Scoperto in Russia un nuovo virus simile al Covid: dobbiamo preoccuparci?

Scoperto nuovo virus simile al Covid che potrebbe essere trasmesso anche alle cellule umane e resistere ai vaccini attualmente disponibili.

In Russia è stato scoperto un virus molto simile al Sars Cov 2 e che potrebbe destare qualche preoccupazione nella comunità scientifica.

Khosta-2, questo il nome del virus simile al Sars Cov 2, individuato in un gruppo di pipistrelli dai ricercatori della Washington State University’s Paul G. Allen – School for Global Health (a pubblicare lo studio è la rivista scientifica Plos Pathogens) che potrebbe potenzialmente essere trasmesso anche nell’uomo grazie all’azione della proteina spike.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla nuova scoperta.

Un nuovo virus simile al Covid-19, i dettagli della scoperta

Il virus respirarorio è stato individuato in alcuni pipistrelli (particolarmente nel tipo Rhinolophus hipposidero), in Russia, più precisamente nel Parco Nazionale di Sochi, una specie che è diffusa anche in Nord Africa e in Europa.

Dallo studio del team di ricercatori della Washington State University’s Paul G. Allen – School for Global Health,  è emerso che il nuovo virus, fa parte di una sottocategoria dei coronavirus nota come sarbecovirus e che grazie alle sue proteine spike potrebbe trasmettersi anche alle cellule degli esseri umani ed essere resistente sia al siero di persone già precedentemente vaccinate per Sars-CoV-2, ma anche agli anticorpi monoclonali.

Secondo lo studio, al virus mancano dei geni per poter essere trasmetto direttamente alle cellule umane, ma potrebbe potenzialmente combinarsi con dei coronavirus differenti e dar vita a nuove varianti per ora a noi sconosciute.

I ricercatori sostengono che, attraverso un recettore che per ora sarebbe sconosciuto alcune tipologie di coronavirus potrebbero essere trasmesse alle cellule degli esseri umani e che secondo degli studi è stato dimostrato che diversi tipi di serbecovirus sono in grado di circolare insieme nei pipistrelli. Questo meccanismo sembrerebbe dimostrare un cambiamento in quello che è l’utilizzo dei ricettori tra i diversi virus, cosa che potrebbe rappresentare una strategia evolutiva.

Questa scoperta ci pone però anche davanti ad un altro rischio, ovvero la possibilità che i vaccini attualmente a nostra disposizione potrebbero non essere sufficienti a proteggerci da virus come Khosta-2.

L’importanza di produrre vaccini universali

Sono gli stessi ricercatori che hanno scoperto questo nuovo virus a riaccendere l’attenzione su una questione che è stata al centro del dibattito della comunità scientifica per diverso tempo, ovvero sulla necessità e l’importanza di sviluppare e produrre dei vaccini universali, capaci di creare una reale protezione contro tutti i sarbecovirus, invece che concentrarsi solo sulla protezione dalle varianti che già conosciamo.

Letko, il virologo autore dello studio, afferma che ad oggi sono in diversi a lavorare su una tipologia di vaccino che sia capace di proteggerci da tutti i tipi di sarbecovirus e non solo dalle varianti di Sars Cov 2, e commenta:

“purtroppo, molti dei nostri vaccini attuali sono progettati per specifici virus che sappiamo infettare le cellule umane o per quelli che sembrano rappresentare il rischio maggiore di infettarci. Ma si tratta di un elenco in continua evoluzione. Dobbiamo ampliare la progettazione di questi vaccini per proteggere da tutti i sarbecovirus.” 

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