Amanita falloide, possibile antidoto per il fungo più velenoso al mondo

C'è forse finalmente un'antidoto che annullerebbe le conseguenze mortali di uno dei funghi più pericolosi in natura.

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Il fungo più pericoloso e mortale che esista in natura, altamente diffuso e multi-forme, responsabile del 90% dei decessi legati al consumo di funghi, sembra avere un antidoto in grado di ridurre la fatalità del suo veleno. Vediamo come riconoscerlo e la ricerca che porta all'antidoto.

Amanita Falloide, il fungo più velenoso al mondo

Amanita Falloide è un fungo molto diffuso in tutta Italia, cresce tra l'estate e l'autunno ed è tra i più letali al mondo. È noto comunemente come Angelo della morte o Ovolo Bastardo a causa del suo polimorfismo che lo rende molto simile ad altri funghi totalmente innocui.

Questo fungo produce una sostanza chiamata α-amanitina che se ingerita impedisce la formazione del Rna messaggero e provoca la morte nella maggior parte dei casi.

Senza avere un occhio esperto per riconoscerlo esiste un metodo certo: schiacciare un frammento del fungo su un giornale e far cadere qualche goccia di acido muriatico sull'impronta lasciata, se entro 5-10 minuti si crea un alone bluastro allora non ci sono dubbi: è l'amanita.

Sintomi dell'avvelenamento da Amanita Phalloides

Questo fungo se ingerito porta alla morte nell'80% dei casi, ne bastano pochi milligrammi per causare l'avvelenamento e danni irreversibili al fegato.

Per quanto riguarda la sintomatologia, i primi effetti si hanno tra le 6 e le 12 ore successive all'assunzione, in alcuni casi possono presentarsi anche dopo che sono trascorse 40 ore. Ma quando si manifestano i primi sintomi è oramai già troppo tardi, perché intanto la tossina è in fase di incubazione rimanendo latente nell'organismo. È proprio questa fase di latenza a rendere così alto il tasso di mortalità, infatti, dopo le 12-40 ore si hanno le manifestazioni esplicite come vomito incontrollabile, problemi all'intestino, sudorazione eccessiva già questa fase detta gastrointestinale può portare all'insufficienza renale acuta e alla morte.

Poi abbiamo le ultime due fasi, la fase epatica che porta ad emorragie interne e l'epatica grave che si manifesta dopo un massimo di 5 giorni e precede il decesso, infatti è caratterizzata dalla necrosi epatica, insufficienza respiratoria, convulsioni e coma epatico.

Un possibile antidoto al fungo più letale in assoluto

Fino alla scoperta di un possibile antidoto l'unico rimedio era una diagnosi preventiva, molto difficile proprio per la tempistica della sintomatologia, che comunque comportava conseguenze per il soggetto come il trapianto di fegato o la dialisi.

Tuttavia una squadra di scienziati e ricercatori provenienti da Cina e Australia ha trovato un potenziale antidoto per contrastare l'effetto tossico del fungo, infatti, ci sarebbe una sostanza chimica nota come verde indocianina che andrebbe ad inibire la proteina che ha un ruolo chiave nella tossicità dell'Amanita ossia l'enzima STT3B.

Questo rimedio è ancora in fase di sperimentazione, ma per ora i risultati sembrano incoraggianti, il 50% dei topi a cui è stata somministrata la sostanza entro le 4 ore dall'assunzione del veleno è sopravvissuta.

Tuttavia per determinare in che modo in che modo il verde indocianina inibisca la tossicità e valutare quanto la somministrazione sia sicura negli esseri umani è necessario condurre altre ricerche.

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