In che modo la tecnologia contribuisce allo sviluppo dell’economia circolare, che rappresenta un sistema in grado di produrre opportunità di crescita e potenzialmente enormi vantaggi per il tessuto produttivo e industriale italiano?
Il sostegno europeo e nazionale, a livello di politiche e strategie, è già attivo da tempo. Ne è un esempio, il nuovo piano di azione per l’economia circolare, inserito all’interno del Green Deal europeo, che punta alla sostenibilità economica dell’Unione Europea. A questo si aggiungono le misure previste dal programma Next Generation EU e dal bando del Mise dedicato alla riconversione delle attività produttive.
Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l'Ambiente, ha dichiarato:
"Esiste un solo pianeta Terra, eppure da qui al 2050 consumeremo risorse come se di pianeti ne avessimo tre. Il nuovo piano renderà la circolarità la norma nelle nostre vite e accelererà la transizione verde della nostra economia. Interventi orientati al futuro creeranno opportunità commerciali e di lavoro, sanciranno nuovi diritti per i consumatori europei, sfrutteranno l'innovazione e la digitalizzazione e garantiranno che nulla vada sprecato, come succede in natura."
Secondo il rapporto 2021 elaborato da Circular Economy Network, con un indice di performance sull’economia circolare pari a 79 punti, l’Italia si colloca al primo posto per prestazione complessiva, superando Francia e Germania, rispettivamente al 2° e 3° posto.
I benefici si ripercuotono sul business e sulla competitività delle imprese, poiché questo sistema crea investimenti e occupazione, genera ricavi e risparmi. Ma i vantaggi a lungo termine interessano anche l’ambiente e la collettività. D’altro canto, questo processo implica un profondo cambio di mentalità a tutti i livelli. Dobbiamo trasformarci da consumatori a utilizzatori, prendendo le distanze dall’economia lineare.
Credete davvero che la cultura dell’usa e getta possa reggere all’infinito? Basta guardare il rapporto di Ispra, che riporta una produzione complessiva di rifiuti pari a 250,6 milioni di tonnellate in Europa, con una media annua pro capite di 499 kg/ abitante in Italia, per rendersi conto che bisogna agire ora.
Non si tratta di demonizzare il profitto, ma semplicemente di alimentare un circolo virtuoso con uno sguardo al futuro. L’obiettivo principale è quello di svincolare il progresso economico dall’utilizzo di risorse, attraverso l’uso più efficiente di quest’ultime.
Prima di capire il ruolo che tecnologia e innovazione assumono in questo percorso di transizione, scopriamo cos'è l’economia circolare, su quali principi si basa ed il suo funzionamento.
Che cos’è l’economia circolare?
Che cosa si intende per economia circolare? L’Europarlamento la definisce così:
“L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riuso, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.”
Immaginate l’economia lineare come una linea retta che rappresenta i processi di estrazione, trasformazione, vendita e fruizione di un prodotto, che al termine verrà gettato. Quella circolare invece, raffigurata da un cerchio, ben illustra il ciclo vitale di un bene, che ricorda quello della natura. La sua fine infatti, corrisponde all’inizio di un nuovo prodotto.
Tutto ciò implica una progettazione del tutto diversa da quella attuale. Fin dalla creazione di un bene, si considerano le componenti modulari, la biodegrabilità, la scomposizione delle parti e la durabilità, affinché il suo ciclo vitale possa essere il più lungo possibile. La fase di produzione utilizzerà le materie prime seconde al posto delle materie prime, gli scarti verranno recuperati e rigenerati. Lo scopo è quello di ottimizzare la resa dei materiali e valorizzare quello che oggi è un rifiuto da smaltire.
Eppure anche l’attività di riciclo dei materiali presenta delle criticità. Ad esempio, ce ne sono alcuni che più si prestano ad essere riciclati rispetto ad altri, ma è bene tenere conto che non è realizzabile un loro riciclo perpetuo. Inoltre, lo stesso recupero è un’operazione che necessariamente implica l’uso di risorse, poiché per riciclare servono macchinari, dunque ancora materiale ed energia. Infine, il riciclo non è un servizio gratuito, ma ha dei costi.
A questo proposito, al fine di incentivare i cittadini a recuperare piuttosto che a liberarsi di elettrodomestici e biciclette, la Svezia ha varato una riforma che ha tagliato l’IVA sul servizio di riparazioni portandola al 12%.
La stessa nazione che è riuscita a trasformare il centro commerciale ReTuna esclusivamente dedicato alla vendita di merce riciclata, rigenerata o organicamente prodotta in un’attrattiva turistica con visite guidate digitali o in loco.
