TV e truffe: difendersi si può

La televisione da compagna di giornate solitarie può trasformarsi in un mezzo insidioso che permette agli autori di truffe di entrare in casa nostra. Cos' come controllate prima di aprire la porta agli estranei, allo stesso modo diffidate di chi dal piccolo schermo vi offre orezzi troppo bassi.

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Anche se il web ha occupato molto dello spazio che prima veniva presidiato dalla televisione, ancora resistono vecchie truffe fatte attraverso questo mezzo. Spesso i destinatari sono gli anziani, o le persone che vivono sole e usano questo mezzo più che per avere notizie come un sostituto di una dama di compagnia. Sono queste le persone più a rischio perché arrivano a considerare quei signori che stanno dentro il piccolo schermo quasi come persone di famiglia delle quali fidarsi.

La nostra normativa considera che il fatto di essere per così dire avvicinati dentro casa, in un momento di relax rende l’acquirente più indifeso. Si tratterebbe in una situazione in cui la vigilanza è più bassa perché diversamente da chi si reca in un negozio non si è sintonizzato sulla modalità acquisto. Questo però non è sufficiente, perché spesso i telespettatori hanno a che fare con delle truffe nelle quali i colpevoli spariscono nel nulla dopo aver messo a segno il colpo. In altri casi si tratta solo di scarsa conoscenza di quali siano i diritti di chi compra qualcosa attraverso le televendite.

La truffa dei quiz troppo facili

Questa è una truffa piuttosto vecchia, i cui organizzatori sono stati negli scorsi anni anche pesantemente sanzionati. Si tratta però di uno di quei classici che periodicamente tornano, magari con qualche piccola novità e che ogni volta riescono a fare dei discreti danni. Con questa truffa in una trasmissione viene proposto ai telespettatori un quiz facile, alla portata di tutti. Il premio magari non è di quelli che fa girare la testa, ma tanto una telefonata che cosa costa?

In questo caso costa parecchio. Infatti non solo il programma di solito non è in diretta come dice di essere e le telefonate ricevute con le risposte sbagliate sono false. In questo modo chi, a casa guarda il programma, è incoraggiato a comporre il numero. La truffa redditizia, però sta nella vera e propria telefonata che è arrivata a costare anche 15 euro, per essere magari messi in contatto con una segreteria.

Le truffe delle televendite

Anche le televendite sono il portone d’ingresso attraverso il quale i truffatori si accomodano direttamente sul nostro divano di casa. Si tratta in particolare delle televendite che di solito si trovano soprattutto di notte sulle televisioni locali. Oggi sono molto diffusi anche degli spot più lunghi degli altri, dove di solito sono presentati prodotti per l’uso domestico, o attrezzi ginnici che si promette facciano meraviglie, non in vendita in negozio, ma acquistabili solo contattando un numero telefonico. In genere non coinvolgono direttamente i proprietari della rete che si limitano a vendere degli spazi. Quindi non confondiamo l’autorevolezza che secondo noi ha la rete con la correttezza di chi la usa per le televendite.

La truffa classica è quella di consegnare a casa del cliente una merce di valore ben inferiore a quello dichiarato. Quindi dei pezzetti di vetro colorato al posto delle pietre preziose, o una stampa al posto di un quadro di prestigio. Spesso il prezzo pagato corrisponde al valore di quello che viene consegnato, altre volte invece è nettamente inferiore anche a quello.

Come difendersi dalle truffe delle televendite

Fare attenzione al prezzo: nessuno ci regala niente. Se lo sconto praticato è molto alto e se comunque il prezzo finale è ben al di sotto di quello di mercato probabilmente è una truffa. Di solito gli sconti vengono giustificati col fatto che vengono saltati gli intermediari e questa è una spiegazione logica.

Uno sconto che si avvicina al 50% però non è mai un segnale positivo, neppure in caso di saldi o di svendita per rinnovo campionario. Anche se nella televendita ci raccontano che sono in diretta e che i pezzi a disposizione stanno andando a ruba di solito si tratta di un filmato registrato. Questa è una delle tecniche usate per spingere gli indecisi a telefonare usando la logica: se tutti lo vogliono deve essere un ottimo affare.  Abbiamo, se siamo interessati a qualche pezzo, tutto il tempo per informarci.

Verificare sempre prima di fare l’ordine che siano bene specificare anche le spese d spedizione. Spesso sono quelle che compensano il prezzo basso della merce. Controllare anche tutte le altre condizioni di vendita: spesso scorrono sullo schermo nella parte bassa, come previsto dalla legge. Un trucchetto dei venditori è quello di farle scorrere troppo rapidamente o di usare caratteri microscopici. In questi casi, cambiate canale e evitate una truffa certa.

Importante anche accertarsi che il venditore sia in qualche modo rintracciabile: che abbia un indirizzo, un sito internet e una sede legale. Se questa è all’estero, corrisponde a una casella postale o comunque è strano meglio rivolgersi a qualcun altro.

