Il Superbonus 110% si ferma nel 2023, annunciato lo stop!

Dopo l’approvazione del PNRR diventa chiaro che il termine di scadenza per il Superbonus 110% sarà fissato al 2023, con un'ultima proroga che sarà messa a punto nella prossima Legge di Bilancio 2022, la quale dovrebbe anche contenere il rinnovo della possibilità per il 2022 di usare l’agevolazione con sconto in fattura e cessione del credito. Ma cosa accadrà all'incentivo nel 2023? Sarà cancellato o accorpato al bonus ristrutturazione 75%? Vediamo cosa c’è di vero.

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Dopo mesi di discussione riguardo proroghe e rinnovi sembra finalmente tracciato il limite di tempo entro il quale potremo usufruire del Superbonus 110%, cioè fino al 2023.

Le intenzioni di Draghi in un primo momento sarebbero state quelle di concedere una proroga alla misura fino al 2024, i fondi disponibili però hanno mostrato la possibilità di rinnovare la misura per tutti i tipi di immobili solo fino alla fine del 2022.

Perció se almeno una sua cancellazione imminente è stata scongiurata si prevede comunque una sola proroga al 2023, che per altro dovrebbe arrivare a fine anno con la Manovra di Bilancio 2022.

Del resto il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) palesa a pagina 141 le esplicite intenzioni di estendere la proroga solo fino al 2023 e non oltre.

Cosa accadrà dopo questa data? Secondo alcune voci dopo la sua scadenza il Superbonus 110% dovrebbe essere accorpato al bonus ristrutturazione 75%, in parole povere i lavori ora ammessi a costo zero godrebbero poi di una detrazione solo al 75%. Vediamo cosa c’è di vero in queste voci e a che punto siamo con semplificazioni e scadenze ufficiali del Superbonus 110%.

Superbonus 110% le proroghe tappa per tappa

Per quanto riguarda la questione scadenze del Superbonus 110%, come si è detto l’approvazione del PNRR ha portato l’estensione di alcune scadenze. Perció attenendoci alla normativa oggi in vigore i termini ultimi per usufruire della misura sono così fissati:

  • 30 giugno 2023, per gli Istituti autonomi case popolari (IACP), con la estensione dei termini al 31 dicembre 2023 solo nel caso in cui entro fine giugno ci sia un avanzamento dei lavori pari almeno al 60%;
  • 31 dicembre 2022, per gli edifici condominiali a prescindere da quale sia lo stato di avanzamento dei lavori nel giugno precedente;
  • 30 giugno 2022, per gli edifici unifamiliari.
  • 30 giugno 2022, per le unità immobiliari composte massimo da quattro unità e di proprietà della stessa persona, con la possibilità di estendere i termini fino al 31 dicembre 2022, ma solo nel caso in cui entro fine giugno ci sia un avanzamento dei lavori pari almeno al 60%.

Dunque, se queste sono le proroghe al giorno d’oggi, il PNRR ha confermato però che la possibilità di utilizzare il Superbonus 110% fino al 31 dicembre 2023 sarà estesa a tutti i tipi di edifici, cioè anche condomini e abitazioni unifamiliari, quindi non solo IACP. Tale proroga aperta a tutti, come è stato chiarito da Draghi, sarà contenuta nella Legge di Bilancio 2022, per la quale si dovrà attendere fine anno.

Tutte le tappe della proroga al Superbonus 110% sono spiegate chiaramente anche nel video YouTube di Soluzioni Green:

  

Perché il Superbonus 110% è tanto importante per il PNRR?

Ad ogni modo, in questa occasione non ci sono motivi per non fidarsi dell’esecutivo, poiché la proroga al Superbonus è un’azione necessaria allo scopo di raggiungere alcuni degli obiettivi finali del PNRR. 

In questo documento con cui l’Italia ha illustrato alla Commissione Europea come utilizzerà i soldi del Recovery Fund, il Governo si è impegnato a migliorare l’efficienza energetica del 50% degli edifici pubblici e privati entro il 2025, con l’ulteriore obiettivo di un incremento della percentuale all’80% entro il 2030.

Ora, la riqualificazione energetica di un edificio è un intervento edilizio costoso a cui pochi cittadini penserebbero se non ci fosse il Superbonus 110%, cioè l’incentivo che permette di avere un finanziamento statale proprio per questa tipologia di lavori. 

Ecco perché l'impegno a prorogare la misura è comune da tutti i fronti e necessaria allo scopo di raggiungere le finalità del PNRR.

Superbonus 110% fino a 2023, con o senza sconto in fattura e cessione del credito?

Altro motivo di discussione riguarda la possibilità di usufruire della misura per il 2022 anche con sconto in fattura e cessione del credito.

Questo perché da provvedimento originale l’agevolazione è fruibile fino alle ultime scadenze tramite una detrazione Irpef in cinque anni, mentre sconto e cessione richiedono un rinnovo a parte.

Sul punto in questione il PNRR è un po’ criptico perché, dopo la volontà di estendere la misura per tutti al 2023, si esplicita anche la volontà di concedere “nella fase iniziale” la possibilità di sconto in fattura e cessione del credito.

Tuttavia, ancora una volta le rassicurazioni vengono dall’esecutivo Draghi, che fa sapere che c’è l’intenzione di approvare entro fine anno tutte le proroghe al Superbonus 110%, con la possibilità fino al 2023 di usare l’agevolazione con sconto in fattura e cessione del credito.

Ancora una volta, la necessità di rinnovare le due opzioni è data dal fatto che il Superbonus 110% copre tipologie di intervento estese e costose e la sola detrazione Irpef, seppur restituisce il 10% in più delle spese, prevede che il proprietario dell’immobile anticipi costi ingenti e spesso non affrontabili. 

