Digital marketing: ottenere profitti con display advertising

La SERP dei motori di ricerca, il più delle volte, è tempestata da annunci pubblicitari. Il digital marketing adottano degli strumenti precisi per farsi notare. Quali? I display advertising! Scopriamo insieme cosa sono e in che modo permettono di monetizzare.

Image

Quello che certamente conta nel digital marketing è farsi notare dagli altri: non solo dai clienti ma anche dalle altre aziende; per potersi differenziare da esse. Il posizionamento, la segmentazione del settore e tutte le iniziative hanno quindi lo scopo di rafforzare quella che comunemente definiamo comebrand awareness”, poiché, soprattutto nel digital marketing, la concorrenza è in aumento.

Tra le varie tecniche per “accendere i riflettori” su un’azienda piuttosto che un’altra, il più delle volte, diventa necessario “farsi pubblicità” mettendo in atto delle campagne che possano avvalersi di diversi supporti. In questo universo di opportunità, un sostanziale contributo è offerto dal Display Advertising, per cui sempre più PMI decidono di utilizzarlo per realizzare appunto, delle pubblicità autoreferenziali! 

Questa modalità, inoltre, è tipica del marketing mix che come ricorda anche il sito di MarketingeImpresa, si basa principalmente su quattro grandi P:

“Le voci fondamentali del marketing mix sono: Product (prodotto), Price (prezzo), Place (punto vendita/distribuzione), Promotion (promozione)”.

Come vedremo, da qui a breve, le campagne Display, fanno parte di quella categoria detta Performance Marketing e si avvalgono di uno strumento essenziale, ovvero: Google Ads. In effetti, il dispositivo di advertising Google Ads è attualmente primo fra tutti, ed è utilizzato per il suo essere specifico e al contempo multitasking (che assolve a più funzioni).

Le possibilità di questa piattaforma, infatti, conducono ad una diversificazione sempre più minuziosa per ogni canale promozionale. Di fatto, Google Ads è il primo software che si adopera per immettere messaggi pubblicitari, ed è adattabile alle richieste degli inserzionisti. Google Ads è, dunque, parte integrante del workspace del motore di ricerca, per cui le display advertising si apprestano ad essere un approccio tanto efficace quanto proficuo per intraprendere delle comunicazioni dirette con il pubblico delineato.

Ovviamente, con ciò, non si vuole sminuire questa pratica riducendola soltanto al voler raggiungere la visibilità, perché le display advertising sono molto di più; soprattutto per la realizzazione di una strategia di brand e dei prodotti. Ma cos’è esattamente il Display Advertising e cosa bisogna fare per sfruttarlo in maniera efficace? 

Digital marketing: cos’è il display advertising?  

Iniziamo col chiarire che il nome “Display advertising” ha origine dal tipo di formato – che ribadiamo – principalmente appare diversificato a seconda del supporto. In particolare, gli spazi dedicati alle Display advertising, non sono mai casuali nelle pagine web della SERP! Difatti, il più delle volte, un utente, durante la navigazione, si trova di fronte a dei banner pubblicitari, che sono appunto una forma di pubblicità, con modalità pay-per-click (PPC).

Va detto che, come per gli spot che passano in TV, anche i display advertising appaiono soltanto se in precedenza si è effettuata una contrattazione con le concessionarie pubblicitarie. Come possiamo leggere su Wikipedia:

“Per acquistare degli spazi pubblicitari è importante […] avere una conoscenza dei siti dei portali e del tipo di audiance che raccolgono”.

In sostanza, le forme di display advertising sono una modalità pubblicitaria ben definita che ha alcuni dettagli di tipo visivo, testuale che mediale. In genere, gli annunci, come quelli a pagamento mostrano un titolo, un testo e un codice URL, che costituiscono il messaggio commerciale di un’azienda. Difatti, gli elementi più tipici sono: 

L’obiettivo strategico dell’annuncio, esplicitato dall’azienda, è: quello di utilizzare un qualcosa che sia al di là della semplice porzione testuale; per far sì che venga notato dagli utenti (nonché potenziali clienti) sbaragliando i concorrenti e attirandoli sui propri portali.

