Zona bianca, le regole e da quando arriva nelle Regioni

La zona bianca arriva per alcune Regioni da giugno: quali sono le regole da rispettare sul coprifuoco e gli spostamenti e quali attività possono riaprire? Ecco tutte le novità in arrivo. Spunta l'ipotesi di zona bianca "rafforzata": cos'è e come funziona. Il calendario del passaggio in zona bianca per le Regioni italiane.

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Quando arriva la zona bianca nelle Regioni italiane? In un Italia sempre più gialla (ormai tutte le Regioni sono passate nella fascia di rischio inferiore), dove la campagna vaccinale prosegue senza sosta, i contagi, i morti e le ospedalizzazioni continuano a diminuire. Molte Regioni vedono avvicinarsi il passaggio alla zona bianca da giugno: per alcune la promozione avverrà prima, per altre ci vorrà più tempo. A decidere saranno i monitoraggi settimanali. Ma i cittadini iniziano già a interrogarsi sulle regole da rispettare in zona bianca in merito a coprifuoco, spostamenti e riaperture.

La zona bianca, infatti è la fascia di colore caratterizzata da minori restrizioni rispetto alla zona gialla, arancione o rossa, ma sul caso si stanno discutendo alcune modifiche da introdurre nell’ipotesi di aumento dei contagi: anziché tornare di nuovo in zona gialla, potrebbe essere introdotta una zona bianca “rafforzata”, con restrizioni maggiori, ma senza chiusure.

Vediamo quali sono le regole della zona bianca, come avviene il passaggio e da quando arriva la zona bianca nelle Regioni italiane.

Zona bianca: quando arriva? I criteri per il passaggio

Il decreto riaperture ha fissato e ribadito i criteri per il passaggio dalla zona caratterizzata da maggiori restrizioni alla zona bianca (introdotta dal decreto legge del 14 gennaio 2021), che non è un “liberi tutti” o una vittoria sulla pandemia. 

Le Regioni che puntano alla zona bianca devono rispettare dei criteri per il passaggio che sono molto stretti. Dunque, per ottenere la promozione occorre:

  • registrare dati epidemiologici riconducibili a uno scenario di tipo 1, con basso rischio;
  • registrare un’incidenza di contagi sotto i 50 casi ogni 100 mila abitanti per almeno 3 settimane consecutive.

Nonostante il decreto riaperture abbia fissato un calendario di passaggio delle Regioni in questa fascia di colore, saranno comunque i monitoraggi settimanali dell’Istituto Superiore della Sanità a definire quali Regioni possono passare alla zona bianca. Infine, solo l’ordinanza del Ministero della Salute sancisce con ufficialità il passaggio e la promozione delle Regioni.

Quando arriva la zona bianca nelle Regioni: il calendario

Il decreto riaperture, che fissa il calendario della ripresa graduale delle attività economiche fino al 1° luglio 2021, ha introdotto anche la zona bianca (alla quale la Sardegna aveva avuto accesso lo scorso 1° marzo ma ne era uscita in rosso dopo 15 giorni). Secondo le disposizioni contenute nel provvedimento, infatti, è stato fissato il calendario di passaggio delle Regioni italiane in zona bianca.

Da lunedì 31 maggio (sulla base del monitoraggio ISS di venerdì 28 maggio) sono tre le Regioni che dovrebbero passare alla fascia di colore con meno restrizioni, in quanto da almeno 3 settimane registrano un calo dei contagi continuo. Inoltre, la loro incidenza dei nuovi casi ogni 100 mila abitanti è inferiore a 50. Le Regioni che dall’inizio del mese di giugno possono passare in zona bianca sono il Friuli Venezia Giulia, il Molise e la Sardegna. Dall’inizio di giugno, inoltre, in tutte le zone gialle i ristoranti e i bar possono riaprire anche al chiuso.

A distanza di una settimana, dal 7 giugno, invece, a queste prime Regioni si potrebbero aggiungere altri territori: in particolare, sono l’Abruzzo, la Liguria e il Veneto a sperare nella zona bianca. Lo stesso giorno, inoltre, per tutta l’Italia, il coprifuoco viene spostato dalle ore 23 alle ore 24: un’ora in più di libertà.

Dal 14 giugno, infine, altre Regioni potrebbero sperare nel passaggio in zona bianca: sarà la volta di Lazio, Lombardia ed Emilia-Romagna (qualora il calo dei contagi dovesse proseguire).

Gradualmente toccherà poi a tutte le altre Regioni italiane che rispetteranno i suddetti criteri per il passaggio in zona bianca, caratterizzata da più libertà e meno restrizioni.

Quali sono le regole in zona bianca?

Ma ricordiamo che la zona bianca non è un “liberi tutti”: bisogna sempre mantenere alta la guardia per non passare a una colazione con restrizioni maggiori. Il decreto del Presidente del Consiglio del 2 marzo scorso, infatti, fissa le regole da seguire in zona bianca, nella quale non si applicano restrizioni come il coprifuoco o i limiti agli spostamenti dei cittadini. Eventuali ordinanze regionali, comunque, possono imporre restrizioni maggiori.

In zona bianca possono riaprire palestre, piscine, bar e ristoranti senza alcuna restrizione (nel rispetto dei protocolli stilati dalla cabina di regia), e possono ripartire tutte le altre attività produttive e sociali. In zona bianca, appunto, rimangono in vigore soltanto le disposizioni riguardanti il distanziamento sociale tra le persone e l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi all’aperto (dove non è possibile mantenere la distanza interpersonale tra le persone) e nei luoghi al chiuso. Occorre tenere presente anche una delle regole chiave di questo periodo: la frequente igiene delle mani e l’aerazione degli ambienti, oltre alla sanificazione dei locali al chiuso.

