L’esposizione a pesticidi causa sintomi di autismo? Ecco cosa ha dimostrato la ricerca

Uno studio avrebbe dimostrato il legame tra l'esposizione ai pesticidi e i sintomi di autismo nei pulcini: a rischio anche gli esseri umani?

Una ricerca della Facoltà di Scienze dell’Università di Hokkaido ha studiato l’effetto dei pesticidi neonicotinoidi sui pulcini. L’esposizione avrebbe provocato in questi animali lo sviluppo di sintomi analoghi a quelli tipici dei disturbi dello spettro autistico negli esseri umani.

Le cause dell’autismo

Non sono ancora mai state dimostrate con certezza le cause dell’insorgere di questo tipo di malattie, ma dopo diversi studi sperimentali quest’ultima ricerca potrebbe portare a nuovi sviluppi.

Lo studio sperimentale è stato coordinato dal professor Toshiya Matsushima presso l’Università di Hokkaido in collaborazione con l’Università di Tokyo e la Facoltà di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Teikyo, e vi hanno preso parte anche i ricercatori italiani Paola Sgadò e Giorgio Vallortigara dell’Università di Trento. L’indagine si è concentrata su alcune possibili cause di autismo, da anni oggetto di diverse sperimentazioni.

Rimangono infatti difficili da determinare le origini di questa malattia che, presentando varie sintomatologie e patologie, come anche differenti livelli di intensità, è più propriamente classificata sotto l’ampia definizione di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA). I deficit provocati da tali patologie rappresentano anomalie nel neurosviluppo e si manifestano soprattutto nelle interazioni sociali.

Particolari effetti nei pulcini sono stati rilevati in seguito all’esposizione a uno specifico pesticida neonicotinoide: l’imidacloprid, un insetticida il cui composto è strutturalmente simile a quello della nicotina. È uno degli insetticidi più diffusi, il cui uso all’aperto tuttavia in Italia è vietato dal 2008.

Cosa ha dimostrato la ricerca

La ricerca ha previsto l’esposizione di uova di gallina fecondate a diverse sostanze tra cui la ketamina, la tubocurarina, la metillicaconitina e l’imidacloprid. In seguito sono stati studiati gli effetti sullo sviluppo del movimento biologico.

Lo studio del movimento biologico è utilizzato per comprendere le reazioni di un organismo ai movimenti di un altro organismo, e anomalie in questo aspetto, come una preferenza ritardata per gli oggetti animati, sono ricollegabili ai disturbi dello spettro autistico. L’uso dei pulcini per questa sperimentazione è motivato dal fatto che questi sviluppino la preferenza per il movimento biologico come i neonati umani.

Proprio l’imadacloprid a basse concentrazioni (1 parte per milione) ha avuto un impatto sulla reazione dei pulcini al movimento biologico e ha quindi portato allo sviluppo di sintomi legati all’autismo.

Le differenze neurobiologiche tra uccelli ed esseri umani non permette conclusioni definitive circa gli effetti dello stesso pesticida sugli esseri umani, ma le scoperte potrebbero aver aperto nuovi spunti di ricerca e approfondimento.

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