Quanto dura l’immunità dopo la guarigione dal Covid.19?

Avete avuto il Covid nella prima ondata o forse nell'ultima? Avete pensato di fare un test sierologico? Vorreste sapere quanto dura l'immunità? Scopriamolo!

Se hai avuto il COVID-19, nella prima ondata o nelle successive, potresti domandarti se ora hai un’immunità naturale contro il Coronavirus e se questa immunità sia duratura oppure no

Inoltre che differenza c’è tra l’immunità naturale e quella offerta dalle vaccinazioni anti COVID-19?

Lisa Maragakis, MD, MPH, direttore senior della prevenzione delle infezioni, e Gabor Kelen e direttore del Johns Hopkins Office of Critical Event Preparedness and Response, ci possono aiutare a comprendere in cosa consiste l’immunità naturale. 

Covid-19: cos’è l’immunità?

L’immunità è la capacità del tuo corpo di proteggerti dall’ammalarti quando sei esposto a un agente infettivo (“germe”) come un batterio, un virus, un parassita o un fungo.

L’immunità è un processo complesso che coinvolge non solo una parte del corpo umano, ma diverse.

Il corpo umano, infatti, quando viene attaccato da un agente patogeno esterno, produce una varietà di cellule diverse per combattere gli “invasori”.

Alcuni di questi rilasciano proteine ​​speciali chiamate anticorpi nel flusso sanguigno. Queste cellule che producono gli anticorpi possono riuscire a “ricordare” in futuro un particolare germe in modo da poterne rilevare la presenza se dovesse ripresentarsi e produrre anticorpi per fermarlo in tempo.

Covid-19: cos’è l’immunità naturale?

L’immunità naturale è la protezione anticorpale che il tuo corpo, da solo, crea contro un agente patogeno una volta che ne sei stato infettato. L’immunità naturale varia a seconda della persona e dell’agente patogeno.

Ad esempio, è improbabile che le persone che hanno avuto il morbillo lo contraggano di nuovo, ma questo non è il caso di tutte le malattie. Un caso lieve di malattia, potrebbe non produrre una forte immunità naturale. 

L’immunità dal Covid indotta dal vaccino è ciò che otteniamo essendo completamente vaccinati con un vaccino COVID-19 approvato o autorizzato. Questa immunità dura qualche mese, alcuni scienziati parlando di sei mesi, altri addirittura di 4 mesi

Ecco perché sono state approvate delle dosi ulteriori (booster) per allungare il periodo in cui si dovrebbe essere protetti. Purtroppo la vaccinazione ha il “difetto” di non lasciare nel corpo memoria immunologica

Covid-19: che cos’è la memoria immunologica?

La memoria immunologica non è altro che una versione di lunga durata della reazione immunitaria immediata a un particolare virus.

Nell’immunità di memoria, ci sono i linfociti B e T che riguardano un virus, che restano in una fase dormiente, ma avendo memoria del virus, se dovessero ritornare a contatto con esso si attiverebbero immediatamente. 

I linfociti B e T derivano dalla risposta immunitaria che il corpo ha avuto durante l’infezione. Le cellule subiscono modifiche al loro DNA cromosomico, dette modificazioni epigenetiche, che permette loro di reagire più rapidamente ai nuovi segni di infezione e di guidare risposte orientate all’eliminazione dell’agente patogeno.

L’infezione da SARS-CoV-2 fornisce una sostanziale immunità naturale contro la reinfezione. Studi recenti hanno mostrato un forte declino dell’immunità fornita dal vaccino BNT162b2. 

I dati sulle infezioni confermate da SARS-CoV-2 sono stati estratti dal database del Ministero della Salute israeliano per il periodo da agosto a settembre 2021 per quanto riguarda tutte le persone precedentemente infettate o vaccinate. I tassi di infezione sono calcolati in funzione del tempo dall’ultimo evento di conferimento dell’immunità e sono stati studiati utilizzando la regressione di Poisson.

In conclusione, dopo lo studio, si può affermare che la protezione dalla reinfezione diminuisce con il tempo, sia nel caso del vaccino che nel caso di guarigione dall’infezione, ma quest’ultima è tuttavia superiore a quella conferita dalla vaccinazione con due dosi.

Questo studio è stato autonomo ed indipendente e non ha ricevuto alcun finanziamento.

Lo studio è stato approvato dall’Institutional Review Board dello Sheba Medical Center. Numero di approvazione Helsinki: SMC-8228-21.

