Disturbi alimentari, quali sono i più diffusi? Un fenomeno in crescita dopo il Covid

Anoressia, bulimia e binge eating: scopriamo quali sono i disturbi alimentari più frequenti, e quali sono i campanelli d'allarme secondo gli esperti.

Il 15 marzo ricorre la Giornata Nazionale contro i disturbi alimentari, che ha per simbolo un fiocchetto lilla. Il fenomeno, sempre più diffuso fra giovani e giovanissimi (si parla anche di bambini delle scuole elementari) è in netta crescita.

Di disturbi alimentari soffrono infatti 3 milioni di persone in tutta Italia. Di anoressia, bulimia e binge eating muoiono inoltre ogni anno migliaia di ragazzi (4000 nel 2022): sono infatti la seconda causa di morte per la fascia 12-25 anni.

Vediamo allora quali sono i disturbi alimentari più diffusi, e quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione per agire il più presto possibile.

I disturbi alimentari più diffusi: in testa anoressia e bulimia

Fra i disturbi alimentari più diffusi si trovano anoressia, bulimia e binge eating, che sembrano essere aumentati del 40% dopo la pandemia, che ha agito da catalizzatore nei confronti di malesseri e tendenze già presenti.

Un ruolo cruciale sembra essere anche quello dei media, e in particolare dei social networks, in cui è possibile imbattersi in un culto sempre più esasperato dell’immagine e del corpo, che tende verso una perfezione impossibile e, troppo spesso, veicolano idee devianti e pericolose.

Ecco allora in che cosa consistono i tre disturbi alimentari più diffusi.

Anoressia, in cosa consiste e quali conseguenze

L’anoressia nervosa ha cause psicologiche, che spingono chi ne soffre a rifiutare progressivamente cibo per paura di ingrassare, compromettendo anche le proprie funzioni vitali.

Chi soffre di anoressia, come anche degli altri disturbi alimentari, spesso è anche affetto da dismorfismo corporeo, ovvero una percezione alterata della propria immagine: anche con un corpo emaciato e scheletrico, allo specchio ci si vedrà ancora troppo grassi.

Occasionalmente si verificano abbuffate, che causano enormi sensi di colpa e si concludono con vomito autoindotto, sport eccessivo e un utilizzo inappropriato di lassativi e diuretici, che a lungo andare possono peggiorare lo stato del proprio apparato digerente.

Le conseguenze sono un abbassamento importante delle difese immunitarie, che possono causare infezioni, la compromissione degli organi e addirittura arresti e attacchi cardiaci.

Bulimia, campanelli d’allarme e come riconoscerla

La bulimia nervosa si fa riconoscere per la tendenza ad ingerire grandi quantità di cibo, soprattutto dolce o salato (come hamburger e patatine), a cui segue il vomito autoindotto, ma anche il digiuno e l’esercizio fisico estremo.

Quello che nell’anoressia è un episodio isolato, è la norma per i bulimici. A differenza degli anoressici, inoltre, è possibile rientrare nel proprio peso normale, a cui segue però la paura di ingrassare e un conseguente nuovo ciclo di abbuffate e vomito.

A lungo andare la bulimia danneggia gravemente il sistema digerente e soprattutto stomaco ed esofago, continuamente sottoposto alla risalita degli acidi gastrici.

Binge eating, di cosa si tratta?

In italiano si parla di Disturbo da alimentazione incontrollata. Anche in questo caso si hanno grandi abbuffate, ma non seguono comportamenti compensatori.

Le persone che soffrono di binge eating possono aumentare di peso molto velocemente, e spesso sono sovrappeso o obese (da ricordare, però, come l’obesità sia legata ad un complesso concerto di fattori, e non soltanto all’alimentazione: intervengono fatto ormonali, genetici e il modo particolare in cui il corpo reagisce al cibo).

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I campanelli d’allarme da non sottovalutare

Nel trattamento dei disturbi alimentari è cruciale l’intervento tempestivo, anche perché a lungo andare le conseguenze fisiche potrebbero essere irreversibili.

Nonostante chi soffra di disturbi alimentari tenda spesso a nascondersi e a coprire le proprie tracce (gettando il cibo nella spazzatura di nascosto, o mentendo su pasti fuori casa), è essenziale il supporto di familiari, amici e colleghi nell’individuare i sintomi.

Ecco allora qualche campanello d’allarme da non sottovalutare nelle persone che ci sono vicine:

  • Cambia il modo in cui si mangia. Il cibo è spezzettato, il pasto è protratto molto a lungo e si inizia a fare a meno di alcuni alimenti.

  • Troppo spesso in bagno. Se il passaggio dal tavolo al bagno diventa sistematico, soprattutto per la bulimia, ci si deve iniziare a porre qualche domanda.

  • L’ansia e il malessere al momento dei pasti. Mangiare diventa una tortura e un supplizio, di cui si farebbe volentieri a meno, ma si tende anche a mangiare molto e di nascosto.

  • Isolamento. Si fuggono le occasioni di socialità e si diminuiscono gli incontri con gli amici.

Nel caso in cui qualcuno a cui si è vicini manifesti un disturbo alimentare, il percorso da fare può essere molto lungo e complesso. Il primo passo è sicuramente informarsi, non sottovalutare i segnali e sostenere la persona malata. Un passo cruciale è poi entrare in contatto con medici ed esperti.

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Margherita Cerri
Margherita Cerri
Redattrice, classe 1998. Appassionata di letteratura e di scrittura, mi sono laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi di Milano con una tesi sul rapporto fra Italo Calvino e il gruppo Oulipo. Dopo alcune esperienze come aiuto bibliotecaria e insegnante, ho svolto un periodo di studio a Parigi, e infine mi sono unita a Trend Online tramite uno stage curriculare. Scrivo principalmente di cinema, spettacolo, attualità e viaggi. Motto: Qualunque cosa sogni d'intraprendere
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