Durante gli scorsi mesi, la crisi economica generata dal coronavirus ha coinvolto anche i settori di musica e spettacolo. Il blocco dei concerti, a seguito delle restrizioni emanate per cercare di contenere l’avanzata dilagante della pandemia, ha danneggiato fortemente il mercato della musica live. Da mesi ormai, i lavoratori del mondo della musica sono penalizzati e scarsamente aiutati dalle istituzioni.
D’altro canto, grazie alla crescita esponenziale degli abbonamenti premium alle varie app di streaming musicale, il mercato globale della musica registrata è cresciuto del 7,4% confermandosi un’ancora di salvezza ed un asset vincente.
Il drastico calo del mercato della musica live
Come ormai è ben noto, a seguito della pandemia e della conseguente sospensione di tutti gli eventi musicali dal vivo, il mercato dei live musicali ha subito delle perdite enormi. Basti pensare che, a fine 2020, i ricavi derivanti dai live musicali hanno presentato un passivo del 97%. Non a caso, lo scorso ottobre, il presidente di Assomusica (associazione degli organizzatori e produttori di spettacoli di musica dal vivo), Vincenzo Spera dichiarava:
“In Italia è quasi tutto fermo. Siamo tra il 93 e il 97% del calo dei fatturati. Siamo all’anno zero e in questo deserto bisognerà trovare delle oasi”.
I più colpiti da questa “fase di stallo” della musica live sono i lavoratori del mondo dello spettacolo. Da mesi ormai si susseguono manifestazioni e cortei a favore della ripresa degli eventi musicali live essenziali per la sopravvivenza di tutti quei lavoratori fermi da troppo tempo.
Una luce in mezzo al buio: lo streaming musicale
Nonostante la situazione drammatica della musica dal vivo, a livello globale, il mercato della musica registrata è cresciuto del 7,4% per il sesto anno consecutivo.
Questa crescita è dovuta principalmente allo streaming, nello specifico, ai ricavi derivanti dagli abbonamenti premium, aumentati del 18,5%: a fine 2020 erano 443 milioni gli utenti in possesso di un account in abbonamento a pagamento.
Anche l'Italia ha mostrato un forte incremento per quanto riguarda lo streaming musicale, Infatti, gli abbonamenti streaming premium hanno registrato un incremento del 29,77% superando i 104 milioni di euro.
In questo senso, appare evidente che piattaforme come Spotify, Amazon Music, Tim Music, iTunes, per citarne alcune, costituiscano ormai da anni una risorsa importantissima per il mercato globale della musica.
La regina dello streaming musicale: Spotify
Tra tutte le app di streaming musicale presenti sul mercato, Spotify risulta essere quella più utilizzata e scaricata in Italia e non solo. Non a caso, il numero degli utenti mensili attivi su Spotify è cresciuto del 27% nel quarto trimestre 2020. Prendendo in analisi l’intero 2020, l’app di streaming ha raggiunto 74 milioni di utenti in più rispetto all’anno precedente.
Gli abbonati Premium, infatti, sono cresciuti del 24%. I nuovi utenti premium sono stati 30 milioni nel corso dello scorso anno. Non a caso, i ricavi provenienti dagli utenti premium sono stati pari a 1.89 miliardi durante lo scorso anno. In particolar modo, i mercati più redditizi sono America Latina ed Europa.
Tuttavia, un’altra importante fonte di ricavi per Spotify è costituita dall’advertising. Infatti, i ricavi da pubblicità sono aumentati del 29% ed hanno sfiorato i 281 milioni di euro.
La crescita dei concerti in live streaming
Data l’impossibilità di svolgere concerti in maniera convenzionale (in stadi, teatri, palazzetti) e per cercare di fronteggiare le immani perdite della musica live, nel corso degli ultimi mesi si sono moltiplicati i concerti in live streaming.
Come si legge sul sito della Fimi:
“L’offerta di live streaming, iniziata con eventi di charity e poco di più, si è via via strutturata e ha raggiunto tutti i settori, dalla musica pop, all’opera, alle filarmoniche.”
