Come l’editoria e il giornalismo sopravvivono al digitale

Il digitale non ha rivoluzionato solo il supporto informativo ma anche tutto il processo comunicativo. Dal lettore all’autore ci sono stati cambiamenti e di nuovi sono necessari per sopravvivere alla tecnologia. Ecco il settore dell’editoria e del giornalismo digitale! Tutto ciò che il redattore 2.0 deve sapere!

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È già da qualche anno che il mondo dell’editoria e del giornalismo sono stati costretti ad evolversi di fronte all’irrompente successo del digitale. La tecnologia, infatti, ha costretto autori ed editori a modificare drasticamente il proprio modus operandi.

In primis è stata la comunicazione in generale a cambiare, soprattutto in fatto di notizie. Conferma agendadigitale.eu:

“I giornalisti sono così obbligati nel digitale a ripensare completamente il proprio rapporto con la dimensione temporale e spaziale, cioè con quei vincoli che – delimitando il formato – di fatto hanno da sempre inciso nella definizione di notiziabilità quale capacità di un evento di diventare significativo in uno specifico arco di tempo.”

Perché, oltre al supporto di lettura, si è trasformato proprio anche il concetto di informazione.

Il lettore stesso è diventato un consumatore con sempre più potere in termini di scelta, fino a diventare “prosumer”. Ovvero, diventando lui stesso fonte di informazione attraverso la condivisione. Spiega ninjamarketing.it:

“… i social media diventano ulteriori touchpoint per le diverse figure coinvolte nella filiera editoriale, in grado di creare delle vere e proprie community aggregate dallo stesso interesse… “

Infine, considerazione pressoché ovvia, passiamo dal cartaceo al digitale. Nonostante il concetto di rivista e giornale non siano ancora passati di moda grazie agli abbonamenti online, spiega insidemarketing.it:

“… gli utenti della rete nutrano più fiducia nei motori di ricerca e meno nei tradizionali canali d’informazione… “

Editoria e giornalismo digitale: stare al passo con i tempi

Sicuramente, uno degli effetti più immediati del digitale all’interno del mondo dell’editoria e del giornalismo è la velocizzazione della circolazione delle informazioni.

Sicuramente è una cosa positiva perché permette di essere sempre aggiornati sugli accadimenti del mondo. Inoltre, il web ha permesso di aumentare il numero di pubblicazioni e anche di redattori. Ovvero, chiunque, al giorno d’oggi, può comunicare qualsiasi cosa.

Ecco che subentrano anche aspetti negativi come le bufale online e la necessità frequente di verificare costantemente le fonti e le notizie che circolano sul web.

Tutta questa velocità e quantità ha comportato un rapido aumento della concorrenza e dell’ammontare di dati che si possono trovare sul web. Effetto? La necessità di recuperare la qualità.

Ecco che i motori di ricerca sono sempre all’opera per garantire ai naviganti di internet contenuti digitali affidabili. Nasce la SEO e il paradigma di Google EAT. Nasce l’acronimo YMYL per identificare le informazioni che possono influenzare maggiormente la vita dei lettori.

I redattori digitali devono essere sempre più attenti ad ogni pubblicazione per due motivi: obbligo deontologico di comunicare in modo veritiero, necessità di avere traffico e quindi di posizionarsi sulla SERP.

La notizia digitale: l’evoluzione del giornalismo dal cartaceo all’online

Partiamo da un breve accenno al contatto di “notiziabilità”. Spiega agendadigitale.eu che i requisiti minimi sono: rilevanza, ovvero l’utilità, e tempismo, oltre il quale l’utilità svanisce.

Con il digitale, questi requisiti si evolvono e, in particolare, si supera ogni soglia temporale: il tempismo non è più dato da una logica di immediatezza della notizia o di flusso di pubblicazione, ma è comandato dalle esigenze dei consumatori.

In maniera più semplicistica, spiega agendadigitale.eu:

“La scomparsa della deadline attenua un altro elemento centrale nella definizione della notiziabilità: arrivare per primi.”

Non basta trovare un’informazione rilevante ed attuale, ma bisogna anche comunicarla prima degli altri. Questo sotto due aspetti: sia a livello di pubblicazione in termini temporali, ma anche a livello di reperibilità dell’articolo in termini di posizionamento sui motori di ricerca.

Tutto ciò, ovviamente, non segue una timeline legata all’accadimento ma legata alle necessità del consumatore. Ecco che il concetto di “rilevanza” della notizia digitale acquisisce un significato diverso, sempre agendadigitale.eu:

“… la sua replicabilità nello spazio e nel tempo… “

Ovvero, che sia una breaknews o un evergreen, l’obietto è riuscire a proporre e riproporre i propri articoli a chiunque sul web, in qualunque contesto temporale, prima della concorrenza e più volte rispetto alla concorrenza.

Il lettore digitale: da mero utente a fulcro della catena informativa

Internet e i social network hanno fornito ai consumatori un’arma in più. Non devono stare in balia delle tempeste informative di televisione e giornali ma possono diventare parte attiva nel processo ricercando solo ciò che necessitano.

Spiga insidemarketing.it:

“… utenti da “consumer” a “prosumer”, fornendogli la possibilità quindi di diventare essi stessi fonti di nuove informazioni, sempre più veloci e accessibili.”

Cosa significa questa cosa per il redattore digitale? La necessità di andare in contro alle richieste del web. E per farlo è necessario studiare l’utente. Ecco che si aggiunge un ulteriore lavoro per l’articolista che, oltre alla ricerca fonti e alla scrittura vera e propria, deve assecondare il lettore.

Massima importanza alla keyword che identifica il target che si vuole soddisfare. Ma non solo, è necessario trasmettere e comunicare con massima professionalità per guadagnarsi reputazione e autorevolezza.

Non basta scrivere di ciò che il web richiede, ma bisogna anche trasmettere affidabilità editoriale: in caso contrario l’utente andrà dalla concorrenza.

Inoltre, grande importanza anche della user experience: il lettore è pigro e, oltre a volere una risposta diretta alla sua domanda, la vuole subito e ben evidenziata.

Ecco che l’usabilità del sito internet e la formattazione del testo sono fondamentali per fidelizzare il pubblico.

Il redattore digitale: non basta saper scrivere. Tra SEO e copywriting!

Per tutti coloro a cui piace scrivere ma che non si sentono pronti per diventare autori di bestseller, quale strada più ovvia di diventare redattore del web. Una tra le professioni digitali più popolari.

Ma non per forza una delle più facili. Infatti, saper scrivere non basta. Al giorno d’oggi sono necessarie tutta una serie di ulteriori conoscenze che, per fortuna, possono essere apprese grazie agli innumerevoli testi informativi sul web, nonché gli innumerevoli corsi online. Scuole specializzate come Digital-Coach che offre una vasta gamma di lezioni sul tema come il corso di Web Content Editor.

Parole chiave?

  • conoscenza degli elementi multimediali che fanno parte di un contenuto digitale;
  • Capacità di reperire le fonti online e creare contenuti utili per gli utenti;
  • Conoscenza del funzionamento dei motori di ricerca e del concetto di ottimizzazione SEO per il posizionamento;
  • Capacità di comunicazione in termini di copywriting e marketing digitali;
  • Conoscenza delle più recenti evoluzioni in termini digitali dell’informazione.

L’influenza della SEO nell’editoria e nel giornalismo digitale

La “Search Engine Optimization” sembra essere la parola chiave dell’attività di un redattore digitale. Spiega giornaledellalibreria.it:

“Una strategia di ottimizzazione SEO ha come obiettivo quello di migliorare il posizionamento (ranking) di un sito web sui motori di ricerca e di conseguenza aumentare i volumi di traffico su di esso, sul proprio portale o e-commerce.”

Molto semplice in definizione, più complesso in attuazione. Le innovazioni tecnologiche si evolvono in continuazione e quindi bisogna stare al passo con i tempi per non perdere vantaggio competitivo verso i concorrenti.

Se prima le notizie venivano proposte dai giornali o dalla televisione, oggi sono gli utenti stessi che vanno alla ricerca di informazione tramite i motori di ricerca. Non solo, Google stesso, tramite la sezione Discover, oggi propone notizie agli utenti sulla base delle loro più frequenti digitazioni.

Tutto i web gira intorno alle necessità dei naviganti e la SEO risponde assecondando queste nuove direttive. E i redattori? Seguono a ruota. Come?

Software online per lo studio dell’intento di ricerca degli utenti, attività di personal branding tramite i social, coltivazione della reputazione online, ottimizzazione dei propri articoli, ecc.

Il futuro dell’editoria e del giornalismo digitale

Per sopravvivere bisogna continuare ad evolversi. Ecco che, per chi non pensava di arrivare all’ebook, c’è ancora molta strada da fare anche se per alcuni settori, tra cui editoria e giornalismo, sembra tutto in salita.

Il problema sostanziale consiste nella necessità di rivoluzionare in maniera profonda il concetto di comunicazione informativa. Dal classico formato di “articolo” bisogna passare ad altro. Per esempio, ninjamarketing.it evidenzia il rapporto tra questo settore e i social:

“I social media non creano soltanto gruppi di lettura, ma riscoprono la propria funzione di luogo di ritrovo, di piazza digitale nella quale anche gli scrittori e gli addetti ai lavori sono incoraggiati a comunicare in modo più diretto e trasparente con il proprio pubblico.”

Come si concretizza questo fatto? Contenuti crossmediali che spaziano diversi luoghi digitali, attività di crowdfunding digitale per la pubblicazione di contenuti testuali, promozione editoriale tramite influencer, ecc.