Caos sul Superbonus: crediti bloccati e soldi da restituire

Hai già richiesto il Superbonus? Attenzione, potresti dover restituire i soldi: i fondi sono finiti, i crediti sono bloccati, i lavori restano fermi. Ultime!

Scoppia il caos sul Superbonus 110%: l’agevolazione che permette di effettuare interventi di efficientamento energetico e ristrutturazione edilizia praticamente a costo zero rischia di terminare prima della sua naturale scadenza. Siamo arrivati al capolinea?

Purtroppo i soldi del Superbonus sono finiti: come hanno rivelato i dati resi pubblici da Enea, già al 31 maggio 2022 erano stati erogati fondi superiori rispetto alle risorse disponibili nelle casse dello Stato destinate a questa agevolazione. Che cosa significa?

Purtroppo, alcuni cittadini che hanno richiesto il Superbonus 110% potrebbero dover restituire i soldi all’Agenzia delle Entrate, oltre a dover bloccare i lavori in corso. Chi rischia di più?

Mettiamo ordine in questa situazione: ecco le ultime notizie sul Superbonus 110%, dai fondi terminati in anticipo alle possibili soluzioni per salvare una delle detrazioni edilizie maggiormente apprezzate dai contribuenti. Cosa succede adesso?

Caos sul Superbonus 110%, ultime notizie: cosa sta succedendo?

Il pasticcio è servito: scoppia il caos sul Superbonus 110% dopo la diffusione della notizia di esaurimento delle risorse a disposizione da un lato, e il blocco dei crediti dall’altro lato.

Non sono bastate le novità normative a mettere nel caos i lavori: ad oggi la prospettiva di una fine anticipata del Superbonus 110% è sempre più probabile. Il tutto a meno che il Governo non riesca a reperire nuove risorse per finanziare i lavori da qui al 2026.

Ricordiamo infatti che la scadenza dell’agevolazione edilizia è ancora lontana e le risorse a disposizione per l’effettuazione dei lavori sono già terminate. Che cosa sta succedendo e chi rischia di dover restituire i soldi? Facciamo chiarezza…

Superbonus 110%, ultime notizie: fondi esauriti. Cosa fare adesso?

Superbonus 110% al capolinea: i fondi stanziati dal Governo e – nella teoria – utili per coprire tutti i lavori da qui a più di dieci anni (fino al 2036) sono esauriti. Purtroppo a denotare la situazione, direi più che critica, sono stati i dati elaborati da Enea:

alla data del 31 maggio 2022 erano stati erogati già 33,7 miliardi di euro, mentre le risorse a disposizione per il Superbonus 110% fino al 2036 erano pari a 33,3 miliardi di euro.

Occorre considerare che l’ammontare dei fondi erogati deve essere necessariamente superiore al totale delle spese sostenuta per l’effettuazione degli interventi, in quando la detrazione prevista di ritorno ai contribuenti è del 110%: la percentuale di differenza tra i due valori (crediti erogati e soldi effettivamente spesi per gli interventi edilizi) deve risultare pari al 10%.

Il numero di richieste pervenute per ottenere la detrazione al 110% prevista dal Superbonus è pari – come rivelano alcuni grafici riportati sull’articolo della Stampa – a 1.811.632, mentre il numero di interventi eseguiti è di 1.901.351. 

Che cosa si può fare adesso? È ancora possibile richiedere il Superbonus nonostante l’esaurimento delle risorse? In effetti, sulla carta la scadenza è ancora lunga…

Superbonus 110%, lavori bloccati: chi dovrà restituire i soldi? 

Considerando l’ultima proroga del Superbonus 110% approvata dal Governo per le villette unifamiliari, l’agevolazione edilizia dovrebbe proseguire almeno fino al 31 dicembre 2022 per le unifamiliari, mentre si dovrebbe poter richiedere l’incentivo fino al 31 dicembre 2023 per gli edifici IACP e per i condomini. Sarà effettivamente così?

Occorre prima reperire nuove risorse, forse tramite un nuovo scostamento di bilancio, oppure intraprendendo soluzioni alternative. Il Governo non sembra intenzionato a seguire la prima strada.

Nel frattempo, però, alcuni contribuenti che hanno già effettuato la richiesta del Superbonus e che hanno avviato i lavori potrebbero dover restituire i soldi ottenuti direttamente all’Agenzia delle Entrate. Chi rischia di più?

Le situazioni che potrebbero verificarsi sono due:

  • un cantiere non ancora avviato, con clausola, per il quale non è ancora stato effettuato l’investimento. In questo caso non ci sono problemi; nessun investimento equivale a nessuna perdita;
  • diversa la situazione dei cantieri avviati senza clausola e senza aver ottenuto il via libera dell’istituto di credito. In questo caso, i lavori potrebbero bloccarsi e i soldi sarebbero da restituire interamente al Fisco.

