Fuga da Netflix. Primo calo degli abbonati dall’ottobre 2011

Abbonati in fuga da Netflix. Complice la guerra in Ucraina, il colosso dello streaming registra il primo calo nel numero di utenti globali dall'ottobre 2011.

Si ripete il copione per Netflix. Com’era successo in gennaio, in occasione della presentazione dei risultati dell’ultimo periodo del 2021, il titolo del pioniere dello streaming affonda di nuovo al Nasdaq. La differenza rispetto a tre mesi fa è che se allora Netflix aveva deluso le aspettative del mercato soprattutto in termini di guidance adesso è proprio quella guidance a dimostrarsi estremamente ottimistica considerando che il primo trimestre 2022 si chiude con il primo calo nel numero di abbonati dall’ottobre 2011. Netflix ne ha persi 200.000 e prevede di perderne altri 2 milioni nell’attuale periodo. Fuga degli utenti che ha causato un tracollo del titolo anche del 25% in after market al Nasdaq.

Per Netflix è fuga di abbonati. Segnato primo calo dall’ottobre 2011

Certo. La tendenza di rallentamento per l’intero comparto dello streaming ha subìto un ulteriore colpo dall’invasione dell’Ucraina. La guerra voluta da Vladimir Putin e le relative sanzioni imposte dall’Occidente hanno fatto sì che anche Netflix abbia interrotto le attività in Russia: il che significa una perdita di 700.000 abbonati, al netto della quale il risultato sarebbe stato in positivo per 500.000 utenti, comunque ben al di sotto dei 2,5 milioni in più che Netflix aveva previsto. E il dato negativo potrebbe spingere la società di Los Gatos ad accelerare la stretta sulla condivisione della password. Netflix stima infatti che oltre ai 222 milioni di utenze (221,64 milioni per la precisione) ce ne siano altre 100 milioni che usano credenziali “prestate”. 

Ricavi salgono (su rialzo prezzi) ma per gli abbonati di Netflix è fuga

Intanto nel trimestre i ricavi sono saliti del 9,8% annuo a 7,87 miliardi di dollari, contro i 7,94 miliardi del consensus di FactSet. Risultato, però, ottenuto ancora una volta anche grazie all’aumento dei prezzi degli abbonamenti. I profitti si sono attestati a 3,53 dollari per azione, in calo rispetto ai 3,75 dollari di un anno prima ma sopra ai 2,95 dollari stimati dagli analisti. Per il secondo trimestre Netflix prevede d’incassare 8,05 miliardi di dollari, contro gli 8,20 miliardi del consensus di FactSet. In linea con le aspettative del mercato l’eps, stimato intorno a 3,00 dollari. Risultati che evidenziano, come ammesso da Netflix stessa, quanto la concorrenza sta diventando un problema più grande. “Negli ultimi tre anni, poiché le società di intrattenimento tradizionali hanno capito che lo streaming è il futuro, sono stati lanciati molti nuovi servizi”, si legge nella lettera d’accompagnamento alla trimestrale.

Fuga da Netflix mentre la Generazione Z preferisce TikTok e YouTube

Certo la concorrenza è un problema, soprattutto in vista dell’integrazione delle piattaforme Hbo Max e Discovery+, dopo la nascita di Warner Bros Discovery, ma il problema del mercato è già quello della saturazione e di un pubblico raggiungibile che si fa sempre più limitato. Come ricorda Reuters, l’ultimo sondaggio Digital Media Trends di Deloitte mostra come la Generazione Z (consumatori tra i 14 e i 25 anni) trascorra più tempo a giocare che a guardare film o serie televisive a casa o persino ad ascoltare musica. E per quanto riguarda i videogame Netflix ci sta investendo significativamente. Generazione Z e Millennial, comunque, preferiscono guardare video creati dagli utenti su TikTok e YouTube che i servizi di streaming. E su questo Netflix non ha molto margine d’azione. (Raffaele Rovati)

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