Lavoro online da freelance: partita Iva o ritenuta d’acconto

Grazie alle possibilità offerte dal potenziamento della rete internet e alla diffusione di attività in ambito esclusivamente digitale oggi è possibile guadagnare online lavorando come freelance in modo piuttosto semplice. Ecco una guida completa alle forme contrattuali più indicate per chi si appresta a intraprendere una carriera da freelance nel mondo del web.

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La pandemia ha contribuito a modificare in modo radicale il mondo del lavoro. Oggi è molto più facile ottenere un lavoro che consenta di non spostarsi mai dalla propria abitazione, grazie alle possibilità offerte dal potenziamento della rete internet e alla diffusione di attività in ambito esclusivamente digitale. 

Grazie a queste nuove possibilità, una moltitudine di professionisti che operano nel campo della grafica, della comunicazione, del montaggio video, del digital marketing, così come copywriter, traduttori, musicisti, programmatori, social media manager e via dicendo, possono guadagnare online in modo molto più semplice e redditizio. E tuttavia, occorre capire quali forme contrattuali siano più indicate per coloro i quali si apprestano a intraprendere una carriera nel mondo del web.

Se infatti è vero che il mondo del lavoro è radicalmente cambiato, è altrettanto vero che i contratti grazie ai quali è possibile guadagnare online sono ancora molto legati a forme di lavoro tradizionali. È allora opportuno sapersi districare tra le molteplici forme contrattuali, allo scopo di valutare quali siano quelle che meglio si adattano al proprio modo di intendere il lavoro. E soprattutto, quali siano le modalità di lavoro che forniscono più tutele dal punto di vista degli stipendi, della mole di lavoro e della garanzia di continuare a poter ottenere incarichi nel futuro.

A tale scopo, abbiamo formulato una guida dettagliata alle forme contrattuali che i lavoratori freelance o i collaboratori occasionali possono utilizzare per intrattenere rapporti con i propri clienti.

Guadagnare online con la Partita IVA

Il modo più efficace per intraprendere una attività come freelance e iniziare a guadagnare online è certamente quello di aprire una Partita IVA come ditta individuale.

Ormai il costo per l’apertura di una Partita IVA è praticamente prossimo allo zero, se si escludono i costi di iscrizione alla camera di commercio (circa 150 euro) e i costi di gestione della propria pratica che solitamente viene affidata ad un commercialista. In quest’ultimo caso, il costo varia naturalmente in base alla parcella del professionista in questione, ma in media si può stimare che un commercialista onesto può gestire le nostre fatture con una spesa tra i 400 e i 500 euro l’anno.

Nel video sottostante, il canale di Marchetti Design spiega in modo molto chiaro come avviare una attività da freelance.

Guadagnare online con Partita IVA: il regime forfettario

Per quanto riguarda la scelta del profilo fiscale più adatto ad un freelance alle prime armi, ci sono pochi dubbi. L’unica opzione possibile è il cosiddetto regime forfettario.

Questo profilo fiscale, introdotto con la Legge di Stabilità 2015 dal Governo presieduto da Matteo Renzi, prevede una importante serie di semplificazioni normative che rende estremamente agile la gestione delle proprie entrate e delle proprie uscite. Questo particolare regime rende facile per chiunque stimare l’entità dei propri doveri fiscali in rapporto alle proprie entrate. Infatti, tutti i lavoratori autonomi che operano nel regime forfettario sanno esattamente, fin dall’inizio, quale sarà la propria base imponibile, poiché essa è calcolata in termini percentuali sull’ammontare del proprio fatturato e sulla base del tipo di attività primaria (stabilità con i codici ATECO) scelta per aprire la propria Partita IVA.

Guadagnare online con Partita IVA: quante tasse si pagano con il regime forfettario?