Si tratta di eventi con ticket a pagamento, come dei veri e propri concerti. Diversi artisti hanno organizzato e stanno organizzando questa tipologia di eventi. Ad esempio, la pop star internazionale Dua Lipa ha riscosso un successo oltre ogni previsione grazie al suo concerto in streaming.
Infatti, per assistere allo show di Dua Lipa sulla piattaforma LIVENow, erano disponibili due tipologie di biglietti: uno standard (13,99€) ed un biglietto VIP (22 €) che consentiva di avere accesso a filmati esclusivi direttamente dal pre-show e dal backstage, ma dava anche la possibilità di seguire l’After Show Party di Dua Lipa in cui erano presenti vari Dj internazionali come ospiti.
I concerti in live streaming, dunque, rappresentano un’importante risorsa e opportunità di ripartenza per il settore degli show live. Non a caso, gli eventi organizzati fin ora sono stati accolti talmente bene dal pubblico tanto da non escludere che questa pratica possa continuare anche quando riprenderanno i concerti dal vivo.
Alcuni dati relativi al live streaming
Consultando il sito della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) è possibile osservare dei dati molto interessanti legati al live streaming musicale:
• Il numero di spettatori in streaming di musica dal vivo sta aumentando a un tasso del 28,6% anno su anno.
• Il flusso di video musicali è cresciuto del 101,9%.
• Dopo aver visto un video in diretta di un evento, il 67% degli spettatori ha maggiori probabilità di acquistare un biglietto per un concerto o un evento simile.
• Il 45% del pubblico che ha assistito a dirette live streaming pagherebbe per video in diretta, esclusivi o su richiesta da una squadra, oratore o artista preferito.
• L’87% del pubblico preferirebbe guardare eventi online se ciò significasse più contenuti dietro le quinte.
Un altro aspetto molto interessante è legato al fatto che numerosi molti teatri di musica lirica o orchestrale, grazie al live streaming, hanno visto aprirsi nuove prospettive per ampliare le loro audience di riferimento.
“Si tratta di una grande opportunità che potrà integrare ed estendere l’offerta, che in passato era limitata alla sola prestazione dal vivo.”
Come sta cambiando il mercato musicale
Le abitudini di acquisto nell'era di Covid-19 sono cambiate in modo significativo. La pandemia, come già detto in precedenza, ha avuto effetti negativi sul mercato professionale più che su ogni altro. Tutti i tour, festival e concerti in programma sono stati annullati o posticipati a data da destinarsi. Nonostante si stia lavorando duramente per cercare di rimettere in moto la macchina degli show musicali dal vivo, le prospettive di ripresa appaiono piuttosto remote.
Tuttavia, come già detto in precedenza, lo streaming musicale ha visto una crescita esponenziale. Come afferma Jason Rogers, Expert Associate Partner presso la McKinsey & Company
“Durante il lockdown il 30-35 per cento dei nostri prodotti è stato venduto online, e questo in parte ha compensato le perdite dovute alle chiusure dei negozi”.
La tendenza da parte degli appassionati di musica, o più semplicemente degli ascoltatori, di affidarsi alle app di ascolto in streaming non è certo emersa in seguito alla pandemia; al massimo, è stata evidenziata ancor più fortemente.
Già da tempo, infatti, la fruizione dei contenuti musicali sembra essersi spostato inevitabilmente e irreversibilmente verso il digitale che consente di avere (letteralmente) a portata di mano le più disparate playlist e gli album, più o meno recenti, delle più grandi star musicali.
Ormai da tempo, appare evidente come il mercato musicale abbia compreso, e continui a comprendere, l’importanza di dover raggiungere i consumatori attraverso contenuti digitali, soprattutto in questo delicato periodo, e fisici senza eliminare nessuna di queste due componenti.
Inevitabilmente, tutto ciò sarà necessario per sopravvivere e farsi largo all’interno del delicato e complesso ecosistema del mercato musicale viste le sue tendenze più ricorrenti.