Il pianto di un bambino, i fischi, il rumore generato da persone che mangiano, sorseggiano, i suoni stridenti. Sono senz’altro molto fastidiosi, ma in alcune persone potrebbero causare una reazione negativa profonda al punto da rivelarsi del tutto insopportabili. <
Pochissimi ne sono consapevoli, ma in realtà potrebbe trattarsi di misofonia. Ecco di cosa si tratta, quali sono i sintomi e le possibili cure.
Suoni insopportabili: cos’è la misofonia e quali sono i sintomi
La misofonia è un disordine neuropsicologico che alla presenza di alcuni suoni causa reazioni emotive e fisiche che potrebbero ad occhi esterni risultare anche esagerate date le circostanze.
Le persone che ne soffrono, hanno una ridotta tolleranza ad alcuni suoni, in particolare quelli generati da qualcuno quando ad esempio mangia, respira o mastica. Ma anche altri suoni come il ticchettare o il rumore generato dal premere i tasti sul pc o in casi estremi anche suoni bassi e distanti che normalmente il cervello esclude a priori.
Non si tratta di una sensibilità eccessiva. I sintomi possono essere molteplici come un aumento del battito cardiaco, uno stato di malessere generico, paura, rabbia, panico, sudorazione improvvisa, desiderio immediato di allontanarsi e altri anche molto complessi da controllare.
Un disturbo abbastanza diffuso, quante persone soffrono di misofonia?
La misofonia spesso influenza negativamente la vita sociale di chi ne soffre, che potrebbe evitare di stare insieme ad altre persone anche solo per la paura che qualcuno possa produrre quei suoni che gli provocano fastidio.
Pur essendo un disturbo poco conosciuto, è un fenomeno abbastanza diffuso circa 1 persona su 5 ne è colpita. È essenziale diffondere la consapevolezza di ciò, per prendere le giuste misure nel caso, e non sentirsi sbagliati se si soffre in maniera spropositata per un qualche suono.
Perché alcuni suoni danno fastidio: le cause della misofonia
Sebbene siano passati degli anni, la comunità scientifica ancora dibatte per identificare l’origine del problema. Alcuni lo associano esclusivamente ai disturbi dell’orecchio come l’iperacusia, altri invece lo connettono ai disturbi psicologiche.
Dunque, una delle probabili cause della misofonia potrebbe essere un disordine neurologico risultante da un’esperienza negativa infantile connessa ad uno specifico suono.
Altri suggeriscono un’iperconnettività tra il sistema uditivo e limbico del cervello, infatti un gruppo di ricercatori ha scoperto che nei soggetti con misofonia che ascoltano il suono trigger vi è una diretta attivazione della corteccia insulare anteriore che innesca a sua volta l’attività di altre parti del cervello, responsabili di memoria a lungo termine, paura e altre emozioni. In poche parole questo spiegherebbe le forte reazioni emotive.
In ogni caso tutt’oggi c’è poca chiarezza su quali siano le reali cause.
Trattamento: come ridurre i sintomi e alcuni consigli
Per ridurre i sintomi della misofonia, non c’è una risposta univoca ma hanno riscosso buoni risultati sia la terapia del suono ma anche la terapia cognitivo-comportamentale. La prima comporta la desensibilizzazione acustica ossia un’esposizione controllata e ridotta al suono trigger per un tempo variabile. Invece la seconda ha lo scopo di istruire il soggetto affinché riesca a dominare il suo disturbo almeno in parte.
I pochi consigli per chi ne è affetto sono semplici ma anche scomodi da accettare, come evitare di esporsi ad un silenzio prolungato e non indossare le protezioni auricolari che per assurdo aumentano la selezione dei rumori fastidiosi per il nostro cervello.
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