I display advertising sono uno stratagemma che molti professionisti utilizzano per coinvolgere gli acquirenti e farli ritornare sui supporti web con cui ci si promuove. Attualmente con Google Ads si possono effettuare due procedure di inserimento. Gli annunci, infatti, si dividono in: Rete di Ricerca e Rete Display

Nel primo caso, l’annuncio viene collocato all’interno del motore di ricerca e vengono “targetizzati” in base alle query digitate. Nella Rete Display, invece, le società che pubblicizzano un bene/servizio decidono di posizionare gli annunci nei siti, creandosi uno spazio proprio e alternandosi ai testi e alle immagini. Ma in che modo un’azienda può guadagnarci? 

Digital marketing: i tipi di Display advertising che monetizzano

Anche in questo caso, nella fase iniziale, le aziende compiono una serie di indagini di mercato allo scopo di aver ben chiaro il destinatario dei messaggi commerciali. Per questo motivo, nello specifico, si creano dei profili che corrispondano al proprio target. Di solito, lo studio avviene su tutte quelle azioni e abitudini dei consumatori già fidelizzati, in modo da realizzare un annuncio pubblicitario che rispecchi il più possibile la “profilazione” effettuata.

La realizzazione di Display advertising sono un dispendio economico importante, per cui non si può commettere l’errore di far partire una campagna che non centri l’obiettivo di business. Con Google Ads, oltre le campagne di Rete di Ricerca, di Shopping Video e App, per monetizzare è importante, ancora una volta, soffermarsi sulle campagne di Rete Display, di cui abbiamo accennato qualcosa, già qualche riga più su…

In particolare, quest’ultime si differenziano per fattori che non riguardano il solo formato ma che incidono soprattutto sul posizionamento. Nel digital marketing, quindi, con annunci Display (detti anche pubblicità Pay Per Click (PPC)), tipicamente ci si riferisce a quell’idea di comunicazione, un po’ invasiva, che sfrutta in modo consapevole gli spazi pubblicitari, realizzando una grafica di forte impatto.

La creatività alla base dei banner, è rafforzata anche dalle capacità di coinvolgimento che dimostrano gli utenti, interagendo con essi: Più persone decidono di cliccarci su; più la display advertising diventa incisiva dal punto della promozione e diffusione! Come ogni finalità di digital marketing, anche questa modalità vuole raggiungere un alto tasso di conversione e dunque di lead.

Google sceglie i display advertising dopo una valutazione dei dati, decidendone la posizione a seconda dei criteri di targetizzazione e offrendo all’utente un’ottima esperienza di navigazione. Gli annunci, sono dunque, rilevanti e pertinenti con: gli interessi, i gusti e le preferenze digitate.

Google, inoltre, tende a memorizzare le vecchie ricerche, realizzando una cronologia che permetta all’utente di riprendere con facilità, quella pagina web già vista. Per monetizzare, i Display advertising utilizzano un tipo di massimizzazione definito ROI, “Ritorno sull’Investimento, vale a dire: una categoria di indicatori e di bilancio che, con la sua formula, è utile per valutare il profitto o l’investimento di un’azienda.

Le diverse le tipologie di campagne Display offerte da Google, accontentano le differenti esigenze di advertiser, tra quelle più in voga ci sono le Campagne di Remarketing o Retargeting che attualmente sono un potente strumento per tenere ben salda l’attenzione dei clienti/utenti, che sono stati già di “passaggio”. L’obiettivo dietro le dinamiche di retargeting è quello di evidenziare gli annunci che apporteranno la crescita e la consapevolezza dell’azienda e del brand.

Un altro procedimento, altrettanto di successo è il targeting di Display Advertising “per posizionamento sul sito” che concede all’inserzionista la possibilità di seguire i propri annunci sui siti di destinazione poiché vengono collocati dall’autore in maniera strategica. Inoltre, c’è il targeting “per argomento”, che permette un controllo sugli argomenti diffusi sui contenitori dediti agli annunci. 

