Draghi ha creato il Ministero della Transizione Ecologica

Pochi giorni fa Mario Draghi ha accettato di istituire il Ministero della Transizione Ecologica e ieri ha reso ufficiale questa scelta nominando il fisico Roberto Cingolani Ministro dell’Ambiente e della Transizione Ecologica. La proposta, partita dalla deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni, era stata posta da Grillo come condizione indispensabile per fornire l'appoggio del Movimento 5 stelle all'ex banchiere.

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Mercoledì 10 febbraio Mario Draghi ha fatto sapere che nel suo governo ci sarà posto per il Ministero della Transizione Ecologica, accettando così la principale richiesta del Movimento 5 stelle. 

Beppe Grillo, il comico che, dopo una lunga assenza, è da poco tornato ad essere il leader del partito, durante il suo turno delle consultazioni con Draghi gli aveva fatto sapere che, se avesse voluto l'appoggio del Movimento 5 stelle, tra le altre condizioni che l'ex banchiere doveva rispettare c'era proprio l'istituzione del Ministero della Transazione Ecologica. 

L’annuncio era stato dato dalla presidentessa del WWF Donatella Bianchi, a seguito delle consultazioni con Draghi, che insieme ad altri esponenti di associazioni ambientaliste nazionali, si sono detti soddisfatti.  

Ieri sera Draghi ha presentato la sua squadra di ministri , confermando l’istituzione di questo ministero e mettendovi alla guida il fisico Roberto Cingolani.  

Anche se ancora non sono chiare le modalità con cui il nuovo ministero opererà, ormai appare più che evidente che il nuovo ministero abbia a tutti gli effetti sostituito il più canonico Ministero dell’Ambiente. 

Draghi ha istituito il Ministero della Transizione ecologica: di cosa si tratta? 

Anche se il Movimento 5 stelle ha iniziato solo da poco tempo a sostenere la necessità di questo ministero, chi ne parla da svariati anni sono i movimenti ambientalisti di tutto lo stivale. Da molto tempo, infatti, le maggiori associazioni auspicano un ministero che aiuti la politica italiana a prendere scelte più ecologiche e ad aiutare la transizione verso un modello più eco-sostenibile. 

In alcuni altri paesi, come potrete leggere più avanti, esistono già ministeri analoghi il cui scopo è, appunto, quello di accompagnare il paese verso sistemi produttivi più ecosostenibili.  

Anche se l'Italia non è esattamente tra i paesi con le migliori politiche ambientali, sicuramente dei passi in avanti sono stati fatti nell'ultimo decennio. 

Già il ministro Sergio Costa, che pur non facendo parte del Movimento 5 stelle è stato voluto in quella posizione dal partito fondato da Grillo e Casaleggio, ha attuato numerose politiche che vanno in questo senso. 

In pochi sanno che in realtà in Italia esiste già un ente analogo, si tratta del DITEI (Il Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi), istituito nel 2019 e inserito all'interno del Ministero dell'Ambiente. 

Ma allora se esiste già un ente preposto alla transizione ecologica, a cosa serve la formazione di un ministero? 

Il nuovo ministero avrà, quasi certamente, il compito di gestire una parte consistente del Recovery Fund. 

Non dimentichiamo, inoltre, che per accedere ai fondi del programma Next Generation EU, circa 210 miliardi di euro che l'Unione Europea dovrebbe dare all'Italia, è indispensabile presentare un piano nazionale di ripresa e resilienza in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo

In realtà, esiste già un piano, approvato dal secondo governo Conte, che tuttavia non ha convinto numerose associazioni ambientaliste che lo hanno aspramente criticato.  

Il nuovo Ministero della Transizione Ecologica, oltre a gestire fondi del Recovery Fund, potrebbe essere parte integrante di questo piano. 

Alcuni però si chiedono se l'istituzione di questo ministero sia servita solo come moneta di scambio per far sì che il Movimento 5 stelle partecipasse alla formazione di un governo Draghi. 

Draghi ha creato questo ministero per il Movimento 5 stelle? 

Immediatamente dopo che la presidentessa del WWF Bianchi ha reso noto che Draghi avrebbe istituito il Ministero della Transizione Ecologica, il Movimento 5 stelle ha immediatamente fatto sapere che ritiene questa come una propria vittoria. Poco dopo il partito ha aperto le votazioni sulla propria piattaforma. 

Sicuramente risulta quantomeno insolito che la condizione fondamentale di Beppe Grillo fosse, non tanto il mantenimento delle politiche già portate avanti dal partito pentastellato, quanto piuttosto l'istituzione del Ministero della Transizione Ecologica.  

L'obiezione principalmente mossa al Movimento 5 stelle è legata al fatto che il partito è stato al governo letteralmente fino a ieri; eppure, non ha mai presentato una proposta di questo tipo. 

Ci si chiede come mai adesso la questione sia diventata talmente tanto urgente, da scavalcare completamente qualunque altro tema portato avanti dal Movimento 5 stelle negli ultimi mesi. 

In molti si chiedono perché Grillo non abbia cercato di salvaguardare il più grande cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle, cioè il Reddito di Cittadinanza.

Il fatto che Mario Draghi abbia accettato di fondare questo ministero ha sicuramente aiutato il Movimento 5 stelle a lenire le profonde divisioni che vedevano il partito diviso tra coloro che non erano disposti a passare dalla parte di Draghi dopo averlo criticato aspramente per anni e coloro che invece erano più che disposti a passarci sopra. 

