Bonus Monnezza: Draghi si piega e non fa pagare la Tari

Potrebbe essere battezza simpaticamente come bonus monnezza la nuova ordinanza della Corte di Cassazione, che riduce il pagamento della Tari.

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Potrebbe essere battezza simpaticamente come bonus monnezza la nuova ordinanza della Corte di Cassazione, che riduce il pagamento della Tari. Nel caso in cui la raccolta rifiuti non dovesse essere effettuata in maniera soddisfacente - leggasi, più correttamente, venga effettuata parzialmente o non fatta proprio per niente - la Tari non dovrà essere pagata per intero. La Corte di Cassazione, in questo, modo interviene a tutela del contribuente, che si ritrova a dover pagare per un servizio, che alla fine non viene effettuato correttamente.

Ci teniamo a sottolineare che il Governo non ha varato alcun bonus monnezza inteso in senso stretto. Quindi è inutile che i nostri lettori vadano a cercare i riferimenti legislativi direttamente sulla Gazzetta ufficiale. Abbiamo voluto battezzare noi, e ce ne prendiamo tutti gli oneri e gli onori, come bonus monnezza una decisione dei giudici della Suprema Corte, che a nostro avviso è più che corretta - se un servizio non viene effettuato, perché mai è necessario pagalo? -. Una sentenza che, in qualche modo, ci ha fatto pensare ai vari bonus che sono stati erogati nel corso degli ultimi due anni, ma che, come molti ben capiranno, non ha nulla a che fare con loro. Fatte queste doverose premesse, concentriamoci sulla Tari.

Tari, arriva la sentenza che rivoluziona tutto

L'ordinanza 5940 del 23 febbraio 2022 della Corte di Cassazione introduce un'importante novità per i contribuenti italiani, che ogni anno sono alle prese con il pagamento della Tari. I giudici hanno stabilito che i cittadini dovranno pagare in forma ridotta la tassa sui rifiuti, nel caso in cui il servizio non dovesse venire svolto in maniera regolare. Il contribuente viene addirittura esonerato dall'obbligo del pagamento della Tari, nel caso in cui il servizio non dovesse essere svolto o se l'azienda, che se ne occupa, dovesse essere costretta a chiedere un servizio sostitutivo privato.

In termini pratici, tutto questo cosa significa? La risposta è molto semplice: nel caso in cui il contribuente dovesse riscontrare delle riduzioni tecniche nel regolare servizio di raccolta rifiuti, è corretto che possa vedersi ridotti anche i costi da pagare. La Corte di Cassazione ha chiaramente parlato di tariffe che dovranno subire una riduzione del 20-40%, nel caso in cui si dovessero verificare delle

situazioni oggettive che vanno a incidere sul presupposto impositivo, spettino ope legis

Quello che noi abbiamo battezzato come bonus monnezza, quindi deve essere garantito indipendentemente dalla presenza di un'espressa previsione nel regolamento comunale. Il contribuente sarà tenuto unicamente a dimostrare che siano presenti i presupposti di legge che diano il diritto a pagare la Tari in misura ridotta.

Tari, cosa cambia ai fini pratici

Questa sorta di bonus monnezza come funziona ai fini pratici? In una maniera molto semplice: la Tari dovrà essere versata in misura ridotta, nel momento in cui il servizio raccolta rifiuti non dovesse essere effettuato in maniera regolare. Questo significa che, l'eventuale tariffa ridotta, spetterà al contribuente anche se l'agevolazione non dovesse essere stata calcolata direttamente dall'amministrazione comunale. La Corte di Cassazione, tra l'altro, ha anche stabilito che al contribuente spetti uno sconto del 40% nel caso in cui il servizio di raccolta rifiuti non venga svolto con una percentuale di riduzione, che si baserà sulla distanza dal punto di raccolta più vicino. In termini molto pratici, queso significa che il peso economico della Tari sarà condizionato dalla distanza, in chilometri, che il contribuente dovrà effettuare per conferire i rifiuti.

La Tari deve essere sostanzialmente ridotta, nel caso in cui i rifiuti non dovessero essere raccolti in maniera adeguata. O, ovviamente, nel caso in cui il servizio non sia svolto proprio per niente. Il contribuente sarà tenuto a dimostrare una precisa responsabilità da parte dell'amministrazione comunale nello svolgere questo compito. Lo scopo di questa decisione è fare in modo che gli enti locali si dimostrino più efficienti nei confronti della collettività, evitando di arrivare a fornire delle singole prestazioni ad ogni cittadino. È importante, inoltre, che nel regolamento comunale siano indicati

i limiti della zona di raccolta obbligatoria e dell'eventuale estensione del servizio a zone con insediamenti sparsi

ma soprattutto le modalità attraverso le quali dovrà essere effettuato il servizio di raccolta rifiuti. Dovranno, inoltre, essere individuate le zone e le distanze massime di collocazione dei contenitori. Spetterà, comunque, al contribuente l'onere di dimostrare che sussistono le condizioni per usufruire delle riduzioni.

Quando si deve pagare la Tari

Ricordiamo che il presupposto principe per il quale un contribuente è tenuto al pagamento della Tari è il fatto che stia occupando o detenga dei locali o delle aree scoperte, che siano adibiti ad un qualsiasi uso. Le aree e i locali, che non sono soggetti al pagamento della tassa, sono quelli che non possono produrre dei rifiuti, per loro natura o per il particolare uso a cui sono regolarmente destinati. I locali, che risultino in condizioni di non utilizzabilità obiettiva, non sono soggetti al pagamento della Tari. Il fatto che questi locali non dia utilizzabili deve essere indicato, come spiega il quotidiano ItaliaOggi

nella denuncia originaria o di variazione e debitamente riscontrate in base ad elementi obiettivi direttamente rilevabili o a idonea documentazione. Tra i locali e le aree che non possono produrre rifiuti per la natura delle loro superfici rientrano quelli situati in luoghi impraticabili, interclusi o in stato di abbandono. La legge prevede una presunzione relativa di produzione dei rifiuti che ammette la prova contraria.