Covid, con le nuove varianti cambiano i sintomi: ecco quali e come distinguerle

Con le nuove varianti Covid, Cerberus e Gryphon, sono cambiati anche i sintomi. Ecco quali sono, e come distinguerle.

Ad oggi oltre il 90% della popolazione italiana è vaccinata, di cui il 75% arrivati alla tripla dose, e il 25% alla quarta.

Credo che bisognerà fare in fretta a richiederla, visto che stanno cominciando ad aumentare ancora i casi Covid in tutta Italia.

Il motivo di questa impennata è dovuto alle nuove varianti Covid, nuove forme del virus particolarmente abili ad aggirare i vaccini, tranne quelli più recenti.

Sono ben due le varianti Covid che stanno avendo la meglio, e ognuna di esse ha dei sintomi completamente diversi rispetto alle precedenti versioni del Covid, come la ormai scomparsa Delta e (per il momento) la dominante Omicron.

Purtroppo per riconoscere al meglio queste varianti tocca sottoporsi ad un tampone, e se si vuole fare in fretta tocca anche pagarlo. Per non farti prendere alla sprovvista, ti suggeriamo di fare attenzione ai sintomi di queste nuove varianti.

Quali sono i sintomi delle nuove varianti Cerberus e Gryphon

Ad oggi sono state identificate per due varianti Covid, ognuna al momento in corsa a diventare la variante dominante in circolazione:

  • la BQ.1, nota proprio come Cerberus,

  • la XBB, detta Gryphon.

In realtà di varianti ce ne sono decine e decine, senza contare le sottovarianti, cioè tutte le evoluzioni di una determinata variante. Ma queste due derivazioni dall’Omicron 5, la Cerberus e la Gryphon, sono al momento abbastanza preoccupanti, soprattutto la Gryphon.

Proprio perché hanno sintomi troppo simili a quelli influenzali. I sintomi chiave delle varianti Cerberus e Gryphon sono respiratori, quali:

  • naso che cola,

  • mal di gola,

  • mal di testa,

  • mosse secca,

  • affaticamento,

  • starnuti,

  • vertigini,

  • mal di orecchio.

Nel caso della Gryphon, forse i sintomi sono ancora più aggressivi, dal momento che l’OMS ha segnalato la Gryphon come “la più immunoevasiva mai vista“.

Così come la Cerberus, anche la Gryphon ha sviluppato una vaccino-resistenza abbastanza preoccupante, che potrebbe spiegare il motivo della loro diffusione così veloce nelle ultime settimane.

Già ad oggi Cerberus è responsabile di metà dei nuovi contagi in USA, con oltre il 30% dei nuovi casi in Italia. Di contro, la Gryphon è invece al 3,3%, ma sta aumentando di settimana in settimana.

Leggi anche: Omicron 5, i nuovi sintomi della variante del Covid e la preoccupazione dei medici

Come riconoscere le nuove varianti Covid

Una costante in queste due nuove varianti, Cerberus e Gryphon, è nel fatto che non producono più come sintomo l’ageusia e l’anosmia, ovverosia la perdita (temporanea) di gusto e olfatto. E’ dovuto alla variante Omicron 5, anch’essa non più capace di produrre tale sintomo.

Essendo entrambe “immune escape“, cioè con un certo grado di immuno-resistenza anche in caso di soggetti vaccinati, se cominci ad avvertire dei sintomi un po’ più forti del solito, anche poco più forti di una normale influenza, è altamente probabile che tu sia stato contagiato da una delle varianti Covid.

Pertanto se si sospetta di essere stati contagiati da una delle due varianti Covid, conviene rimanere a casa e chiedere un consulto medico.

Se si vuole avere la certezza di essere stati contagiati o dalla Cerberus o dalla Gryphon, è possibile ricorrere al sequenziamento, un test specialistico tramite il quale si può determinare la composizione esatta del genoma del virus.

Con questo test potrai riconoscere la variante che hai infettato, anche se non è il massimo della convenienza.

Oltre ad essere effettuato solo in centri specializzati per motivi di sanità pubblica, come ricordano le FAQ dell’Istituto Superiore di Sanità, la richiesta del sequenziamento costa dai 100 ai 200 euro in media. Cioè 5 volte un tampone molecolare (prezzo medio 35-40 euro), e più di 10 volte un tampone rapido (prezzo medio 15-20 euro).

Cosa colpiscono le nuove varianti Covid

Le varianti Covid Cerberus e Gryphon hanno concentrato la loro sintomatologia per lo più sulle vie respiratorie alte, e quindi su sintomi come tosse e raffreddore.

Purtroppo, nel caso della Cerberus, possono concentrarsi anche sui polmoni, anche se ancora non c’è prova di un decorso più infausto in caso di pazienti non vaccinati o immunodepressi.

Lo stesso Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano, è comunque ottimista in merito alla pericolosità di queste due nuove varianti, al momento nessuna delle due responsabile di un maggior numero di morti od ospedalizzazioni. Anche se:

“è da capire quanto ciò sia ‘demerito’ di un virus meno patogeno e quanto merito dell’immunità che si è creata nella popolazione”.

Un ottimismo che però si scontra sui primi dati relativi alle cure contro queste due variabili: al momento né la terapia monoclonale né i più recenti antivirali sono risultati efficaci contro queste due varianti.

Si dovranno aspettare ulteriori ricerche in merito per capire l’eventuale sviluppo di queste varianti, e se possano diventare in futuro un pericolo concreto per il mondo.

Anche perché, se i vaccini non funzionano, si dovrà ricorrere ai lockdown per ridurre quanto più possibilmente gli eventuali nuovi contagi, come già stanno facendo in Cina.

Leggi anche: Covid-19 e futuro: tutto su vaccini, mascherine e cosa cambierà con le nuove regole

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