Chi è il nuovo ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ?

Roberto Cingolani è nato a Milano e si è formato a Bari, dove ha studiato fisica e ha conseguito un dottorato, prima di perfezionarsi alla Scuola Normale Superiore di Pisa.  

Terminati gli studi, Cingolani si è dato alla ricerca presso vari istituti e nel 2000 ha ottenuto la cattedra di fisica sperimentale presso l’Università di Lecce. Qui nel 2001 ha fondato il National Nanotechnology Laboratory (NNL) dell’INFM, di cui è stato lui stesso direttore.  

Nel 2005 ha creato l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, di cui per anni è stato dirigente, cominciando così ad intessere relazioni con il mondo della politica.  

I suoi campi di ricerca sono principalmente la robotica e, più in generale, l’intelligenza artificiale.  

Grande assente da questo strepitoso curriculum? L’ambiente. 

Scegliere Cingolati, tuttavia, restituisce una visione chiara di come l’ambiente sarà visto (e trattato) dalla politica nel prossimo futuro: con un'ottica industriale dell’ambiente, concentrata sulla riconversione energetica e, molto probabilmente, poco attenta agli equilibri dell’ecosistema

Italia: un paese ecologicamente da curare 

Anche sotto questo punto di vista, l'Italia è terra di grandi contraddizioni.  

Il nostro Paese, meraviglia naturale per vocazione, ha negli anni subito una quantità, quasi senza pari, di abusi ecologici, dall'Ilva alla Terra dei Fuochi e al disastro Caffaro a Brescia, senza dimenticare i casi Eternit a Casale Monferrato e tutti gli altri Siti di Interesse Nazionale, i cosiddetti SIN, disseminati qua e là lungo lo stivale e dei quali si occupava direttamente proprio il Ministero dell’Ambiente.  

Solo negli ultimi anni si sta dando la giusta attenzione al tema ecologico nel nostro Paese, che, purtroppo, non è stato particolarmente attento, come sottolinea il presidente di Green Peace Italia Ivan Novelli, che fa notare anche come per i governi precedenti l'emergenza climatica non sia mai stata una priorità.  

Anche il presidente di Legambiente Stefano Ciafani ha dichiarato che le risorse messe a disposizione sono numerose e per questo vanno investite in energia pulita, mezzi di trasporto green, e industria innovativa. Ciafani ha anche sottolineato la necessità di snellire la burocrazia e rinforzare i controlli nei confronti di pubblici e privati, per accettarsi che le norme sull'ambiente vengano effettivamente rispettate. 

Chi ha davvero voluto l'istituzione del ministero della transizione ecologica? 

Anche se l'istituzione di questo ministero è stata rivendicata dal partito di Beppe Grillo come una propria vittoria, va detto che la proposta di istituire un ministero della transizione ecologica, sulla scia di quello francese e spagnolo, viene in realtà da Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali, attivista e ambientalista da sempre vicina ai temi dell’ecologia. 

A sostenere la proposta è stato anche il movimento Fridays For Future, che nei giorni precedenti aveva proposto a Draghi di porre al centro del proprio programma una profonda riconversione ecologica. 

Il Ministero della Transizione Ecologica non è una novità 

Come abbiamo già accennato, l'Italia non sarebbe il primo paese ad avere un Ministro della Transizione Ecologica. Due paesi in Europa ne hanno già uno: stiamo parlando di Francia e Spagna. 

In Francia, ad esempio, il ministero dell’Ecologia dallo scorso anno si chiama Ministero della Transizione Ecologica e il suo ruolo è accertarsi che tutte le politiche volute dal governo francese siano in linea con uno sviluppo ecosostenibile. 

Il ministero è stato voluto da Macron e ad occuparsene è proprio una persona a lui vicina: Barbara Pompili. 

Spostandoci nella penisola iberica, in Spagna esiste il Ministero per la Transizione Ecologica e la Sfida Demografica (Miteco), che dallo scorso anno è guidato dalla ministra socialista Teresa Ribera Rodriguez. 

Anche in questo caso lo scopo del ministero è la lotta al cambiamento climatico e l'attuazione di modelli più ecologici. In Spagna, tuttavia, c'è una particolare attenzione anche alla tutela dell’ecosistema per mantenere la biodiversità dei boschi. 

Citiamo anche altri due paesi in cui possiamo trovare ministeri con funzioni analoghe.  

In Svizzera esiste il Datec, cioè il Dipartimento federale dell'Ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni, che si occupa attivamente di politica ambientale, facendo coincidere il tema ecologico con la gestione dei trasporti, che dunque vengono sempre pensati per essere eco sostenibili. 

Questo accostamento può sembrare curioso, ma lo scopo è quello di fare attenzione che le infrastrutture vitali, come appunto quelle dei trasporti, siano in linea con le politiche ambientali. 

Abbandoniamo l’Europa per spostarci in America centrale, precisamente in Costa Rica, dove il Minae (Ministero dell'Ambiente e dell'Energia), guidato da Andrea Meza Murillo, si impegna a portare avanti politiche per l'uso sostenibile delle risorse naturali e per proteggere l'ambiente, in accordo con il complesso piano di sviluppo per il paese.