Google Search Console: come si usa il report Page Experience

È previsto per metà giugno il rilascio dell’aggiornamento all’algoritmo del motore di ricerca Google. Nel frattempo è stato rilasciato Page Experience un nuovo report per la Google Search Console, che valuta le pagine web proprio sulla base dei nuovi parametri che saranno introdotti a giugno. Vediamo come si usa.

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Google ha annunciato che il rilascio dell’aggiornamento all’algoritmo del suo motore di ricerca avverrà a metà giugno 2021 e sarà chiamato Page Experience.

Nel frattempo è stato già rilasciato l’omonimo report per la Google Search Console, che valuta proprio le pagine web sulla base dei nuovi parametri introdotti dall’aggiornamento.

L’obiettivo del report è quello di fornire uno strumento nuovo che permetta di valutare le pagine sulla base dei parametri del nuovo algoritmo, così da apportare i dovuti aggiustamenti prima di giugno.

Ma andiamo a vedere cosa cambierà per webmaster e SEO writer e soprattutto come leggere i dati del nuovo report.

Per chi fosse interessato a sapere anche come utilizzare gli altri strumenti della Search Console, una buona visione è il video YouTube di Daniele Della Corte:

Come usare Page Experience, il nuovo report della Google Search Console 

Procediamo con ordine, il nuovo report analizza cinque parametri, che contribuiscono a dare all’utente che visita la pagina con un dispositivo mobile una buona esperienza.

È bene sottolineare che i dati raccolgono e giudicano l'interazione tra le pagine web e gli utenti, mediante dispositivo mobile. In poche parole, il nuovo report tiene conto dei fattori che tendono all'ottimizzazione di una pagina quando la si visita da smartphone o tablet.

I cinque parametri, sono:

  1. Core web vitals, che tiene conto di tre elementi: quanto tempo una pagina impiega a caricare il contenuto principale (LCP); la stabilità visiva (FID), cioè che non vi siano movimenti imprevisti nella visualizzazione del contenuto; l’interattività (CLS), misurata sul tempo che passa da quando un utente clicca dalla pagina di ricerca su un link, a quando il browser inizia ad elaborare la richiesta.
  2. Mobile usability, cioè l’ottimizzazione per i dispositivi mobili in senso stretto.
  3. I problemi di sicurezza: cioè i contenuti compromessi, da malware o phishing.
  4. HTTPS, per verificare che la pagina usi il protocollo sicuro. Google ci tiene infatti che ogni sito adotti misure a protezione degli utenti.
  5. Ad Experience, in che modo gli annunci pubblicitari influenzano la navigazione su una pagina. Se per esempio questi ostacolano la navigazione dell'utente e rendono difficile la lettura dei contenuti da dispositivo mobile.

Dalla teoria alla pratica, come leggere il report Page Experience

Ora che abbiamo enunciato il funzionamento teorico del report, passiamo a vedere tecnicamente come si usa Page Experience, cioè in che modo l’analisi di questi dati può aiutare chi crea contenuti SEO ad ottenere una buona valutazione da Google.

Quando si apre il report, la Google Search Console mostra prima di tutto la percentuale di URL, cioè di pagine di un sito, che hanno raggiunto una buona valutazione nella esperienza degli utenti.

Oltre a cioè viene fornito anche il valore numerico che il sito web ha raggiunto in tutti e cinque i parametri indicati. Se il sito in uno dei parametri non raggiunge aspetto una buona Page Experience, il valore numerico di riferimento sarà riportato in rosso. 

Cliccandoci sopra la console vi dirà anche nel dettaglio quali pagine hanno fallito e in che modo risolvere il problema.

Come risolvere i problemi legati alla Core Web Visual, Mobile Usability e Ad Experience

Nel caso del parametro Core Web Visual, il report vi dirà se il problema riguarda il tempo di caricamento, di interazione o la stabilità visiva e avrete così l’occasione di intervenire sul problema. 

Se il problema è di caricamento si posso usare strumenti come PageSpeed ​​Insights per una spiegazione più dettagliata di quali miglioramenti è necessario apportare, per velocizzare il caricamento.

Per quanto riguarda la Mobile usability, il procedimento è identico, cioè cliccare e controllare in cosa falliscono le pagine del vostro sito nel raggiungere un buon valore di utilizzo da dispositivo mobile. La Google Search Console vi indicherà ad esempio se il problema riguarda il testo troppo piccolo per essere visto da cellulare, oppure se gli elementi cliccabili si sovrappongono o sono troppo vicini tra di loro.

Anche gli insuccessi che riguardano la Ad Experience, cioè l’esperienza pubblicitaria, saranno spiegati nel dettaglio dalla Console. Ad esempio se gli annunci presentano video che partono automaticamente e disturbano l’esperienza dell’utente.

Cosa fare se c’è un problema di sicurezza nelle pagine web (HTTPS)

Nel caso il problema sia di HTTPS, cioè sicurezza nei protocolli, allora la Console ci indicherà “failing” in questo campo.

Alcuni siti mostrano questo problema perché stanno ancora utilizzando il protocollo HTTP in tutto il dominio.  Altri invece potrebbero essere migrati a HTTPS ma non lo hanno fatto correttamente, con il risultato che alcune pagine sono HTTPS, mentre altre sono HTTP.

Per identificare le pagine HTTP in un sito, si possono usare strumenti che verificano l’esistenza di protocolli misti. Una volta trovate le pagine HTTP nel sito, queste devono essere reindirizzate alla versione HTTPS.  

È opportuno comunque che tutte le verifiche del caso siano effettuate prima del lancio dell’algoritmo. Insomma, il nuovo algoritmo terrà conto proprio di questi elementi per dare alla pagina un buon posizionamento nelle SERP, ma sarà rilasciato solo a metà giugno.

In questo tempo dovreste assicurarvi che il vostro sito, con pagine e contenuti, ottenga un buon ranking nel report Page Experience della Google Search Console, così da arrivare preparati al rilascio dell’aggiornamento.

Grandi novità in arrivo anche per Google Discover

Come si è detto il rilascio dell’aggiornamento all'algoritmo del motore di ricerca avverrà a giugno, ma Google ha in mente anche grandi cambiamenti per un altro strumento molto famoso: Google Discover. 

Gli autori di Google hanno spiegato che saranno limitati in Discover i contenuti che riguardano argomenti specifici, come quelli di satira.

Il perché di questa scelta è spiegato nella difficoltà che gli utenti, e quindi il motore di ricerca, affrontano molto spesso nell’identificare un contenuto come satirico. 

Secondo le basi di psicologia le persone sono più favorevoli a credere alle notizie che si accordano con i loro pregiudizi. Così se ad esempio qualcuno decida di scrivere un pezzo satirico sugli atleti che si dopano, con facilità chi ha pregiudizi di questo tipo sarà portato a ritenere la notizia vera e non percepire la satira, creando così inavvertitamente un contenuto ingannevole.

Tuttavia, è bene sottolineare che molto spesso modifiche di questo tipo, che comportano cioè l’esclusione di intere categorie di siti, generano i cosiddetti falsi positivi. Google cioè può scambiare contenuti reali per contenuti satirici e penalizzarli, non facendoli apparire in Discover. In genere quando questo accade, dopo aver ricevuto i feedback, Google provvede a fare incorretti aggiustamenti.