Cos’è l’indice liquidità della Serie A e perché è importante

L'indice di liquidità della Serie A non dovrà più preoccupare i club del massimo campionato di calcio: ecco cos'è e a cosa serve.

I tifosi e gli appassionati di calcio avranno certamente sentito parlare del famoso indice di liquidità, un parametro che ha messo paura a diversi club. Ecco quindi cos’è questo indicatore, perché è importante e perché il CONI ha dato ragione alle 20 società di Serie A.

Cos’è l’indice liquidità

L’indice di liquidità della Serie A è un parametro che serve a misurare la possibilità di un club di affrontare gli impegni economici che si è preso, questo in un breve periodo di tempo. In pratica, da un punto di vista matematico, si calcola mettendo a rapporto le attività dell’anno in corso con il passivo sempre dell’anno in corso.

Andando maggiormente nella sostanza, tutte le risorse tra cui le disponibilità liquide e i crediti sia verso i clienti che verso imprese e i crediti tributari fanno parte delle attività dell’anno in corso. Invece, tutte le obbligazioni, i debiti verso i soci e verso banche, fornitori, altri finanziatori e debiti tributari, fanno parte delle passività dell’anno in corso.

L’importanza dell’indice

A seconda del punto di vista, l’indice di liquidità per la Serie A può essere più o meno importante. Secondo la FIGC, Federazione Italiana Giuoco Calcio, questo parametro è molto importante, in quanto serve a ottenere la licenza nazionale. In pratica, senza il rispetto dell’indice di cui sopra, un club non potrebbe iscriversi al campionato.

Secondo, invece, le 20 società di A, questo parametro deve essere si valevole, ma non in modo retroattivo e soprattutto con tempistiche e modi differenti da quelli voluti dalla federazione, che ne aveva ratificato l’uso lo scorso aprile, rendendolo già effettivo per la stagione 2022/2023.

È chiaro che l’ultima parola non è ancora detta. Infatti, la FIGC si è detta stranita da una decisione che può stravolgere la regolarità del campionato, ed è pronta a fare ricorso. La Lega Serie A, invece, tira un sospiro di sollievo, soprattutto è un club su tutti a sentirsi sollevato.

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La Lazio è fuori dal parametro

L’unico club di Serie A a non poter rispettare l’indice di liquidità è la Lazio di Lotito, che è appunto fuori dal parametro. Certo, al patron biancoceleste servirebbero “solo” 2 milioni per rimettere la sua società nel giusto e nel rispetto dell’indice, ma se si può risparmiare è meglio.

Ciò contando soprattutto il calciomercato, che già un anno fa e nel corso della sessione invernale, ha visto spesso bloccata la Lazio a causa di questo parametro. Inoltre, tuttavia, è chiaro come al centro della battaglia tra FIGC e Lega di Serie A rientri proprio la figura di Lotito.

Questi ha da tempo intrapreso una dura lotta con Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana, e per questo nessuno dei due perde mai l’occasione per cercare di mettere i bastoni tra le ruote all’altro. Certo, però, così facendo si fa perdere di credibilità a un intero sistema che ad oggi, già non gode di grande stima.

Perché non si deve esultare

La sentenza del Collegio del CONI ha dato modo di esultare non solo ai club di Serie A, ma anche a quelli delle serie inferiori, a cominciare dalla B, passando alla C e così via. Insomma, tutti adesso, per poter ottenere la licenza di iscrizione al loro campionato, potranno prendere la sentenza e mostrarla per iscriversi.

L’indice di liquidità quindi per il momento non rappresenta più una paura per le società del calcio italiano, ma è chiaro che il tutto non è finito. Da poco, infatti, una storica società come il Catania è stata ricancellata dopo pochi anni dall’ultima volta, e adesso dovrà ricominciare dai Dilettanti.

Solo pochi anni fa e più precisamente nel 2015, ci fu il caso del Parma. La società fallì mentre stava ancora disputando il campionato di Serie A, e per questo la FIGC e la Lega hanno cercato di ovviare a eventuali futuri problemi di questo tipo. Tuttavia, non sembra che la lezione sia stata imparata, con l’indice di liquidità che probabilmente non scomparirà, bensì sarà rivisto per permettere alle società di continuare a fare debiti senza pensare al futuro.

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