Le persone, oggi, sono costantemente online! Sempre più spesso, infatti, capita di dedicare molto tempo alla consultazioni di pagine sul web. Con il digital marketing non visioniamo più soltanto pagine di blog o siti istituzionali ma utilizziamo i nostri browser di riferimento per siti specializzati nel commercio, ossia gli e-commerce. Ricordiamo che, il browser o anche web browser:
“È un software — proprio come qualsiasi altro programma installato sul computer — pensato in maniera specifica per poter recuperare, presentare e navigare determinate risorse su Internet (Salvatore Aranzulla)”.
Di solito, durante la navigazione su un e-commerce, c’è la possibilità di riempire un carrello virtuale (proprio come quando si fa la spesa in un supermarket) e aggiungere tutti i prodotti che si desiderano. Quest’azione non obbliga l’utente necessariamente a comprare, anzi, egli può ritornare in un secondo momento sulla medesima pagina e decidere se proseguire oppure svuotare il carrello.
Ma com’è possibile che queste attività non si debbano ripetere dal principio una volta conclusa la sessione? Questo riscontro, decisamente modo conveniente, si ottiene nel momento in cui sui siti si accettano i famosi cookie. Molte volte, questo aspetto che fa parte del digital marketing, è demonizzato, spesso perché la scarsa informazione porta a false credenze.
In linea di principio, i cookie nascono allo scopo di offrire agli utenti un’ottima esperienza di navigazione, donando ad essi la possibilità di scegliere percorsi totalmente personalizzati. Infatti, se ad oggi nessuno avesse pensato ai cookie, probabilmente ci troveremo dinanzi ad una situazione molto poco piacevole, dove ogni volta saremo tenuti a indicare le nostre preferenze.
I siti, specialmente gli e-commerce, rischierebbero di essere ignorati per la lentezza di tale procedura. Come vedremo, i dati memorizzati dai cookie non comportano un danneggiamento ma, tutto dipende dal suo uso.
Digital marketing: Che cosa sono i cookie?
In informatica, il termine cookie si riallaccia ad un significato ben diverso al quale rimanda la sua traduzione in italiano, ovvero “biscotti”. I cookie, nel contesto della rete, sono conosciuti come “pacchetti di file” che vengono prodotti in automatico dai browser e dalle pagine Internet per memorizzare le azioni che svolgono gli utenti, e per questo sono differenti e personali, ad ogni accesso.
In origine il nome affibbiatogli era “magic cookie”. Oggi, con il termine più generico, cookie si sottintende ad:
“Una sorta di promemoria della pagina internet visitata che contiene brevi informazioni che possono essere salvate sul computer dell'utente quando il browser richiama un determinato sito web (Glossario PC-facile.com)”.
In altre parole, con la parola cookie intendiamo dei software, che installati nel computer, sin dal principio permettevano lo scambio d’informazioni: per far comunicare le diverse applicazioni presenti sul desktop. Con il digital marketing, attualmente, si ha una nuova versione.
I cookie, difatti, sono denominati più propriamente con il nome cookie http, che sta a indicare come questi pacchetti, grazie all’ausilio delle applicazioni digitali, siano in grado di raccogliere i dati personali per memorizzarli. Tra questi vengono immagazzinati di solito, i dati per effettuare il login, le scelte di navigazione, le preferenze e le impostazioni delle applicazioni web.
Lo scopo principale che vogliono raggiungere i cookie è quello di rendere user-friendly l’esperienza di navigazione su Internet. Ricordando passo dopo passo all’utente, il suo percorso, registrando i dati e le abitudini, nel rispetto delle regole di navigazione e delle pagine web, con previa autorizzazione dell’utente.
I cookie, in sostanza, sono piccoli frammenti di dati che essendo memorizzati migliorano lo scambio di informazioni, consentendo ai siti di riconoscere il cliente per inviargli soltanto le informazioni pertinenti a quella sessione. In quest’occasione è opportuno fare una distinzione tra i cookie di prima e cookie di terza parte:
- I cookie di prima parte: registrano direttamente i siti visitati, con le relativi informazioni sulle azioni compiute come, il numero di visualizzazioni di pagina e di sessioni,
- I cookie di terza parte: sono quelli inviati ad un altro sito ed è per questo che c’è bisogno di un’informativa sulla privacy.