In ultimo, attraverso il targeting “per interesse”, invece, si possono poi anche profilare gli utenti in due segmentazioni: per affinità (a seconda degli hobby personali) e in-market (opzioni d’acquisto su comparazioni). Dunque, Google Ads è altamente consigliato per le campagna di display advertising che mirano alla massima copertura, visibilità, oltre al ritorno degli investimenti.

Digital marketing: come rendere efficace il display advertising

Le campagne di display advertising per rendere efficace una strategia devono rafforzare due concetti del digital marketing, ossia: la riconoscibilità del Brand e la Brand Identity. Ma quali sono i punti su cui mirare e da dover ottimizzare? Le diverse tipologie di display advertising hanno lo scopo di far accrescere le attività di aziende e società.

A differenza degli spot tradizionali, gli annunci di display advertising hanno formati e supporti diversi, che hanno come finalità quella di portare il cliente a compiere un’azione (CTA; call to action). In quest’occasione vale la pena soffermarsi sulle peculiarità più rilevanti che rendono i display advertising efficaci. Ecco, dunque, alcuni casi:

Le landing pages: queste pagine web sono delle estensioni collegate ad un “sito madre”. Generalmente, si accede alla landing page per vedere in modo dettagliato e strutturato l’offerta, dopo aver fatto click su un annuncio display o banner. Per trattenere quanto più tempo il visitatore e spingerlo a fare la CTA è importante realizzare un design e un messaggio accattivante e coerente. 

Le piattaforme ed offerte immediate: di solito le display advertising si avvalgono di un software DSP che consente l’acquisto di spazi pubblicitari. In questo modo si può concedere agli utenti di prendere visione delle offerte in tempo reale e interagire con esse. Gli esperti di marketing di raggiungere il target desiderato. Le DSP raccolgono dati sugli utenti quando sono connessi e aiutano gli inserzionisti a scegliere il giusto target a cui comunicare.

Il design pulito: inserire negli annunci display troppe immagini o informazioni, può comportare il rischio che gli utenti lo trovino invadente e dunque decidano di evitarlo. Per questo motivo, bisogna tenere presente che il cliente non deve essere infastidito. Gli elementi visivi che ne costituiscono la grafica, devono essere accattivanti senza eccedere con messaggi e colori.               

Trasmettere chiarezza: ogni annuncio display in primo luogo dovrebbe mostrare il logo dell’azienda agevolando gli utenti a capire immediatamente i messaggi commerciali, aumentando la riconoscibilità del web. 

Digital marketing: gli strumenti per monitorare i display advertising

Nel digital marketing, c’è poi un momento in cui è necessario tirare le somme e vedere in che modo le campagne di Display advertising creano introiti e profitti. Gli strumenti per monitorare e misurare il successo sono ben definiti ed alcune si conoscono già. Ecco dunque, le metriche di cui più fanno uso gli esperti di digital marketing con le Display advertising:

1.La reach: calcola in modo approssimativo il numero di persone che hanno l’alta probabilità di leggere l’annuncio pubblicitario perché già visualizzano la piattaforma e/o rete. 

2.Il CTR (o ClickthroughRate): che registra il numero di click effettivi sull’annuncio, oltre alle impression, mostrandone i risultati. Questo metodo è utile per valutare le performance delle campagne sui social media.

3.La bounce rate (frequenza di rimbalzo): misura in percentuale il tempo di permanenza sull’annuncio di ogni visitatore. In genere, l’obiettivo è quello di rendere la frequenza di rimbalzo il più basso possibile, perché significa che l’utente non ha cambiato pagine. 

4.Il tasso di conversione: è la metrica più importante perché dona una visione completa dell’utente. Offre indicazioni sulle azioni svolte dal visitatore, come ad esempio: se si è iscritto alla newsletter, se ha compiuto l’acquisto etc.

Ovviamente, queste quattro disposizioni permettono di osservare in che modo c’è stato un ritorno degli investimenti compiuti dall’azienda, per ogni campagna di display advertising. In sostanza, con il ROI possiamo dare una valutazione dettagliata sul rendimento pubblicitario.