Microsoft investe su OpenAI: in ChatGPT il segreto per battere Google?

Microsoft si prepara a investire 10 miliardi di dollari sulla visionaria startup OpenAI, inventrice di ChatGPT. La battaglia tra colossi del tech si combatte a suon di intelligenze artificiali.

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Ebbene sì, Microsoft pianifica di investire 10 miliardi di dollari in OpenAI, la startup madre della popolarissima intelligenza artificiale ChatGPT. Una boccata d’aria fresca per l’azienda che – nelle ultime settimane – mostrava un bilancio sofferente proprio a causa della sua incredibile popolarità.

L’accordo fa parte di un round di finanziamenti che coinvolge anche altre parti, e che ha determinato il valore di OpenAI in 29 miliardi di dollari. Vediamo perché Microsoft dimostra tanto interesse per questa nuova tecnologia.

L’accordo tra Microsoft e OpenAI

Ad oggi non si hanno dettagli su quando l’accordo verrà ufficialmente finalizzato, anche se inizialmente la stretta di mano finale era prevista entro la fine del 2022. Quindi sappiamo che i termini si sono leggermente dilatati.

Microsoft si aggiudicherà quindi il 75% dei profitti di OpenAI finché non raggiungerà il capitale investito, dopodiché il colosso deterrà il 49% della compagnia.

Ma perché tutto questo interesse verso ChatGPT?

Il futuro dei motori di ricerca sta nell’intelligenza artificiale?

Ebbene, il mondo del tech ha già gli occhi puntati su questa nuova tecnologia da diverse settimane. Si tratta di un modello intelligenza artificiale utile a produrre testi il più possibile simili e fedeli a quelli che scriverebbe un essere umano.

ChatGPT è una variante del modello GPT-3 – altra famiglia di modelli di linguaggio artificiale già utilizzato per diversi impieghi dalle grandi aziende, dallo sviluppo di codice di programmazione alla stesura di testi.

La scommessa di Microsoft su ChatGPT potrebbe aiutare il colosso a migliorare il proprio motore di ricerca per riuscire finalmente ad entrare in competizione con l’industry leader, ovvero l’inscalzabile Google che oggi detiene il potere assoluto in questo campo.

Bing, il motore di ricerca di Microsoft, detiene infatti solo una piccola parte del volume totale di ricerche sul web. Tuttavia, una tecnologia di questo tipo potrebbe cambiare le carte in tavola e sovvertire l’egemonia del principale competitor andando ad aggiungere funzionalità di ricerca mai viste prima.

A dicembre, Morgan Stanley aveva pubblicato un report che esaminava i fattori di rischio per Google nel caso in cui ChatGPT dovesse essere acquistato da un competitor. Brian Nowak, analista per Alphabet, aveva confermato il sospetto, sostenendo che un modello di questo tipo potrebbe davvero cambiare tutto e “intaccare la posizione di Google* come punto di ingresso per le persone sul web”.

OpenAI, fondata nel 2015 dall’imprenditore Sam Altman, nella florida Silicon Valley, ha lanciato ChatGPT solo nel tardo Novembre dell’anno scorso, ottenendo fin da subito un successo planetario. Che però ha causato anche dei problemi.

Nonostante il grande ottimismo verso il progetto, quest’ultimo aveva subito una pesante battuta d’arresto a causa del costo altissimo dei consumi dei server – praticamente esplosi a seguito della sua viralità globale.

Cinque giorni dopo il rilascio di ChatGPT, OpenAI aveva infatti riscontrato oltre un milione di utenti. Un imprevisto che ha fatto però la sua fortuna.