Vediamo, dunque, quali sono questi diversi dati che vengono memorizzati e perché sono così importanti nel digital marketing.
Digital marketing: quali sono i tipi di cookie e a cosa servono
In linea di principio, i cookie sono uno strumento molto utile; anche se il problema resta l’abuso che ne può fare un sito e l’eventuale violazione di privacy sui dati degli utenti. I famosissimi hacker sono esperti a tal punto da impadronirsi delle informazioni contenute nei cookie per utilizzarle ed estrapolarle in modo illecito.
In sostanza, i cookie permettono di personalizzare la User experience, rendendo la navigazione molto agevolata e piacevole. Per questo motivo, ogni utente deve dimostrare di essere consapevole e capace di destreggiarsi con i cookie per capire quali accettare e quali bloccare. Grazie al digital marketing, possiamo fare una classificazione dei cookie, in base a specifiche necessità.
Vediamo quali sono:
• Cookie di sessione: sono quelli più sicuri e che proteggono l’utente nonostante venga creato una sorta di profilo, in grado di tracciare ciò che le persone cliccano da una pagina all’altra. Quando la sessione è terminata il cookie non trasmette più informazioni.
• Cookie persistenti: sono quasi permanenti e hanno la capacità di immagazzinare tutte le preferenze esplicitate dagli utenti. Questi cookie rintracciano l’indirizzo IP dei personal computer e compiono un monitoraggio delle diverse visite sulle pagine web dei siti (es. carrello virtuale sui portali e-commerce).
• Supercookie: anche se il nome può sembrare che sia migliore rispetto ai 2 precedenti, questi cookie sono dei salvataggi di dati, anche se la memoria cache del browser è resettata. Questo software può permettere di visionare i dati indipendentemente dal browser d’accesso.
Per rispondere alla domanda: Quali sono i dati che raccolgono i cookie? È bene ricordare che questi piccoli software memorizzano sul computer tutti quei dati raccolti, posizionandoli in una cartella. Difatti, quando si clicca sulla pagina di un sito o blog, i cookie memorizzano le notizie e le copiano all’interno della cartella, di cui precedentemente abbiamo accennato.
La raccolta di questi dati è definita “metadati” e alcuni browser li gestiscono inserendoli in un unico file. Tra questi, i più comuni sono:
• Un codice numerico unico: tramite il quale il sito riconosce il computer da cui avviene la connessione e l’utente è subitamente riconosciuto: il sito “ricorda” del passaggio di tutti, senza creare malintesi e confusione.
• Il dominio: ovvero un nome con cui viene identificata la pagina web a cui si ricollega il cookie. La visita ad una pagina web può comportare la nascita di più cookie, gestiti da diversi server.
• Le impostazioni lato client: sono dunque i visitatori a stabilire la lingua e altre impostazioni così gli utenti non sono costretti a reinserire i dati nuovamente.
• Il tempo trascorso sul sito o frequenza di rimbalzo: sono i dati che generalmente fanno propri gli esperti di marketing, per analizzarli e compiere delle indagini di mercato.
• I dati form: sono quei dati personali e anche sensibili che l’utente in maniera volontaria rilascia per iscriversi a newsletter o compilare moduli di iscrizione (es. nome, e-mail, numero di telefono).
In completo, questi dati sono molto importanti nel settore del digital marketing. I metadati non sono eterni, quindi alcuni cookie possono esser cancellati ed eliminati dai siti dopo un certo tempo di permanenza sulla piattaforma.
Digital marketing: cosa accade se si rifiutano i cookie?
Sin dalla loro prima comparsa, i cookie sono stati al centro di accesi dibattiti. Il nocciolo della questione, come è logico che sia, verteva sulla protezione dei dati. Ovviamente, le diatribe non si sono placate e con il diffondersi del digital marketing sono anche aumentate.
Questo potente strumento è davvero utile, il problema sorge quando questo enorme bagaglio di dati finisce nelle “mani sbagliate”. In realtà, i cookie possono semplificare la navigazione degli utenti connessi al web, proponendo pagine fruibili, o per meglio dire più user-friendly. Il termine user-friendly significa che:
“Qualcosa è stata progettata per essere estremamente facile da usare, anche per chi non è molto pratico! (Wikibit.it)”.
