Come già scrivevamo una settimana fa:
Per molti motivi (non ultimi quelli politici, ovviamente…) siamo giunti laddove i nodi incrociano i denti del pettine.
In tempi non sospetti (s’era all’inizio d’aprile) c’eravamo permessi di scrivere quel che, allora, pareva forse solo un azzardo… ma che tale non s’è rivelato alla luce di quanto, poi, accaduto:
- se si vuol davvero cercar di capire quel che potrà accadere in futuro, sarà meglio che la nostra attenzione si focalizzi esclusivamente sullo “S&P500-Vecchio Mondo” ed il “FTSE MIB-Profeta del Nuovo (?)”: sappiamo che la cosa farà sorridere “i più”, ma forse sta per finire il tempo in cui un raffreddore a New York è destinato a diventar sempre e comunque una polmonite a Milano!
Ed in effetti, mettendo a confronto il rendimento ottenuto dal nostro mercato dall’inizio dell’anno con quello ottenuto nello stesso periodo dal mercato americano, la divergenza apertasi tra i due all’inizio di maggio si sarebbe potuta persino dire “insolente”:

Ed anche se eravamo costretti ad ammettere che…
alla luce di quel che si vede,
- senza dubbio, quello di New York è ancor solo un raffreddore (o, al massimo, un’influenza)
- senza dubbio, a Milano non s’ha alcuna polmonite, anzi…
…non lesinavamo di certo ottimismo quando ci spingevamo ad affermare:
È del tutto evidente che, per quanto riguarda Milano, ci troviamo in una situazione ancor in divenire, ma è comunque un divenire che, almeno per ora, s’annuncia invero molto positivo.