Tumore al pancreas, miracolo a Torino: in arrivo il vaccino a DNA con brevetto italiano

Buone notizie da Torino: è in arrivo un nuovo vaccino tutto italiano contro il tumore al pancreas, uno dei più mortali in circolazione.

Siamo ormai vicini alla svolta, e per la medicina sarebbe un miracolo scientifico a tutti gli effetti.

Da ormai diversi anni l’ospedale Molinette di Torino sta studiando un vaccino contro il tumore al pancreas. Solo di recente è riuscito ad ottenere ulteriori finanziamenti per garantire il proseguo di una ricerca che potrebbe mettere KO uno dei tumori più mortali di sempre.

Ma anche grazie al nuovo finanziamento, servirà ulteriore personale e supporto da parte di altri laboratori, altrimenti la strada per ottenere uno dei primi vaccini contro il tumore al pancreas sarà più lunga del previsto.

Tumore al pancreas, miracolo a Torino: in arrivo il vaccino a DNA con brevetto italiano

L’obiettivo è qualcosa di fantascientifico per gli standard di oggi, ovvero un vaccino di seconda generazione a DNA somministrabile a tutti i pazienti con tumore al pancreas. Per quanto possa sembrare semplice, dietro ci devono essere anni di recente e sperimentazioni, oltre all’approvazione delle principali agenzie farmaceutiche, come l’AIFA.

Al momento è stato confermato il finanziamento da 950mila euro da parte del Recovery Fund, in merito ad uno dei progetti presentati col PNRR, all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, sede della ricerca.

Inoltre è stata approvata, con tanto di approvazione del Ministero della Salute, l’ammissione al finanziamento del brevetto torinese, con il seguente titolo:

“Un vaccino a Dna di seconda generazione codificante per le sequenze immunodominanti di alfa-enolasi per la cura del tumore del pancreas”.

Coordinato dal professor Francesco Novelli, il progetto è sostenuto dalla Fondazione Ricerca Molinette ONLUS e in collaborazione con l’Unità del Policlinico P. Giaccone di Palermo.

Grazie al finanziamento del Recovery Plan, si prospetta anche l’assunzione di tre ricercatrici under 40, così da accelerare il completamento di tutti gli studi necessari (preclinici, tossicità, bio-distribuzione…).

A parte la ricerca in sé, il prossimo scoglio da superare sarà l’autorizzazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per il primo studio su un vaccino a DNA contro il tumore al pancreas.

Come funziona il vaccino contro il tumore al pancreas

Il vaccino ENO3PEP è stato brevettato a seguito dell’identificazione di una proteina, l’alfa-enolasi. Iper-respressa nel tumore al pancreas, genera una risposta efficace per contrastare il tumore, dato che attiva sia gli anticorpi sia i linfociti T.

Con questa stimolazione, i ricercatori hanno provveduto da codificare alcune sequenza dell’intera proteina, così da poter procedere all’eventuale sviluppo di un vaccino a DNA di seconda generazione.

Ad oggi i risultati sono sorprendenti. In combinazione alla terapia chemioterapica, il vaccino garantisce un notevole ritardo nella progressione del tumore al pancreas, grazie alla risposta anticorpale che genera.

Sfortunatamente agli attuali sviluppi il vaccino non è in grado di eradicare completamente il tumore, ma solo ritardarne la progressione. Si tratta comunque di un notevole traguardo, che renderà il vaccino facilmente finanziabile anche da investitori privati quali aziende farmaceutiche o biotech.

Anche perché come tumore è abbastanza pericoloso.

Leggi anche: Moderna verso un vaccino contro il cancro: nuova arma per la sfida al melanoma

Tutto quello che c’è da sapere sul tumore al pancreas

Il tumore al pancreas non è di un solo tipo, anche se quello più comune tra i pazienti oncologici è l’adenocarcinoma, che colpisce i dotti che trasportano gli enzimi digestivi del pancreas.

Si forma per mezzo di un accumulo di cellule pancreatiche alterate a livello genetico, che crescono in maniera incontrollata al punto da diffondersi facilmente, e in tempi brevissimi.

A causa della sua tendenza a crescere velocemente, i sintomi rimangono silenti fino a quando il tumore non raggiunge altri organi, quali fegato, stomaco o addirittura i polmoni. Ma già in questo caso significa che il tumore è ad uno stato avanzato: e più è avanzato, più la prognosi è infausta.

Se si è fortunati, uno dei (pochi) sintomi che si possono riscontrare allo stadio precoce sono la comparsa improvvisa di diabete (sempre se non lo si abbia per altre cause), oppure l’ittero, con urine scure e feci chiare.

Altri sintomi di uno stadio iniziale possono essere dolore sordo attorno agli addominali superiori, o dietro la schiena. Oppure dolori come nausea, mancanza di appetito, perdita di peso, ma questo se il tumore comprime lo stomaco.

I soggetti a maggior rischio sono gli over60, soprattutto se sovrappesi/obesi e sedentari, con alimentazioni povere di verdure e frutta. Il fattore di rischio aumenta se si è soggetti diabetici, fumatori, e con una storia di pancreatiti croniche, o con una predisposizione familiare al tumore al pancreas.

Nel caso in cui si scopra di avere il tumore, si può procedere con i seguenti trattamenti:

  • chirurgia (resezione pancreatica, duodenocefalopancreasectomia…),

  • chemioterapia,

  • radioterapia.

Non sempre è fattibile il trattamento chirurgico: solo il 15-20% dei pazienti è operabile, e solo se nel frattempo non s’è diffuso in altri organi (metastasi).

Inoltre, nonostante l’evoluzione dei chemioterapici e l’utilizzo combinato con la radioterapia, il tumore al pancreas è solito alla recidiva.

In conclusione, queste sono le statistiche relative al tumore al pancreas (Italia, 2020):

  • 80% dei casi riguarda un solo tipo, l’adenocarcinoma,

  • una media annua di 14.300 nuove diagnosi,

  • su 14.300 diagnosi, 12.400 sono le vittime,

  • 16% di possibilità di sopravvivenza a cinque anni nei casi più benigni;

  • 2-4% di possibilità di sopravvivenza a cinque anni nei casi più maligni.

Leggi anche: Allarme dei medici: in aumento le diagnosi di tumore. Ma alcuni si possono prevenire

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