I diritti di chi acquista da televendite

Chi procede a questi tipi di acquisto ha sempre il diritto di recesso. Significa che una volta ricevuto a casa il materiale, lo può esaminare e decidere che non corrisponde a quanto gli è stato promesso e restituirlo. Il diritto di recesso deve essere fatto valere entro 15 giorni e non necessita di essere giustificato in alcun modo. All’acquirente dovrà essere restituita la somma pagata senza trattenere penali o caparre. Ricordarsi prima di concludere l’affare di leggere tra le condizioni di contratto cosa dicono a proposito delle spese di spedizione in queste ipotesi. Proprio a questo serve avere un recapito del venditore, per ricontattalo in caso di necessità

È diritto dell’acquirente anche ricevere a casa la merce in buone condizioni. Se il pacco è palesemente danneggiato anche dall’esterno non va mai ritirato. Sarà una questione tra venditore e corriere stabilire a chi spettano i danni. Ma anche se il pacco non ci fa sospettare niente, se la merce all’interno è danneggiata noi abbiamo il diritto alla restituzione.

Come cautela è possibile al momento della firma della bolla di accompagno aggiungere una nota nella quale si specifica che viene accettato, salvo verifica del contenuto. Possibilmente fare una foto appena tolta la carta per certificare d non essere stati noi a fare cadere l’oggetto. Di solito i corrieri sono assicurati per i danni da caduta durante il trasporto, ma è meglio sempre essere cauti.

Legge 106 del 2005 e truffe delle televendite

Questa norma detto codice del consumo si occupa anche di televendite e in particolare dispone degli accorgimenti da prendere per tutelare i consumatori. Innanzitutto tutto quanto viene venduto attraverso le televendite deve essere etichettato secondo le disposizioni della normativa italiana, anche se proviene dall’estero. Quindi nel caso di prodotti alimentari, di bellezza o medicinali devono essere presenti gli ingredienti, la località di produzione e l’azienda che li commercializza. Quest’ultima indicazione vale anche per abbigliamento, gioielli o altro. Pericolosità, eventuale rischio di allergia o precauzione d’uso devono essere almeno allegati in documenti di accompagno, se non risultano già impressi sulla confezione.

Le televendite devono essere fatte in italiano. È possibile l’uso di termini stranieri non tradotti solo quando siano diventati di uso comune anche a livello nazionale. Le scritte fatte in più lingue devono sempre comprendere anche l’italiano e con caratteri di misura non inferiore a quella usata per gli altri idiomi.

Fatto salvo che il fatto non costituisca un reato più grave le violazioni di queste regole sono punite con la sanzione amministrativa da 516 a 25.823 euro. La misura della sanzione è fissata per il caso singolo tenendo conto del prezzo di listino del prodotto e del numero di pezzi messi in vendita.

La truffa della pubblicità ingannevole

È considerata pubblicità

ogni messaggio che abbia lo scopo di far conoscere un prodotto messo in vendita indipendentemente dal modo in cui viene diffusa. La nostra legge chiede alla pubblicità di essere veritiera, palese e corretta. Deve inoltre essere palesemente riconoscibile per quello che è. Vale a dire non una notizia o una informazione ma una pratica commerciale nettamente segnalata anche con una scritta sullo schermo.

Chi ritenesse di essere stato ingannato da una pubblicità non veritiera si potrà rivolgere all’Autorità Garante della Concorrenza che ha competenza di tipo amministrativo per questa materia. Non è escluso che una pubblicità particolarmente insidiosa possa integrare qualche altro reato, soprattutto con riferimento ai danni causati ai concorrenti.

La posizione dell’autorità garante

L’autorità garante interpreta in modo estensivo la legge considerando

illecite anche le pratiche che inducono il consumatore a trascurare le normali regole di prudenza o vigilanza relativamente all’uso di prodotti pericolosi per la salute e la sicurezza e che possano, anche indirettamente minacciare la sicurezza di bambini e adolescenti.

Le pratiche di pubblicità sanzionate sono in particolare quella ingannatoria e quella aggressiva. Se l’azienda agisce con molestie, coercizione o altre forme di indebito condizionamento il suo comportamento è considerato aggressivo. Esempi di aggressività

sono i comportamenti che fanno ritenere all’acquirente che non sarà lasciato in pace fino a quando non avrà acquistato qualcosa. Ogni caso va valutato a sé ma possono rientrare in questa categoria anche le molestie telefonica, qualora il numero ottenuto per esempio solo per avere delle informazioni, viene tempestato da telefonate senza dare ascolto alla richiesta di non richiamare più. 

Il caso dell’inganno, può richiedere degli espedienti più sottili. L’autorità Garante a titolo di esempio cita

la promessa di vendere un prodotto a un certo prezzo per poi rifiutarsi di accettare ordini per un certo periodo di tempo giustificandolo per esempio con problemi organizzativi. Altro caso è quello in cui affermi in modo esplicito o implicito di aver ricevuto tutte le autorizzazioni necessarie alla produzione di quel bene quando non è così. Stessa cosa se si afferma di tenere i prezzi bassi perché si intende chiudere l’attività commerciale, mentre i prezzi sono quelli normalmente applicati.