Purtroppo, il blocco dei cantieri potrebbe addirittura portare al fallimento di moltissime ditte (la stima parla di almeno 30 mila imprese a rischio), oltre alla potenziale perdita di lavoro per almeno 150 mila operai.

Superbonus 110%, crediti bloccati: chi rischia di perdere i soldi?

Una reazione a catena quella innescata dall’esaurimento dei fondi disponibili per accedere al Superbonus 110%. Non appena esaurito il “cassetto fiscale” a disposizione, le banche hanno iniziato a bloccare i crediti e gli sconti in fattura.

In primis, è stato il gruppo Intesa ad avviare un giro di telefonate, messaggi ed e-mail ai propri creditori per avvisare del blocco dei crediti a causa di una mancanza di liquidità. 

Il messaggio, come riporta un articolo di Quotidiano Nazionale, rivela che l’istituto di credito in questione (Intesa) – così come moltissime altre banche – “al momento, non è in grado di procedere con la sottoscrizione del contratto di cessione del credito”.

Non si tratta del singolo caso isolato: nei mesi precedenti prima Poste Italiane e poi anche Banco Bpm avevano bloccato le cessioni, per poi riportare la situazione alla normalità. 

Insomma, si rende necessaria un nuovo intervento dall’alto, una nuova modifica (ennesima possiamo aggiungere) alla normativa attualmente in vigore, che prevede la possibilità di effettuare fino alla quarta cessione del credito.

Superbonus 110%, scoppia il caos: ecco le soluzioni del Governo

Quali sono le possibili soluzioni a questo caos scoppiato sul Superbonus 110% dopo la diffusione della notizia di esaurimento dei fondi disponibili?

La strada più semplice, che il Governo NON intende seguire, sarebbe quella di approvare un nuovo scostamento di bilancio per reperire nuove risorse e poter tornare a “rianimare” il Superbonus 110%. Non si tratta della prima volta, in effetti, che si rende necessario un nuovo investimento per la misura.

Ma d’altronde, il Governo guidato da Mario Draghi ha bocciato il Superbonus, in quanto agevolazione troppo onerosa che ha innescato un giro enorme di frodi sui bonus edilizi. E dunque, lo spettro di una scadenza anticipata torna alla ribalta…

Altre possibili soluzioni per reperire nuovi fondi potrebbero essere quelle legate al taglio della spesa pubblica e all’eventuale aumento delle tasse: ciò detto, a discapito – purtroppo – dei cittadini.

Anche i singoli partiti politici hanno avanzato delle proposte: emerge, in particolare, quella promossa da Martina Nardi (Pd), la presidente della Commissione Attività produttive alla Camera.

Superbonus 110%, nuova proroga per le villette? Ultime notizie!

La proposta risolutiva per il Superbonus avanzata da Nardi ha trovato l’approvazione di Pd, LeU, Forza Italia, Movimento 5 stelle, e Coraggio Italia. In che cosa consiste?

Anzitutto, si potrebbe pensare di recuperare il tempo perduto a causa delle ultime modifiche alla normativa, prevedendo una nuova proroga al Superbonus 110% per le villette: il termine per il raggiungimento del SAL al 30% per le villette unifamiliari slitterebbe in questo modo dal 30 settembre al 31 ottobre 2022.

E in tema di proroghe si parla anche di interventi effettuati su edifici IACP: si potrebbero prolungare le scadenze per l’effettuazione dei lavori nelle unità abitative appartenenti allo stesso complesso fino al 31 dicembre 2025. La scadenza slitta alla fine del 2026 nel caso di lavori soggetti a gare pubbliche.

Inoltre, si prevede la possibilità di integrare alle installazioni fotovoltaiche – attualmente riconosciute nel Superbonus 110% – il ruolo di elementi da costruzione, come per esempio i BIPV (building integrated photovoltaic) o elementi in vetro fotovoltaico (VFV).

Per quanto riguarda lo sblocco dei crediti, invece, si prevede la possibilità di convertire i crediti acquisiti dal 1° gennaio 2022 in Buoni del Tesoro poliennali che abbiano una scadenza non inferiore a 10 anni.

Laura Pellegrini
Laura Pellegrini
Redattore, classe 1998.Sono veronese di nascita e milanese d'adozione. Mi sono Laureata in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano e sono da sempre appassionata di giornalismo e attualità. Entrata nel mondo dell'informazione grazie a uno stage curricolare, ho svolto per due anni l'attività di redattore e social media manager. Attualmente collaboro da remoto con Trend-online, la testata grazie alla quale ho lanciato il mio primo e-book, e con altre testate per la sezione di attualità. La mia ambizione principale è quella di costruire una carriera internazionale.
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