Fabio Cannavaro, a quanto ammonta il patrimonio del campione del mondo 2006

Fabio Cannavaro avrà la sua chance di allenare in Italia, col Benevento che ha scelto lui per la panchina. Ecco a quanto ammonta il suo patrimonio.

Dopo tanto girovagare soprattutto in Asia, e alcune panchine non tanto rilevanti per il calcio europeo, Fabio Cannavaro ha finalmente l’occasione per mettersi in mostra come allenatore. Il Benevento gli dà l’opportunità di fare esperienza nel calcio che più conta e anche di aumentare il suo patrimonio.

A quanto ammonta il patrimonio di Fabio Cannavaro

Fabio Cannavaro ha iniziato la sua carriera calcistica nel 1992-1993 e l’ha conclusa dal punto di vista giocato, soltanto nel 2011. Se a questi quasi 20 anni di campo ci mettiamo altri 8 circa da allenatore che vanno allungandosi con l’esperienza al Benevento, allora il suo patrimonio sale di livello.

In particolar modo, nel 2019 l’ex campione del mondo del 2006, era il quarto tecnico più pagato del mondo, dietro solo a Mourinho, all’epoca al Manchester United, a Guardiola e a Marcello Lippi, che in quel periodo allenava il la nazionale cinese.

Riguardo la cifra di questo stipendio dato a Cannavaro per allenare il Guangzhou, ecco che si trattava di 12 milioni di euro all’anno. Ciò ha contribuito poi a far lievitare il patrimonio dell’ex Napoli oltre i cento milioni di euro.

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Attesa la firma col Benevento

A breve, in queste ore, è attesa la firma col Benevento da parte di Fabio Cannavaro. Questi dovrebbe appunto oggi firmare un biennale che gli consentirà di prendere subito conoscenza del campo di allenamento e soprattutto dei giocatori.

Il campione del mondo 2006 sostituirà Fabio Caserta, il quale godeva di una fiducia a tempo e verbale molto labile. Due settimane fa il presidente Vigorito gliela aveva ribadita con le parole, ma dopo due sconfitte di fila con Cagliari e Venezia, ha preso la decisione di cambiare per il bene della sua squadra, aprofittando della sosta nazionale.

Le passate esperienze di Cannavaro

Come suddetto, Fabio Cannavaro ha girato l’Asia dopo la fine della sua carriera da calciatore. In particolare, già nel 2010/2011, alla sua ultima stagione da giocatore, era emigrato negli Emirati Arabi Uniti, per la precisione all’ Al-Ahli.

Da allenatore, poi, l’ex Juventus e Real Madrid ha allenato per la prima volta proprio nel club nel quale aveva finito la sua lunga e vittoriosa carriera. Ciò nel 2013, un anno dopo aver conseguito il patentino a Coverciano, e la stagione finisce subito con una vittoria in campionato.

Nel novembre 2014, poi, Cannavaro diventa il tecnico del già citato Guangzhou Evergrande, su intuizione da parte di Marcello Lippi, che passò dal ruolo di allenatore a quello di direttore tecnico della squadra cinese. Nonostante, però, le ottime prestazioni in campionato e nella Champions League asiatica, viene esonerato a giugno 2015 per far posto a Scolari.

L’ultimo pallone d’oro italiano, tuttavia, non si perde d’animo e va ad allenare nuovamente nella penisola arabica, stavolta in Arabia Saudita, per la precisione sulla panchina dell’Al-Nassr. Purtroppo, però, la sua avventura non è delle migliori e dopo pochi mesi viene esonerato, visto il grande distacco dalla prima in classifica.

A giugno 2016, Fabio Cannavaro torna in Cina, al Tianjin Quanjian, club della serie b cinese. Stavolta le cose vanno meglio e il club ottiene la prima storica promozione nella prima serie. Questa viene poi chiusa con un altrettanto storico terzo posto.

Nel 2017 torna al Guangzhou al posto di quel Scolari che gli era subentrato precedentemente, ma stavolta le cose vanno diversamente. Il calciatore napoletano riesce nel 2019 a vincere il campionato per la prima volta nella storia del club, senza però riuscire a ripetersi l’anno successivo.

Nel 2021, poi, Cannavaro rescinde consensualmente il suo contratto con il club cinese, anche a causa delle difficoltà economiche dello stesso dovute alla pandemia. Inoltre, l’ex campione del mondo 2006 con l’Italia ha anche avuto un’esperienza sulla panchina della Cina, sempre nel 2019.

Purtroppo per lui, tuttavia, questa esperienza non è stata felice ed è durata solo per due mesi, da marzo ad aprile, quando poi il tecnico ha deciso di lasciare l’incarico.

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