I principi cardine dell’economia circolare
Diamo uno sguardo ai 5 principi cardine sui quali si basa l’economia circolare:
• risparmio, sfruttando tutte le opportunità a disposizione per il risparmio delle risorse
• riciclo, incrementando il riutilizzo dei materiali e dei loro componenti
• sostituzione, utilizzando al posto delle materie prime, soluzioni alternative che garantiscano maggior efficienza e un minor impatto ambientale
• riduzione, dematerializzando il modo in cui si soddisfano i bisogni delle persone, attraverso modelli di business innovativi capaci di offrire servizi e prodotti concepiti in un’ottica sostenibile
• valorizzazione, dando il giusto peso, anche economico, al valore delle risorse naturali quando si prendono decisioni. Questo principio è applicabile a qualunque livello, dal piccolo consumatore che compie un acquisto fino ad arrivare a chi avendo potere decisionale, definisce il prezzo di uno specifico servizio. Grazie ad una maggior consapevolezza, aumenta il numero di utenti disposto oggigiorno a pagare un importo più elevato, purché si garantisca ottima qualità e minor impatto sull’ambiente.
La tecnologia al servizio dell’economia circolare
L’economia circolare offre al mondo del business l’opportunità di sviluppare nuovi servizi focalizzati sull’utlizzo piuttosto che sul consumo, implementando le prestazioni di manuntenzione, sharing, ricondizionamento, disassemblaggio, pay per use ed assistenza.
La tecnologia, in particolare Internet of Things, intelligenza artificiale, 3D Printing e Machine Learning, viene adottata con successo da startup e aziende consolidate in tutto il globo, per l’applicazione di modelli industriali di economia circolare.
L’IoT consente ad un oggetto fisico e reale connesso ad internet di raccogliere dati, di condividerli o trasferirli ad altri dispositivi definiti smart, poiché muniti di specifici sensori in grado di controllare molteplici parametri. Ad esempio, lo stato di consumo o di usura di un prodotto, dando il via alla manutenzione predittiva o alla creazione di servizi e abbonamenti ad hoc pay as service.
Tramite l’intelligenza artificiale, che elabora una quantità enorme di dati, è possibile effettuare previsioni sulla domanda di mercato e di conseguenza pianificare su queste apposite strategie commerciali.
Software di machine learning sono in grado di identifcare e riconoscere nell’indifferenziato, i componenti elettronici come ad esempio le batterie, attraverso le immagini. Ciò agevola la spinosissima gestione dei rifiuti elettronici.
STIIMA-CNR ha all’attivo decine di gruppi di ricerca, che si occupano di innovazione tecnologica del settore manifatturiero. Intelligenza artificiale, robotica, realtà virtuale vengono applicati a progetti di fabbriche pilota smart.
La stampa a tre dimensioni ha rinvigorito il remanufactoring, dando la possibilità di creare pezzi di ricambio per ogni esigenza allo scopo di allungare la vita di un oggetto rotto. Oltretutto, questa tecnologia dalle infinite applicazioni, abbatte le spese di stoccaggio e di trasporto, con notevoli vantaggi sull’emissioni inquinanti.
Lou Rassey, CEO di Fast Radius ha dichiarato:
“Per tutta la storia dell’umanità abbiamo avuto tre mezzi per spostare le cose da una parte all’altra del mondo: terra, mare e aria. Ora ne abbiamo un quarto: la Rete.”
Rinomate aziende hanno aderito al Circolar Economy CE100 network globale, fondato da Ellen MacArthur con l’obiettivo di accelerare la transizione all’economia circolare. Tra queste figurano A2A, Enel, Amazon, Ebay, Ferrero, Hera, Hp, Microsof, SAP e tante altre.
L’innovazione tecnologica per un’economia circolare di successo
Centinaia di start up sono nate grazie ad un’idea vincente realizzata tramite l’innovazione tecnologica. Gli ambiti di applicazione vanno dall’industria automobilistica all’agricoltura, dal tessile al cibo.
Orange Fiber per esempio, ha creato un tessuto di alta qualità, associando due settori dell’eccellenza italiana, ovvero il tessile e l’alimentare. Dallo scarto di un sottoprodotto agrumicolo, attraverso un processo industriale, l’azienda trasforma la cellulosa estratta in un materiale sostenibile di prima qualità.
Funghi Espresso invece, riutilizzando i fondi di caffè raccolti dai bar della zona per coltivare funghi freschi e kit di autoproduzione domestica, rappresenta un modello di economia circolare facimente replicabile ovunque. Ma il ciclo del caffè non si limita a questo. Il substrato ormai esausto utilizzato per la coltivazione dei funghi, viene rigenerato tramite il lombricompostaggio per la produzione di humus di lombrico e lombrichi, rispettivamente impiegati come sostanza nutritiva per l’orto e alimentazione per i pesci.
Le realtà virtuose, che hanno saputo coniugare creatività, tecnologia e lungimiranza, sono così tante che è impossibile citarle tutte ed è auspicabile che possano servire da esempio per altre imprese.
Ora, spetta ai consumatori attenti alla sostenibilità, premiare le aziende capaci di trasformare il loro modello di business in quest’ottica. I dati che emergono dalla ricerca GFK WhoCaresWhoDoes evidenziano come il 36% degli italiani ha smesso di acquistare determinati servizi o prodotti a causa del loro negativo impatto ambientale.