Bambina morta asfissiata in auto, cos’è la sindrome del bambino dimenticato

In cosa consiste la sindrome del bambino dimentica che potrebbe spiegare com'è possibile scordare in auto i propri figli.

Ieri 7 giugno si è consumata un’ennesima tragedia che ha visto morire una bambina di appena un anno di età. La piccola era stata dimenticata in auto dal padre, attualmente indagato per abbandono di minore.

Si torna quindi a malincuore a parlare di “sindrome del bambino dimenticato”. Proviamo a capire di cosa si tratta, perché e quando si manifesta.

Bambini dimenticati in auto, 11 casi dal 1998

Il caso della piccola morta ieri 7 giugno a Roma non è purtroppo un avvenimento isolato. Solo in Italia si contano 11 decessi avvenuti nell’arco di 25 anni. Il primo triste caso risale al 1998 e avvenne a Catania: un bambino di 20 mesi venne lasciato in auto per 7 ore, sotto il sole cocente.

La sindrome del bambino dimenticato, detta anche forgotten baby syndrome, sembra riproporsi sempre attraverso le stesse dinamiche. Il genitore dovrebbe portare il bambino all’asilo prima di recarsi magari a lavoro ma, durante il tragitto, dimentica di farlo e non si rende conto di non averlo fatto.

Ma come è possibile che ciò accada? Le ipotesi volte a dare una spiegazione ad eventi di questo tipo non possono essere ridotte ad una banale “incapacità” del genitore e diverse sono le ipotesi volte a capire perché ciò accade.

Cosa sappiamo della sindrome del bambino dimenticato

Va detto anzitutto che, ad oggi, non esiste una letteratura scientifica abbastanza corposa che possa dare una spiegazione univoca alle cause che sottostanno alla manifestazione della sindrome. In realtà, per essere precisi, non si potrebbe nemmeno parlare di una vera e propria sindrome in quanto, appunto, il termine è stato coniato per descrivere il fenomeno del quale però non si hanno sufficienti evidenze scientifiche.

Al di la di questo, e considerando portata e gravità di questi accadimenti, la sindrome del bambino abbandonato è comunque oggetto alcune ipotesi. Uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze della Sapienza di Roma ha evidenziato che il 73% dei 171 casi di morti in auto per asfissia avvenuti negli Stati Uniti riguardava bambini dimenticati in macchina da persone adulte.

Non solo, la metà degli adulti non era assolutamente consapevole della presenza del bambino in auto oppure ne aveva dimenticato la presenza. Dato ancora più sconcertante, il fatto che nella maggioranza dei casi si trattava di adulti perfettamente “sani” da un punto di vista psichico e cognitivo.

Ciò evidenzia come non si tratti di genitori snaturati ma di persone la cui memoria, in determinate circostanze, sembra venire compromessa.

Quali sono le cause della sindrome che porta a dimenticare i figli

Secondo David Diamond, professore di psicologia che analizza e studia il fenomeno dal 2004, l’oblio che sembra avvolgere gli adulti in questi casi sarebbe collegato al circuito che regola le nostre “abitudini cerebrali“. Si può vedere questo circuito come una sorta di pilota automatico col quale compiamo determinate azioni, routinarie e abitudinarie, senza quasi pensarci.

Sempre secondo Diamond il problema avrebbe origine nel momento in cui il sistema di memoria abitudinaria entrerebbe in conflitto col sistema di memoria prospettica definito come “la capacità di ricordare di compiere un’azione precedentemente programmata, in un preciso momento temporale o a seguito di uno specifico evento mentre si è impegnati nello svolgimento di un’altra attività”.

In parole povere, l’adulto sale in macchina col bambino e inserisce il pilota automatico per andare a lavoro perché questo fa parte della sua routine. Durante il tragitto, però, dimentica di lasciare il bambino all’asilo perché quest’azione non fa generalmente parte della sua routine.

Va da sé che poi subentrano ulteriori fattori quali la mancanza di sonno e lo stress che inficiano ulteriormente le capacità di memoria prospettica di cui sopra.

Ci si augura che quanto prima, sia per i genitori che i per i figli, possano essere attuate ulteriori misure preventive per scongiurare qualcosa che, in determinate circostanze, potrebbe capitare ad ognuno di noi.

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