Università: zero tasse e sconto sui libri. Come risparmiare

L'Università è alle porte. Dopo i test di ingresso si rientra in presenza: come risparmiare sull'acquisto dei libri? Quali sono le novità sull'esonero totale o parziale dal pagamento delle tasse? Le famiglie in difficoltà economica, gli studenti più meritevoli e i ragazzi con disabilità almeno al 66% possono ottenere degli sconti e delle agevolazioni sull'iscrizione e sulle tasse universitarie. Ecco quali e come richiederle.

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Lunedì 13 settembre 4 milioni di studenti sono tornati sui banchi di scuola: il nuovo anno scolastico è partito all’insegna del Green pass, delle mascherine, del distanziamento e delle lezioni in presenza. Anche l’Università si appresta a cominciare e per molte famiglie e studenti ciò potrebbe significare una spesa onerosa (considerando anche la stangata d’autunno su bollette e benzina). Come risparmiare sulle tasse universitarie e sull’acquisto di libri scolastici?

Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha proposto un innalzamento del limite ISEE per non pagare le tasse in Università. Sono poi stati confermati anche i casi di esonero e i relativi limiti di reddito per beneficiarne.

Quali sono le novità per l’anno accademico 2021-2022? Ecco tutto quello che c’è da sapere prima dell’inizio dell’Università (qui tutte le misure per il ritorno a scuola): dalle tasse ai libri scolastici, ecco come risparmiare sulla spesa.

Università, al via il nuovo anno accademico: test, ammissioni, lezioni in presenza

Si sono conclusi da poco i test di alcune facoltà universitarie, come quello di Medicina, mentre altrettanti esami di ammissione sono ancora in fase di svolgimento. Gli studenti che vogliono iscriversi ai corsi liberi hanno ancora qualche settimana a disposizione per scegliere di frequentare l’Università.

Quest’anno ci sono importanti novità per quanto riguarda la didattica: non soltanto si tornerà in presenza negli atenei, ma occorrerà anche dotarsi di Green pass per poter accedere alle strutture universitarie.

Le grandi città hanno già pianificato orari scaglionati e potenziato i mezzi pubblici sulla strada per fronteggiare il ritorno in classe nelle scuole e nelle università. Ma quali sono le regole anti Covid a scuola e in Università?

Università, quando è obbligatorio il Green pass?

Anche nelle Università, così come nelle scuole, è obbligatorio presentare il Green pass per poter accedere agli istituti. Negli atenei, però, c’è una differenza: tutti, sia docenti sia studenti, devono possedere il Green pass per partecipare alle lezioni in presenza e per svolgere gli esami. Ciò significa che senza certificazione verde non si potrà nemmeno prendere parte a un esame.

Inoltre, come avviene anche nelle scuole di ordine inferiore, il Green pass è obbligatorio per tutti i lavoratori all’interno degli istituti, così come per gli esterni: dal personale addetto alle pulizie a quello addetto alla mensa, fino ai manutentori che si recano nelle strutture per aggiustare i guasti.

Come riporta chiaramente il decreto che estende l’utilizzo della certificazione verde nelle scuole:

chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative deve presentare il Green pass.

Comprese, quindi, anche le Università. In controllo è demandato ai dirigenti scolastici per quanto riguarda il personale interno, oppure i datori di lavoro nel caso di lavoratori esterni e viene effettuato tramite l’apposita applicazione a disposizione per il comparto scolastico.

Università e tasse: chi non le paga nel 2022?

Inizio dell’Università significa per molte famiglie una nuova spesa da affrontare, soprattutto per quanto riguarda le tasse. Ogni anno, infatti, sono previste delle tasse di iscrizione all’università: solitamente la prima si paga a inizio anno e ha un importo ridotto, la seconda varia in relazione all’ISEE familiare.

Ogni Università ha le proprie tasse e i propri importi, ma al contempo le famiglie in difficoltà economica possono richiedere l’esonero totale o parziale, mentre agli studenti meno abbienti o più meritevoli vengono assegnate delle borse di studio che consentono anche di accedere a sconti sulle tasse universitarie.

Le riduzioni delle tasse vengono concesse in alcune situazioni particolari:

  • alle famiglie con un reddito particolarmente basso (per reddito);
  • agli studenti particolarmente meritevoli (per merito);
  • agli studenti portatori di disabilità (per almeno il 66%).

Università, zero tasse sotto i 22 mila euro di ISEE: la novità

Nel 2022 è stata introdotta una novità: gli studenti le cui famiglie hanno un ISEE inferiore a 22 mila euro (lo scorso anno la soglia massima era pari a 20 mila euro), possono rientrare nella no tax area

Lo stabilisce il decreto ministeriale numero 1034 del 2021:

l’esonero totale spetta agli studenti che appartengono a un nucleo familiare il cui indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superi i 22.000 euro.

Lo stanziamento necessario per sostenere l’innalzamento ISEE della soglia per la o tax area è di 70 milioni di euro, 20 milioni in più rispetto allo scorso anno.

Ma esiste anche un altro requisito utile per rientrare nelle no tax area, che riguarda in particolare gli studenti iscritti dal secondo anno in avanti: per questi ultimi è necessario aver conseguito almeno 10 CFU al 10 agosto, ovvero 25 CFU nell’anno precedente all’iscrizione.

Università, esonero parziale dalle tasse: per chi e come funziona?

