Alzheimer, il nuovo farmaco sperimentale che rallenta il decorso della malattia

Un barlume di speranza si accende per i malati di Alzheimer: un farmaco potrebbe rallentare la malattia. Come funziona e quando sarà disponibile.

Forse uno spiffero di aria fresca in quest’aria soffocante, uno spiraglio che possa far filtrare un po’ di luce nelle tenebre delle menti annebbiate dall’Alzheimer. Una malattia terribile, quella che, secondo le previsioni, nel 2040 potrebbe affliggere ben 2,5 milioni di persone, condannate a dimenticare parti della loro vita, che diverrebbe un puzzle cui mancano sempre più pezzi, fino a scomporsi completamente.

I ricordi sono importanti, ci costituiscono e ci rendono ciò che siamo, rappresentando un caldo angolino dove rifugiarci quando il presente si fa troppo stretto. Eppure, quest’appiglio non è sempre certo, e man mano che si invecchia, il mostro dell’Alzheimer potrebbe rubarceli, fino a farci scordare persino i nomi dei nostri cari. Ma se vi dicessimo che forse si potrebbe accendere una nuova speranza? Se ci fosse un nuovo farmaco che potrebbe rallentare il corso della malattia?

Alzheimer, il farmaco che rallenterebbe il corso della malattia

La nostra memoria è importantissima. Infatti ci scolpisce, convertendoci da esseri umani a persone dotate di un’essenza. Tuttavia, tutto ciò potrebbe essere strappato via dall’Alzheimer. La ricerca scientifica è sempre in prima linea quando si tratta di sperimentare possibili soluzioni, e proprio da un nuovo studio proviene un nuovo farmaco che potrebbe rallentare il declino cognitivo.

Lo studio in questione è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine, e verte su Lecanemab, anticorpo monoclonale che agirebbe rallentando il progresso della patologia nelle persone che vivono con una forma precoce. In particolare, Carmelo Marra, responsabile dell’Unità di clinica della memoria del policlinico Gemelli di Roma e associato di neurologia all’università Cattolica del Sacro Cuore, dichiara:

”È la prima volta che uno studio clinico su questa classe di farmaci raggiunge l’obiettivo primario, rappresentato dall’impatto sulla stadiazione della malattia. Siamo di fronte a una bella speranza, nonostante rimangano diversi aspetti da chiarire”.

Ovviamente, gli esperti invitano a non cantare vittoria troppo presto, in quanto seppur la risposta sia stata buona, nulla è certo, soprattutto di fronte a una malattia che intacca qualsiasi nostra certezza.

Alzheimer, il farmaco che rallenterebbe la malattia: come funziona?

Allo studio in questione hanno partecipato quasi 1.800 persone di età compresa tra 50 e 90 anni, affette da una forma di deterioramento cognitivo lieve, situazione che potrebbe aumentare il rischio di sviluppare Alzheimer del 20%. Dallo studio è emerso che il farmaco favorirebbe un rallentamento della progressione della malattia. Infatti in molte persone il declino cognitivo si stava tramutando in demenza senile, ma con una velocità ridotta di circa un quarto, garantendo forse la possibilità di vivere autonomamente per almeno un anno e mezzo in più, aspetto da confermare. Inoltre, è importante sottolineare che la fetta di malati che potranno godere – forse – di questa scoperta scientifica corrisponde a un numero tra 20mila e 110mila pazienti, cui andrebbero aggiunte 7-800 persone con una forma iniziale della malattia.

Ma come funziona il farmaco? Per quanto concerne la terapia, l’osservazione alla base dei dati fa riferimento a un anno e mezzo, in cui Lecanemab agirebbe eliminando le proteine ​​che si accumulano nel cervello e causano la malattia.

Alzheimer, i rischi collaterali del farmaco che rallenterebbe la malattia

Ovviamente, bisogna andarci cauti con Lecanemab, in quanto si attendono nuovi sviluppi sulla sua efficacia. Inoltre, è bene ricordare che sono stati segnalati effetti collaterali, che hanno condotto il 7% dei pazienti a interrompere la terapia. La maggior parte di questi ultimi sono stati lievi, tuttavia, sono stati registrati anche edemi ed emorragie cerebrali, soprattutto dopo la prima somministrazione. Insomma, solo la scienza ci fornirà delle risposte adeguate, e nel frattempo non ci resta che sperare.

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Quando potrebbe essere disponibile Lecanemab, il nuovo farmaco per l’Alzheimer

La statunitense Biogen e la giapponese Eisai, che in tandem hanno sviluppato il farmaco, contano di richiederne l’autorizzazione alle agenzie ed organi competenti sia negli Statui Uniti che in Europa e Giappone ad inizio 2023.

Una volta richiesta l’autorizzazione, si spera che le procedure di verifica e validazione dei dati siano il più veloci possibile.

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