L’idea è quella di mantenere – per le Regioni che passano in zona bianca dal 31 maggio 2021 – il coprifuoco alle 24, almeno in un primo momento. Dal 21 giugno, comunque, in tutte le zone gialle (e bianche) in Italia il coprifuoco viene abolito. Inoltre, sarà previsto anche in zona bianca, l’obbligo di consumazione di cibi e bevande al tavolo nei locali all’aperto per evitare assembramenti.

Oltre a queste regole che potremmo definire “leggere”, rimangono in vigore anche tutte le linee guida in merito all’apertura dei ristoranti (con massimo 4 persone al tavolo salvo i conviventi, con distanziamento e frequente aerazione e igienizzazione), per le palestre, per le piscine e per tutte le attività economiche che hanno potuto riaprire seguendo il calendario delle riaperture fissato dal Governo.

L’esempio della Sardegna

Le regole attualmente in vigore andranno per la maggior parte a decadere con il passaggio in zona bianca, ma ciò non significa che eventuali ordinanze regionali non possano restringere il margine di libertà.

Riportiamo, a titolo di esempio, il caso della Sardegna, l’unica Regione italiana ad aver assaporato il passaggio in zona bianca dal 1° marzo 2021. Un gusto purtroppo amaro. dopo 15 giorni, infatti, l’isola è stata declassata in zona rossa per il balzo dei contagi. Dal 31 maggio, comunque, è candidata tra le Regioni che sperano nel passaggio in zona bianca.

Tuttavia, il governatore sardo Christian Solinas – in occasione del primo passaggio in zona bianca – aveva emanato un’ordinanza per restringere le libertà previste in zona bianca. Sull’isola, infatti, era rimasto in vigore il coprifuoco (dalle ore 23.30 alle ore 5 del mattino, anziché alle 22 come era allora in tutta Italia). Inoltre, i ristoranti potevano effettuare consumazioni al bancone o al tavolo fino alle ore 23, mentre per i pub la chiusura era anticipata alle ore 21. Per evitare il rischio di assembramento, infine, erano rimasti chiusi palestre, piscine, centri commerciali il sabato e la domenica, oltre a stadi, discoteche, fiere e tutti i luoghi considerati a rischio assembramenti.

Zona bianca “rafforzata”: spunta l’ipotesi di maggiori restrizioni

Da giugno molte Regioni italiane – come abbiamo visto – potrebbero passare in zona bianca e ciò significherebbe poter tornare (quasi) alla normalità, che poi non sarà mai come prima, ma almeno ci saranno concesse più attività in un clima molto meno incerto. L’ipotesi del passaggio in zona bianca spaventa ancora le Regioni: per evitare un balzo dei contagi, è necessario mantenere il rigore e la cautela.

L’esempio della Sardegna deve essere l’emblema di come abbassare la guardia possa comportare un ritorno indietro dell’epidemia e peggiorare una situazione già precaria. Per scongiurare danni e vanificare gli sforzi fatti sino ad ora occorre introdurre alcune ulteriori limitazioni alla zona bianca.

Anche per questo motivo, il presidente della Conferenza delle Regioni – nonché il governatore del Friuli Venezia Giulia, una delle prime Regioni che sperano nella promozione – Massimiliano Fedriga, in accordo con gli altri governatori delle Regioni che passeranno per prime in questa fascia di colore, è pronto a presentare al governo una nuova fascia che funge da “cuscinetto” in caso di balzo dei contagi: la zona bianca “rafforzata”.

Questa nuova classificazione permetterebbe alle Regioni di non passare da subito in zona gialla qualora dovessero verificarsi lievi aumenti dei contagi, ma di passare appunto alla zona bianca “rafforzata”, caratterizzata da maggiori restrizioni per i cittadini, ma senza la necessità di chiudere le attività economiche.

Zona bianca “rafforzata”: come funziona

Le ipotesi che le Regioni metteranno sul tavolo del Governo proponendo la zona bianca “rafforzata” riguardano principalmente due ambiti: 

  • il coprifuoco;
  • una sorta di “cuscinetto” da tenere in considerazione in caso di aumento dei contagi. 

Infatti, per discutere su tali questioni, il 26 maggio 2021 è prevista una riunione con le Regioni, il governo e la cabina di regia in merito alle regole da rispettare in zona bianca e sulle potenziali Regioni candidate a tale fascia di colore (in attesa del monitoraggio di venerdì).

I governatori sono concordi nell’introdurre maggiori restrizioni, con l’ipotesi di introduzione di una zona bianca “rafforzata” che faccia appunto da “ultima spiaggia” in caso di aumento dei contagi scongiurando il ritorno in fasce di colore caratterizzate da regole più restrittive. 

Per chi passa in zona bianca ai primi di giugno e registra un lieve aumento dei contagi (superando l’incidenza di 50 casi ogni 100 mila abitanti), in tal senso, avviene il passaggio alla zona bianca “rafforzata” anziché il ritorno immediato in zona gialla.

Nella zona bianca, inoltre, il coprifuoco resterebbe in vigore dalle ore 24 alle ore 5 del mattino, almeno fino al 21 giugno quando è prevista la sua abolizione in tutta Italia. Previsto l’obbligo di consumazione di cibi e bevande solo al tavolo all’aperto, almeno per le prime settimane di zona bianca.