Uno studio israeliano confronta la diminuzione dell’immunità in coloro guariti dopo l’infezione e in coloro che si sono vaccinati

Lo studio ha coinvolto oltre 5,7 milioni di persone confermate di avere l’infezione da SARS-CoV-2 nel periodo dal 1 agosto al 30 settembre 2021. In tutti i gruppi studiati, vale a dire guariti, vaccinati e poi guariti, guarite e poi vaccinati, vaccinate con il richiamo, i ricercatori hanno scoperto che i tassi di infezione sono aumentati con il passare del tempo dall’evento immunizzante (sia esso guarigione o vaccino, appunto.)

Nel gruppo dei guariti senza vaccinazione, il tasso di infezione era del 10,5% per persone infettatesi e guarite 4-6 mesi prima dello studio; il rischio è salito al 30% per coloro che sono guariti più di un anno prima dello studio. 

Allo stesso modo, per gli individui guariti con una singola dose di vaccino assunta più di sei mesi prima dello studio, il rischio dell’infezione era di circa il 12% contro il 3% di coloro che si erano vaccinati non più di due mesi prima dello studio. Il rischio si alza al 90% se vaccinati più di sei mesi prima dello studio.

Sia l’immunità naturale che vaccinale hanno dimostrato, nel caso del Sars-Cov2, di diminuire con il passare del tempo dall’evento immunizzante. 

I ricercatori hanno scoperto che l’immunità naturale concede una protezione maggiore rispetto a due dosi di vaccino. La protezione contro le infezioni potrebbe essere ripristinata nel gruppo vaccinato mediante una terza dose di richiamo o una singola dose di vaccino a un individuo guarito.

Covid-19: netta superiorità dell’immunità naturale

I risultati confermano un altro studio fatto sempre in Israele e che mostra una netta superiorità dell’immunità derivante da guarigione o da guarigione più vaccino, rispetto  a quella indotta solo da due dosi di vaccino.  

È interessante notare che, sebbene il numero di infezioni gravi fosse relativamente basso, non sembra che la protezione dopo la doppia vaccinazione sia superiore all’immunità naturale dopo l’infezione, a 3-6 mesi.

Il periodo di studio ha riguardato i ceppi Alpha e Delta. Non si può prevedere la protezione contro i ceppi più recenti come l’Omicron.

Lo studio aiuta a colmare la necessità di comprendere come l’immunità diminuisca dopo la doppia vaccinazione o dopo l’infezione. La conclusione è che la “la protezione dalla reinfezione diminuisce con il tempo dall’infezione precedente, ma è, tuttavia, superiore a quella conferita dalla vaccinazione con due dosi rispetto a quella raggiunta naturalmente con l’infezione“.

Un altro studio ZOE COVID mostra che l’immunità ibrida (guarigione più vaccino) offre una protezione molto maggiore rispetto all’immunità naturale o alla sola vaccinazione

Mike Malim, Professore di Malattie Infettive al King’s College di Londra, ci spiega che quando ci infettiamo con SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, il corpo innesca una risposta immunitaria. Ciò comporta la produzione di anticorpi da parte delle cellule B, che combattono l’infezione, e l’attivazione di cellule T che attaccano le cellule infettate da virus. 

Dopo che l’infezione iniziale è finita, per la maggior parte di noi gli anticorpi rimangono nel flusso sanguigno per proteggersi dalla reinfezione. L’analisi dello studio suggerisce che gli anticorpi permangono per almeno 450 giorni. Altri studi dimostrano che possono rimanere in circolazione per sei mesi o anche per più tempo

Nel corpo restano anche i linfociti B e T di memoria, che restano per mesi o addirittura anni. Queste cellule “ricordano” l’aspetto del virus, quindi il sistema immunitario può entrare rapidamente in azione se in futuro l’agente patogeno si ripresenterà di nuovo.

L’efficacia della risposta immunitaria e i livelli di immunità dopo aver avuto un COVID-19 variano ampiamente da persona a persona. 

“Siamo tutti diversi, quindi anche il nostro sistema immunitario sarà diverso”, spiega il professor Mike Malim del King’s College di Londra. “Alcune persone si ammalano gravemente di COVID mentre altre non hanno alcun sintomo a causa delle differenze nella risposta immunitaria sottostante e di una serie di altre caratteristiche, e ci sarà anche un’ampia variazione nel livello di immunità dopo l’infezione”.

L’immunità naturale è migliore della vaccinazione contro il COVID-19?

Ci sono circa 30 diverse proteine ​​che compongono il virus SARS-CoV-2, mentre i vaccini contengono solo la proteina spike.

“Quando vieni infettato dal vero virus, produci anticorpi e cellule T contro tutte le proteine ​​virali, dando una risposta immunitaria molto ampia ma variabile”, dice il dottor Mike. 

“I vaccini contengono solo la proteina spike, quindi stai solo allenando il sistema immunitario a riconoscere quella particolare proteina, ma sono stati progettati per fornire una risposta immunitaria protettiva robusta e affidabile”.

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