Diversamente se si vuole raggiungere l’obiettivo di migliorare della metà l’efficienza energetica degli edifici su tutto il territorio nazionale, l’estensione del Superbonus con sconto e cessione è necessaria, perché difficilmente visto anche i tempi di crisi i cittadini possono anticipare spese così enormi.

Quali interventi edilizi sono coperti dal Superbonus 110%?

Va detto poi che se su un versante si lavora per la proroga al Superbonus 110% in un altro senso si cerca di semplificare la sua procedura di assegnazione.

Ad esempio a questo proposito il Decreto Semplificazioni ha previsto che non sia più necessario la presentazione della certificazione dello stato legittimo dell’immobile, ma sia sufficiente la sola CILA (Comunicazione di Inizio lavori asseverata).

Per quanto riguarda i lavori ammessi il Superbonus 110% divide le tipologie di intervento in lavori trainanti e lavori trainati. Ovvero del primo gruppo fanno parte gli interventi principali (trainanti), realizzato uno dei quali allora si avrà la possibilità di usare l’incentivo per alcuni lavori addizionali (trainati).

I lavori trainanti sono:

  • la costruzione di un cappotto termico che copra almeno il 25% della superficie dell’edificio;
  • la sostituzione degli impianti termici;
  • i lavori di adeguamento sismico.

Mentre i lavori trainati, cioè quelli aggiuntivi e vincolati all’esecuzione di almeno un intervento trainante sono molteplici e fra i principali:

  • la sostituzione di infissi;
  • l’installazione pannelli solari e impianti fotovoltaici;
  • l’abbattimento delle barriere architettoniche;
  • le installazioni stazioni per ricaricare i veicoli ad alimentazione elettrica.

Meglio detrazione Irpef, sconto in fattura o cessione de credito?

Come si è detto i Superbonus 110% può essere utilizzato con tre opzioni:

  • detrazione Irpef in cinque anni;
  • sconto in fattura;
  • cessione del credito.

La prima opzione cioè la detrazione Irpef implica che il beneficiario del Superbonus 110%, cioè il proprietario dell’immobile, anticipi i costi e chieda la restituzione della cifra come sconto sulle tasse, per cinque anni.

Lo sconto in fattura invece presuppone che la ditta che esegue l’intervento si occupi di anticipare tutte le spese e chiedere poi il 110% dei costi mediante credito d’imposta.

La cessione del credito può essere utilizzata sia dall’impresa che effettua i lavori che dal beneficiario dell’agevolazione e presuppone che il credito, cioè la somma spettante, sia ceduta ad una banca o un istituto di credito o finanziario che anticipa i costi.

Abusi edilizi e Superbonus 110%, chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate

Una dei molti punti dubbi che riguardano il Superbonus 110% coinvolge la possibilità di utilizzare l’incentivo in presenza di abusi edilizi.

In questo senso un chiarimento viene direttamente dall’Agenzia delle Entrate, la quale specifica che in presenza di abusi edilizi definiti di minore entità, cioè che investano massimo il 2% dell’immobile, allora si potrà comunque beneficiare del Superbonus 110%.

Mentre se si supera questa percentuale e si vuole usufruire dell’agevolazione, qualora possibile, si dovrà effettuare una sanatoria o in alternativa demolire la parte abusiva.

Cosa accadrà al Superbonus 110% nel 2023? Sarà accorpato al bonus ristrutturazione 75%?

Di recente si è spesso parlato della possibilità di creare un bonus ristrutturazione 75%, cioè un incentivo unico gestito dall’Agenzia delle Entrate, a cui accorpare tutti i tipi di agevolazione ristrutturazione (bonus facciate, bonus casa, bonus verde, bonus mobili).

Come si è più volte ripetuto qualsiasi cosa accada le modifiche coinvolgeranno il Superbonus 110% solo dopo il 2023, tempo entro il quale la misura sarà attiva.

Tuttavia, il 27 aprile scorso è stato effettivamente depositato un atto di sindacato ispettivo per l’introduzione di un solo bonus ristrutturazione al 75%. 

In questo scenario, dopo la sua scadenza i lavori coperti dal Superbonus godrebbero solo di una detrazione del 75%.

Al momento a riguardo non vi è assolutamente nulla di certo, anche se un cambiamento in questo senso non sembra tanto improbabile visto anche il precedente rappresentato dai bonus famiglia INPS.

Se ripercorriamo le tappe, al momento della sua nomina Draghi aveva subito puntato il dito contro la miriade di bonus e incentivi esistenti e annunciato che c’era bisogno di una semplificazione. 

A questo proposito il primo passo già attuato è una rimodulazione del complesso dei bonus famiglia INPS, la gran parte dei quali saranno eliminati nel 2022 o piuttosto accorpati all’Assegno unico per i figli.

Questa mossa ha due finalità, prima di tutto facilitare la vita ai cittadini, che in possesso dei requisiti per molteplici bonus devono compilare e inviare molteplici richieste. Poi, alleggerire il carico di lavoro e snellire la procedura burocratica di assegnazione e verifica dell’organo che gestisce gli incentivi, nel caso dei bonus famiglia l’INPS.

Quindi un modello del genere potrebbe essere anche applicato alle agevolazioni ristrutturazione che dipendono dall’Agenzia delle Entrate e che potrebbero fondersi nel bonus ristrutturazione 75%.

Ad ogni modo, ricordiamo che al momento si tratta solo di proposte e che per quanto riguarda il Superbonus 110% non ci sarà nessuna modifica a quanto promesso dall’esecutivo, almeno fino al 2023.