l'applicazione dell'agevolazione fiscale del superbone del 110%, è il miglioramento di due classi della prestazione energetica dell'immobile. La famosa APE o attestazione di prestazione energetica valuta la capacità di un immobile di risparmiare energia grazie alla sua conformazione strutturale, ma anche alla presenza di interventi che migliorino la prestazione. Dunque non solo interventi sull'involucro ma anche altre tipologie cosiddette trainanti, a seguito delle quali si possono fare altri tipi di intervento che godranno sempre del bonus del 110%. Così la presenza di impianti fotovoltaici, oppure di particolari sistemi di trasformazione dell'energia termica, o ancora l'isolamento termico degli involucri, sono esempi di interventi ammessi al superbonus 110%. Ma nel corso dei mesi si sono aggiunti anche le infrastrutture per la ricarica degli autoveicoli. In quest'ultimo caso però solo se accompagnati da altri interventi di efficientamento dell'abitazione. Rientra tra gli interventi agevolabili anche quello finalizzato all'eliminazione delle barriere architettoniche realizzati congiuntamente a quelli antisismici.

Brevemente gli interventi ammessi sono:

  • Interventi di isolamento termico delle superfici esterne;
  • Interventi mirati alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale  nuovi  impianti centralizzati anche di climatizzazione estiva oltre che invernale;
  • Interventi mirati alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale preesistenti con impianti ibridi o geotermici.

Come non perdere il Superbonus 110%

Con la semplificazione della procedura attraverso la sola richiesta della CILA, si potrebbe incorrere nel rischio di perdere la detrazione del 110% se sull'unità immobiliare in cui si sono svolti i lavori o si intendono svolgere i lavori si scoprono abusi edilizi. Semplificazione non significa eliminazione del rispetto delle normative vigenti in termini edilizi ed urbanistici. Un immobile che non rispetta ad esempio i regolamenti comunali edilizi, e che non era stato oggetto di condono edilizio non potrà richiedere l'accesso al superbonus 110%. La Cila contiene le informazioni relativi al titolo abilitativo che aveva consentito la costruzione dell'immobile (ad esempio gli estremi autorizzativi del comune) oppure che la costruzione è stata completata in data antecedente all'1/9/1967. Non rileva certo lo stato abusivo. Poichè, come per tutte i benefici fiscali, l'Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare controlli e verifiche, ecco la scoperta di un pre-esistente abuso edilizio non sanato farebbe perdere il requisito per l'accesso al superbonus. Difformità inferiori al 2% sono ammesse. Ma in caso di incertezza meglio presentare una domanda in sanatoria prima di poter avviare i lavori per i quali si intenderà poi usufruire del superbonus 110%

Superbonus 110%: in che modo usarlo

Il superbonus 110% non è in realtà un bonus monetario riconosciuto dall'Inps o dall'Agenzia delle Entrate. Esso è in sostanza una detrazione fiscale, che può essere monetizzata con due meccanismi. Principalmente quindi il Superbonus 110% da il diritto di portare in detrazione, a partire dalla prima dichiarazione dei redditi successiva a quella di sostenimento delle spese, un credito pari al 110% della spesa. Questo credito va ripartito in 5 anni (per le spese sostenute nel 2022, in 4 anni) e portato in abbattimento dell'Irpef lorda. Quindi in realtà da diritto al rimborso dell'Irpef fino ad azzerarla. Se il credito eccede l'Irpef dovuta, non c'è il rimborso della parte eccedente.

Se invece si vuole monetizzare il superbonus 110% ci sono due strade:

  • sconto in fattura direttamente operata dai fornitori;
  • cessione del credito a fornitori, altri soggetti o istituti di credito.

Non sempre però i fornitori accettano di scontare in fattura il credito, dovendo poi loro far valere l'agevolazione fiscale. Così come richiedere ad una banca di monetizzare il credito non è a costo zero. In media infatti, il riconoscimento della banca è di 102. Perdere 8 punti non è piacevole, ma dipende dalla propria condizione fiscale e dalle esigenze finanziarie.