Molti i settori che hanno beneficiato degli effetti "collaterali" della pandemia di coronavirus. Uno più di tutti, però, ne è stato in un certo senso l'emblema: quello del delivery. Un esercito di rider ha continuato ad animare le città di tutto il mondo, anche durante i lockdown più rigidi, con le consegne di cibo a consumatori confinati in casa per il distanziamento sociale. E dal delivery arriva anche l'Ipo più ricca per la piazza di Londra in poco meno di un decennio. Per la precisione dal maggio 2011, quando debuttava al London Stock Exchange (Lse) il colosso delle materie prime Glencore.
L'Ipo di Deliveroo la più ricca a Londra. Raccolta a oltre 2 miliardi
L'Ipo è quella di Deliveroo, che ha comunicato la forchetta di prezzo per il suo esordio. Sul mercato finiranno oltre 384 milioni di azioni Deliveroo, per un pricing unitario compreso tra 3,90 e 4,60 sterline. Su tali basi la raccolta potenziale, senza considerare l'over-allotment, sarà di quasi 1,8 miliardi di sterline (oltre 2 miliardi di euro) e la valutazione potrebbe raggiungere gli 8,8 miliardi (più di 10 miliardi di euro). Cifre del genere non si vedevano appunto dal 2011 e oltre tutto l'Ipo di Deliveroo (che per altro non era neppure scontato si concretizzasse all'Lse) si candida a essere la più ricca di sempre a Londra per il settore tecnologico, superando quelle di The Hut Group lo scorso anno (5,4 miliardi di sterline il valore al debutto, pari a poco meno di 6,3 miliardi di euro al cambio attuale) e di Worldpay Group nel 2015 (4,8 miliardi di sterline, 5,6 miliardi di euro), ormai delistata e parte di Fidelity National Information Services (Fis, colosso dei servizi finanziari della Florida).
Il delivery è sostenibile? Correrà anche finita la crisi del Covid-19
E a festeggiare è anche Amazon.com, che in agosto aveva ottenuto il via libera da parte della Competition and Markets Authority (Cma, l'antitrust della Gran Bretagna) all'acquisizione del 16% del capitale della società fondata nel 2013 da Will Shu (che ancora oggi ricopre il ruolo di chief executive). Diversi osservatori, però, sollevano dubbi sulla sostenibilità di un business che è stato ovviamente "dopato" dalla pandemia. La stessa DoorDash, che ha già fatto la fortuna di un altro grande investitore come SoftBank Group con la sua Ipo al New York Stock Exchange (Nyse) in dicembre, ha dichiarato di attendersi un rallentamento della crescita. Si parla, comunque, di passare da un rimbalzo in doppia cifra al posto della tripla registrata con il coronavirus. "Anche se è improbabile che questa domanda insaziabile di cibo da asporto si dissolva completamente, ci sarà inevitabilmente un calo perché i consumatori coglieranno l'opportunità di prenotare tavoli nei loro ristoranti preferiti quando le restrizioni si allenteranno", ha però notato Susannah Streeter, analista di Hargreaves Lansdown.
(Raffaele Rovati)