Cambio di regole: green pass anche con il test sierologico?

Si potrebbe ottenere il Green Pass presentando un test sierologico che attesti un'adeguata quantità di anticorpi nei guariti? Vediamo la riposta dell'Iss!

I test anticorpali o sierologici  cercano anticorpi nel sangue che combattono il virus che causa il COVID-19.

Gli anticorpi sono proteine ​​create dal tuo sistema immunitario che ti aiutano a combattere le infezioni. Vengono prodotti dopo che sei stato infettato o sei stato vaccinato contro un’infezione.

Molti medici e scienziati stanno chiedendo al Governo di rivedere le regole sul Green Pass, basandolo sul test sierologico che misura la quantità di anticorpi anti Sars Cov2. Perché, secondo alcuni pareri, l’immunità naturale dovuta alla guarigione dal virus, sarebbe molto più potente e molto più duratura e quindi non si riesce a comprendere perché anche i guariti, per allungare la durata del loro pass, dovrebbero farsi inoculare dosi di vaccino. Non è mai successo, infatti, di fare un vaccino per una malattia già avuta e superata

L’ISS: test sierologici non forniscono prova valida di immunizzazione

Ebbene la risposta dell’ISS, però, non lascia ben sperare in questo senso. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, anche se  il rilevamento di anticorpi in un test sierologico possa fornire prove di un’infezione o pregressa vaccinazione e quindi di una possibile protezione, ad oggi non si può indicare qual è la quantità minima di anticorpi che provveda un’adeguata protezione dal virus

Questo è quanto afferma la relazione tecnica dell’Iss, in base ad una specifica richiestsa fatta direttamente dal Ministero della Salute. Ma, mi chiedo, è mai possibile che dopo due anni di pandemia, di vaccinazioni, di guarigioni e di test sierologici non si sia riusciti a stabilire qual è la quantità minima di anticorpi che un individuo deve possedere per considerarsi immune dal Covid? A me pare francamente assurdo e, come dice un detto, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

Questa affermazione dell’Iss sembra essere stata preparata ad hoc per impedire ai guariti di poter avere un pass senza scadenza e quindi per obbligarli a vaccinarsi comunque, nonostante la guarigione e nonostante la presenza di anticorpi.

Il test sierologico attesta con certezza la presenza o meno di anticorpi

Il test sierologico che attesta, senza ombra di dubbio perché è un esame del sangue, la presenza di anticorpi neutralizzanti anti Sars-Cov-2, non ha “evidenze scientifiche”tali da stabilire se la persona possa essere immune oppure no”, secondo l’Iss.

Perché il vaccino ce le ha queste evidenze scientifiche? Perché un vaccino non immunizzante come quello anti-covid sta dimostrando queste evidenze scientifiche che l’Iss non riscontra nel test sierologico? Sembra davvero tutto una barzelletta.  

Il Ministero della Salute – si legge – ha ribadito più volte che l’esecuzione di test sierologici volti a stabilire la presenza di anticopri non può di per sé essere considerata al momento alternativa al completamento del ciclo vaccinale“.

Ma perché? Se l’obbiettivo dei vaccini è creare una risposta anticorpale contro il Covid e un soggetto ha già di suo questa risposta, perché non può essere considerata un’alternativa al vaccino, come accade con tutte le altre malattie? (varicella, rosolia, morbillo e così via). Si vuole boicottare la guarigione a favore della vaccinazione? E’ questo l’intento?

Ad oggi secondo l’Iss nessun test ai fini diagnostici, come il sierologico, serve ad escludere la vaccinazione. Questa decisione, ancora una volta esclusivamente italiana, risulta davvero incomprensibile, visto che l’obbiettivo è che più persone possibili possiedano una quantità di anticorpi tale da essere immuni al Sars-Cov 2.

Alcuni paesi in Europa tengono conto dei test sierologici

Alcuni paesi in Europa, infatti, hanno deciso di concedere il Green pass anche a chi riesce a dimostrare con un test sierologico di avere abbastanza anticorpi contro il Covid-19, così da non dover fare la terza dose di vaccino.

Il primo governo a dare l’ok è stato, lo scorso ottobre, quello della Bulgaria dove la vaccinazione non è mai davvero decollata e c’è molto scetticismo. Un altro Paese che ha seguito la stessa strada della Bulgaria è stato la Lituania. Infine altre due nazioni europee che hanno concesso questa possibilità, sono Svizzera e Islanda

Test sierologici: i risultati di uno studio cinese

Studiare la durata degli anticorpi attraverso l’utilizzo di test sierologici è stato anche l’obbiettivo di uno studio tenuto dalla Southern University of Science and Technology di Shenzhen, in Cina.

Lo studio ha notato che i coronavirus umani stagionali inducono risposte anticorpali di breve durata e ci si può reinfettare nei dodici mesi successivi. Nel caso di Sars-CoV-2 ancora non esistono dati definitivi. 

Si sono studiati 214 pazienti guariti e si è notato come il picco degli anticorpi viene raggiunto dopo 3 mesi dall’infezione e poi cala fino a stabilizzarsi ad un certo punto. Dopo un anno, però, il 50% degli asintomatici non avevano alcun anticorpo rilevabile.

Le ricerche su questo argomento, comunque, non si fermano e infatti è stato fatto uno studio anche su Nature Microbiology. In questo studio si è scoperto come la maggior parte dei soggetti che si sono infettati con il Covid, specie se hanno avuto effetti più o meno gravi, possiedono anticorpi sufficienti almeno per sedici mesi

Capire quanto duri l’immunizzazione naturale è un aspetto importantissimo che gli scienziati dovrebbero tentare di scoprire al più presto, visto il gran numero di guariti.

L’Iss, però, come abbiamo già accennato, al momento non lascia spazi a dubbi: anche se il riscontro di anticorpi suggerisce la presenza di una risposta immunitaria, non è noto se siano livelli sufficienti a proteggere e, soprattutto, non è noto quanto duri la protezione.

Test Sierologici: per Israele sono validi

Il Ministero della Salute Israeliano, invece, qualche mese fa ha annunciato che i pazienti guariti dal COVID-19 potranno ricevere un Green Pass con un test sierologico che dimostri di avere anticorpi contro il coronavirus e una singola dose di vaccino.

Secondo la nuova procedura, “l’esito positivo di un test sierologico anti-N, eseguito in Israele secondo il protocollo approvato dal Ministero della Salute, sarà considerato valido solo al completamento di almeno una dose di vaccino, indipendentemente dal ordine del test e del vaccino”, ha affermato il ministero in una nota.

Comunque i guariti dall’infezione, pur avendo una quantità di anticorpi che va riducendosi con il passare del tempo (come i vaccinati) secondo uno studio, il 98,8% di coloro che hanno contratto il Covid non solo in forma sintomatica ma anche asintomatica, conserva nel proprio organismo un livello rilevabile di anticorpi per almeno 9 mesi.

Questo è l’importante risultato di uno studio condotto dall’Università di Padova con la collaborazione dell’Imperial College di Londra, i cui risultati sono stati pubblicati dalla rivista “Nature Communications”. Perché l’Istituto Superiore di Sanità, invece, non tiene conto di questi studi e dà per scontato che un guarito, a prescindere dalla quantità di anticorpi che possiede, debba vaccinarsi?

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
765FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate