Che fiasco il social Truth! Non lo usa neppure Donald Trump

Un fiasco il social Truth. Non lo usa neppure Donald Trump che lo aveva voluto. Manager in fuga e crollo a Wall Street per la Spac Digital World Acquisition.

In una giornata che, lasciando in secondo piano i metaversi di Meta Platforms (Facebook), riporta i social network sulle prime pagine dei giornali, grazie a Elon Musk di Tesla, a Twitter e all’ex numero uno di quest’ultima Jack Dorsey, arriva l’ufficializzazione del fiasco di Truth. Il social network voluto con forza da Donald Trump a meno di due mesi dal lancio (ancora limitato va detto) si sta già dimostrando più che residuale. E la Spac californiana Digital World Acquisition Corporation (Dwac), che dovrebbe portare a Wall Street la holding Trump Media & Technology Group (Tmtg), affonda a Wall Street. Dwac ha infatti chiuso con un crollo del 9,98% lunedì al Nasdaq. Ha perso circa il 68% dal picco di 175 dollari, ma rimane comunque intorno a 57 dollari quando solo in ottobre ne valeva meno di 10.

Davvero un fiasco il social Truth. Non lo Usa neppure Donald Trump

L’immobiliarista newyorkese aveva promesso di distruggere il monopolio delle Big Tech a colpi di post (che su Truth con poca fantasia e “molta” modestia si chiamano truth, retruth i repost) ma si è dimenticato di usare l’app. Perché il dato più scoraggiante, ben più dei 513.000 utenti medi giornalieri attivi (Twitter viaggia sui 217 milioni), è proprio che neppure Trump abbia mai postato nulla sul suo account di Truth dopo il “Get Ready! Your favorite President will see you soon!” (in italiano: preparatevi, il vosto presidente preferito vi vedrà presto) pubblicato lo scorso 14 febbraio. Dopo un boom iniziale di download, l’app Truth (che ancora non è disponibile per Android ma solo per iOs di Apple, quindi per gli iPhone) è scivolata in fondo alle classifiche e, soprattutto, non si è neppure avvicinata alle rivali di Twitter che già rappresentano l’alternativa social per i seguaci di Trump.

Il social di Trump Truth ben lontano da Twitter ma anche da Parler

Secondo i dati di Sensor Tower citati da Reuters, infatti, il totale delle installazioni di Truth si ferma intorno a 1,2 milioni, contro gli 11,3 e 6,8 milioni rispettivamente di Parler e Gettr, le principali piattaforme usate dai conservatori (e dalle frange più estreme della destra Usa, quella della “presa” di Capitol Hill del 6 gennaio 2021 per intenderci). Secondo i dati di Apptopia citati invece da The Daily Beast, i download di Truth sono crollati da un picco di 170.000 al giorno agli appena 8.000 attuali, il che fa dell’app di Trump la 355esima più popolare sull’App Store di Apple. E la 28esima per quanto riguarda le sole app social. Certo non un trionfo.

Rivoluzione social? Certo non con Trump, forse con Musk in Twitter

Il risultato? Come riportato in esclusiva da Reuters è già la fuga dei manager. Avrebbero infatti lasciato la società il chief technology officer Josh Adams e il chief product development Billy Boozer. Entrati in Truth lo scorso anno e diventati presto protagonisti nel tentativo di Trump di costruire un impero social con l’obiettivo di per contrastare quella che i conservatori definiscono cancel culture. Intanto Twitter ha chiuso lunedì con un rimbalzo del 27,13% al Nyse, sull’ingresso di Musk nel suo capitale. Musk che è stato di recente duro nei confronti di Twitter, e dei social in genere, quanto e più dello stesso Trump. Ed è assai improbabile che il numero uno di Tesla possa fare peggio di Trump nel suo tentativo di rivoluzionare il settore. (Raffaele Rovati)

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