L’utilizzo dei cookie è molto importante, per cui è altamente sconsigliato applicarne costantemente la disattivazione. Oggi i siti sono davvero specifici e menzionano all’utente, in ogni occasione, se il sito è coperto da cookie. Tra l’altro, c’è la possibilità di scegliere nel blocco di preferenze quali accettare o addirittura bloccare.
Quest’ultimo, definito “blocco parziale” è maggiormente proposto agli utenti per far sì che gli utenti intercettino un’eventuale pericolosità e la riescano ad aggirare. Nei fatti, è essenziale tenere conto di quelle interferenze che potrebbero rendere, in un certo senso, i cookie “pericolosi”, soprattutto se i dati sono stati forniti dalle persone volontariamente.
Infatti, i cookie non possono prendere alcuni dati sensibili come nome, cognome, indirizzo e-mail e molto altro ancora, se non sono stati precedentemente inseriti dalle persone che visitano il sito web. Tuttavia, la normativa europea sui cookie, conosciuta anche come informativa della privacy, è entrata in vigore di recente ne sta limitando l’uso da parte dei gestori, che sono tenuti a trattare i cookie secondo il principio della trasparenza.
Per questo le pagine web che possono sembrare poco chiare possono essere segnalate, oltre a disattivarne i cookie. L’importanza e l’utilità dei cookie va riscontrata soprattutto da un punto di vista esperienziale, poiché creano molte occasioni di contatto e vendita, seguendo le dinamiche scelte univocamente dal compratore. In definitiva, i cookie non possono arrecare nessun danno visibile al computer.
La pericolosità è di tutt’altra natura se ad agire sono gli hacker, che come dicevamo, possono catturare le informazioni e usarle a proprio piacimento. Non attivare i cookie, quindi, significa che manualmente l’utente dovrà digitare tutti dati, ogniqualvolta che si accederà con il browser a siti e blog.
Digital marketing: Come rimuovere i cookie dai browser dei computer?
Una volta compreso che è necessario fare molta attenzione, quando si vogliono accettare dei cookie, dobbiamo parlare della modalità per poterli rimuovere. Soprattutto perché, una lettura superficiale dell’informativa e l’accettazione immediata porta ad un reale rischio dei dati personali.
Le azioni da compiere, per disattivare i cookie sui browser sono davvero semplici! Le opzioni infatti sono precise e non ci si può confondere, nonostante si utilizzino motori di ricerca diversi… Le opzioni per gestire i cookie, impedendo la trasmissione dei dati raccolti sono pressoché quelle che andremo a spiegare.
I cookie riescono a decodificare la serie di atteggiamenti degli utenti, ma ciò non proibisce che ci possano essere ripensamenti o cambiamenti. Per questa ragione, di tanto in tanto è opportuno compiere una pulizia per cancellare la memoria superflua che viene immagazzinata nella cache.
Per motori di ricerca come Google Chrome, Microsoft Edge è possibile cancellare i cookie in blocco, oppure scegliendoli singolarmente, compiendo questi movimenti:
1. Accedere alla homepage del browser.
2. Cliccare la rotellina d Impostazioni.
3. Selezionare Cancella dati di navigazione.
4. Premere nuovamente il tasto di controllo che compare immediatamente Cookie e altri dati dei siti
5. Fare click su Cancella dati.
E il gioco è fatto! I cookie vengono salvati e diventano man mano sempre più personali ma non sono davvero pericolosi. I dati memorizzati nei cookie risultano interessanti nel digital marketing, e più propriamente nell’inbound marketing perché concedono ai vari gestori, proprietari di siti web, di conoscere in modo approfondito il target a cui fanno riferimento, indirizzandoli così sulle scelte.
Gli esperti, possono pianificare strategie, analizzare statistiche e ipotizzare il successo o meno di una campagna di advertising. I cookie possono, per ogni utente, realizzare un profilo che faccia capire all’azienda quali sono le scelte consumistiche delle persone a cui comunicano.
In questo contesto, tutti quelli che sono contrari al targeting, sostengono con fermezza la protezione dei dati e per questo è stata divulgata una normativa europea che ne condanna l’uso illecito. La normativa UE 2009/136/EG, punisce severamente i trasgressori, tutelando così il lato client.