Se non si hanno i requisiti necessari per poter rientrare nella no tax area (ISEE inferiore a 22 mila euro), e dunque per non pagare le tasse, esistono delle soglie limite per poter rientrare nell’esonero parziale dal pagamento delle stesse.

L’esonero parziale spetta alle famiglie con un reddito compreso tra 22 mila e 30 mila euro, ma la percentuale di applicazione delle riduzioni è variabile al variare del reddito. Lo schema da seguire è presto detto:

  • ISEE compreso tra 22 e 24 mila euro – riduzione dell’80%;
  • ISEE compreso tra 24 e 26 mila euro – riduzione del 50%;
  • ISEE compreso tra 26 e 28 mila euro – riduzione del 25%;
  • ISEE compreso tra 28 e 30 mila euro – riduzione del 10%.

Infine, sono stati messi a disposizione ulteriori 35 milioni di euro per applicare delle scontistiche extra sul pagamento delle tasse universitarie che vanno delineate dai singoli atenei.

Quanto si risparmia con l’esonero dalle tasse?

A fronte della novità sull’azzeramento totale delle tasse per i nuclei familiari con ISEE inferiore a 22 mila euro, e della possibilità di ottenere l’esonero parziale fino a 30 mila euro, quando potrebbero risparmiare gli studenti e le loro famiglie? A sottolineare i numeri è l’associazione Link coordinamento universitario.

Per i nuclei con un ISEE fino a 21 mila euro il risparmio sarà pari a 112 euro all’anno, mentre notevole è il risparmio per le famiglie con reddito fino a 24 mila euro, che sborseranno ben 231 euro in meno. Da notare anche il risparmio delle famiglie con ISEE fino a 27 mila euro (-49 euro) e di quelle con ISEE fino a 28 mila euro (52,50 euro all’anno).

Per quanto riguarda i nuclei familiari con reddito fino a 30 mila euro, invece, il risparmio si azzera: anche lo scorso anno era prevista una riduzione del 10%.

Come ha spiegato Lorenzo Morandi al Sole 24 Ore, quindi, l’obiettivo è quello di innalzare – già dall’autunno – la soglia della no tax area a 30 mila euro.

Università, come risparmiare sull’acquisto dei libri

Arriviamo a un altro tasto dolente per le famiglie: la spesa per l’acquisto di libri universitari. Come noto, infatti, i volumi accademici sono ben più costosi dei testi scolastici e acquistarli nuovi potrebbe comportare una spesa importante per le famiglie. Come risparmiare?

Per quanto riguarda il risparmio sull’acquisto dei libri scolastici, avevamo elencato alcuni consigli in un precedente articolo dedicato, ma non possiamo ripeterci per le Università.

Per gli atenei, occorre anzitutto distinguere i libri o i volumi assolutamente necessari per la didattica (come può essere il Codice per la facoltà di Giurisprudenza) e i libri che invece hanno un carattere secondario nella preparazione. Sulla seconda categoria di libri, dunque, si possono mettere in atto alcune strategie.

Un possibile soluzione per risparmiare sull’acquisto di libri o testi scolastici è quella di aiutarsi tra compagni di università: non appena un amico termina il corso e dà l’esame, potete chiedere a lui di prestarvi i suoi libri, oppure di venderveli a metà prezzo.

Anche prendere appunti è un ottimo metodo per risparmiare sui libri di testi: alcuni professori, infatti, non sono troppo puntigliosi all’esame. In questi casi, basterà semplicemente prendere bene gli appunti e – se possibile – registrare le lezioni – in modo da costruirsi il materiale sul quale studiare.

Infine, è utile anche controllare le eventuali differenze tra le nuove edizioni (più recenti e costose) e le vecchie edizioni (meno recenti ma più economiche). Se ci sono poche o nessuna differenza, optate per le seconde: il risparmio sarà evidente.

Chiaramente metodi per risparmiare sui libri universitari ce ne sono parecchi e alcuni sono tra i più classici: recarsi nelle librerie universitarie e puntare sull’usato, per esempio, oppure affidarsi al web e acquistare volumi a prezzi decisamente più convenienti dei canali convenzionali.

Università, i numeri degli studenti 

Sulla base di un sondaggio realizzato da Scuola.net possiamo evincere che la maggior parte degli studenti che hanno effettuato i test di ingresso sono volti già visti. Infatti, sono sei studenti su dieci proveranno per la prima volta a entrare nelle facoltà a numero chiuso, mentre il 30% è al secondo tentativo e il 9% addirittura al terzo.

Tra coloro che tentano il test di ingresso, però, ci sono anche degli studenti iscritti ad altre facoltà (24%) che – per errore o per scelta del percorso sbagliato – stanno tentando il passaggio. Infine, il 17% degli studenti sta cercando di dare una svolta alla propria vita.

Per quanto riguarda la preparazione, molti degli studenti che hanno tentando il test di ingresso alle facoltà sanitarie hanno iniziato la loro preparazione da alcuni mesi (solo il 25% ha iniziato un mese prima del test), spendendo tra i 300 e i 500 euro. Meno, invece, gli studenti che hanno speso più di 500 euro in testi utili per l’esame.

Il dato che più preoccupa è il fatto che l’11% di questi ragazzi non studi né lavora e sembra ormai rassegnato di fronte a una valanga di sogni e desideri che – almeno per il momento – sono rimasti nel cassetto. Ma non tutto è perduto.