I tassi negativi sono uno sviluppo storico naturale?

I tassi d'interesse negativi sono diventati da tempo una realtà, ma non stiamo parlando di tassi reali negativi.

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I tassi d'interesse negativi sono diventati da tempo una realtà, ma non stiamo parlando di tassi reali negativi. Questo sarebbe il caso in cui il rendimento di un investimento risulterebbe inferiore al tasso d'inflazione dichiarato ufficialmente. Nel contesto odierno, i tassi d'interesse negativi sono piuttosto tassi d'interesse nominali negativi; ovvero, il tasso d'interesse nominale è inferiore allo 0%.

Questo tipo di tasso d'interesse negativo l'abbiamo visto già una volta negli anni '70. A quel tempo, la Svizzera introdusse una "commissione" del 2% a trimestre sui depositi bancari presso le banche svizzere. Ciò aveva lo scopo di inibire l'afflusso di nuovi capitali in Svizzera. I tassi di cambio fissi del sistema di Bretton Woods impedivano ancora al franco svizzero di apprezzarsi, ma l'offerta di moneta aumentò bruscamente dal 2,1% nel 1966 al 10,9% nel 1968. Ciò fece salire la pressione inflazionistica sulla Svizzera. I tassi d'interesse negativi furono imposti nel 1972, ma furono dichiarati inefficaci e aboliti dopo il 1978.

L'11 giugno 2014, la Banca Centrale Europea (BCE) è diventata la prima grande banca centrale a fissare un tasso sui depositi di –0,1%. La Banca Nazionale Svizzera (BNS) è arrivata prima, nel 2015, e ha imposto un tasso d'interesse sui depositi di –0,75%. Ancora oggi è in vigore, mentre la BCE è prossima a –0,5%. La banca centrale danese ha ora raggiunto anche la banca nazionale svizzera, impostando il suo tasso d'interesse a –0,75%, mentre il tasso obiettivo del Giappone è a –0,1%.

Questi tassi d'interesse chiave, impostati dalle banche centrali, hanno un impatto sui mercati monetari e dei capitali tramite effetti di arbitraggio. Attualmente esistono tassi d'interesse negativi lungo l'intero spettro della curva dei rendimenti. In Svizzera, ad esempio, la maggior parte dei titoli di stato e degli altri titoli, anche i titoli trentennali della Confederazione Svizzera, hanno rendimenti negativi. E anche le obbligazioni societarie stanno attualmente sfoggiando rendimenti negativi.

Intervento o forze di mercato?

L'esistenza di tassi d'interesse negativi ha portato ad una discussione sulla loro origine: alcuni li vedono come una misura interventista da parte delle banche centrali, mentre altri sostengono invece che il continuo calo dei tassi d'interesse, fino a diventare negativi, corrisponda al normale corso della storia economica. L'economista di Harvard Paul Schmelzing ha scritto sul declino supersecolare che si sta attualmente manifestando in questo contesto. Alcuni esponenti di questo lato dello spettro addirittura sollevano le banche centrali dalla responsabilità per eventuali conseguenze negative causate dai tassi d'interesse negativi.

Una teoria popolare tra gli economisti che attribuisce i tassi d'interesse negativi ad uno sviluppo storico naturale è quella del cosiddetto "eccesso di risparmi". Poiché sempre più persone nei Paesi occidentali stanno risparmiando oggi, in parte a causa del cambiamento demografico, un eccesso di risparmi riduce costantemente l'utilità marginale dei risparmi aggiuntivi e quindi i loro rendimenti marginali.

È un dato di fatto, nel mondo occidentale abbiamo costruito un enorme capitale economico negli ultimi due secoli. La crescente divisione del lavoro e della conoscenza ha svolto un ruolo importante. Ma maggiori masse di liquidità (finanziaria) sono anche il risultato deliberato dell'azione del sistema bancario centrale. Attraverso decenni di politiche di mercato aperto, hanno creato sempre più liquidità.

Queste operazioni di mercato aperto sono in definitiva equivalenti all'acquisto di titoli di stato. Questa continua domanda da parte delle banche centrali attrae sempre più trader di obbligazioni, che sperano di farne un business. Dopo tutto, possono vendere obbligazioni, acquistate in precedenza, alle banche centrali praticamente senza alcun rischio. Se i prezzi delle obbligazioni aumentano, e questo è accaduto in particolare negli ultimi quattro decenni, i tassi d'interesse su queste obbligazioni scendono.

Contro il buon senso

Ma il fatto che oggi abbiamo tassi d'interesse negativi è difficile da intendere dal punto di vista dell'azione umana. I tassi d'interesse negativi significano che si rinuncia a qualcosa oggi e si otterrà meno domani. Dovrebbe essere il contrario: poiché il presente è più certo, deve avere più valore di fronte ad un futuro incerto. Quindi chiunque rinunci a qualcosa oggi dovrebbe essere ricompensato per il rischio e l'incertezza verso cui è disposto ad avventurarsi.

Un contesto di tassi d'interesse negativi, in cui il presente sta peggio economicamente e materialmente rispetto al futuro, appare controintuitivo e quindi difficilmente può essere uno sviluppo naturale. Sembra piuttosto probabile che i tassi d'interesse negativi debbano essere interpretati come una conseguenza delle politiche interventiste del sistema bancario centrale.

Secondo molti banchieri centrali, questi tassi d'interesse negativi sono uno strumento di politica monetaria. I rappresentanti della Banca nazionale svizzera sostengono che intendono contrastare l'apprezzamento della valuta svizzera. La BCE sostiene che le banche commerciali che hanno depositi di riserva presso la banca centrale dovrebbero essere sollecitate tramite interessi negativi affinché trasferiscano suddette riserve all'economia, concedendo prestiti di ogni tipo.

Ascoltando le stesse banche centrali, sembra più che altro che considerino i tassi d'interesse negativi come uno strumento per guidare e controllare un'area monetaria. Quindi gli stessi banchieri centrali affermano implicitamente che i tassi d'interesse negativi sono uno strumento deliberato e non solo uno sfortunato colpo del destino.

Di Pascal Hugli

Traduzione di Francesco Simoncelli