Facciamo qualche esempio per chiarire meglio la questione. Se si apre la Partita IVA come ideatore di campagne pubblicitarie (codice ATECO 73.1), il proprio coefficiente di redditività sarà pari al 78% del proprio fatturato. Vale a dire che per un fatturato di 20 mila euro, sarà calcolata una base imponibile di 15 600 euro. Sui quali verranno poi applicate le aliquote fiscali e previdenziali.

Proseguendo con il nostro esempio, un professionista ultra-trentacinquenne arriverebbe a pagare annualmente 2340 euro di IRPEF e 4 053 euro circa di contributi. Ossia un totale di 6393 euro: poco meno di un terzo del proprio fatturato annuale.

Un’ultima annotazione importante a proposito del regime forfettario riguarda l’IVA. Il professionista che opera in regime forfettario fattura infatti senza IVA, ma al tempo stesso non potrà scaricare l’imposta sul valore aggiunto sui propri acquisti, anche quando essi siano effettivamente funzionali allo svolgimento della propria attività.

Guadagnare online in regime di ritenuta d’acconto

Qualora, però, la propria attività non abbia ancora raggiunto quel volume di lavoro tale da giustificare l’apertura di una Partita IVA, è possibile guadagnare online operando come collaboratore occasionale in regime di ritenuta d’acconto.

La ritenuta d’acconto è un particolare regime fiscale che prevede un anticipo sulle tasse da versare (o meglio, sui contributi previdenziali) il quale viene liquidato dal cliente della prestazione lavorativa. Va precisato, però, che questa possibilità è valida soltanto per coloro i cui ricavi siano inferiori ai 5 mila euro annui.

Guadagnare online con prestazioni occasionali: quanto tasse si pagano con la ritenuta d’acconto? 

Per tutto coloro che decidono di svolgere attività di carattere occasionale, è possibile guadagnare online vendendo le proprie prestazioni, al cui costo verrà appunto applicata una riduzione di importo pari al valore delle imposizioni fiscali, le quali saranno a carico del cliente. Queste possono variare da un 20% per semplici prestazioni di lavoro autonomo, fino a un 30% per prestazioni svolte da soggetti non residenti in Italia.

Anche in questo caso esistono particolari agevolazioni per i giovani che intendono guadagnare online cedendo i propri diritti d’autore. Infatti, scrittori, giornalisti, fotografi, videomaker e altri produttori di contenuti possono godere di un regime particolarmente agevolato nel momento in cui cedono i diritti delle proprie opere. In questo caso, infatti, la base imponibile sulla quale sarà calcolato l’importo delle tasse che dovranno essere liquidate dal cliente non corrisponde più al 100% del costo della prestazione, ma al 75% per i maggiori di 35 anni e al 60% per coloro che hanno meno di 35 anni. Questo significa che, se un trentenne vende a una testata online un articolo al costo di 100 euro, questa verserà il 20% del 60%, ossia 12 euro. I restanti 88 euro saranno il guadagno netto dell’autore dell’articolo.

Guadagnare online con contratto di prestazione occasionale: alcune precisazioni

Come già detto, guadagnare online in regime di ritenuta d’acconto prevede un limite di ricavi pari a 5 mila euro annui. Al tempo stesso, è previsto un limite per prestazioni verso un medesimo committente, il quale è pari a 2 500 euro annui.

Diversamente, per tutti coloro che hanno meno di 25 anni, oppure hanno già raggiunto la pensione, o ancora per tutti coloro che percepiscono forme di sostegno al reddito (come, ad esempio, il reddito di cittadinanza) questo limite si alza a 6 666 euro.

Va inoltre precisato che queste prestazioni sono di fatto esenti da imposizione fiscale, e la ritenuta d’acconto che viene addebitata al cliente è in realtà funzionale al versamento dei contributi previdenziali.

Infine, se le proprie attività consentissero al professionista di superare il limite imposto per godere delle agevolazioni previste dalla collaborazione occasionale, allora occorrerebbe iscriversi alla gestione separata INPS e versare i contributi sulla base dei ricavi percepiti, ma soltanto per la parte eccedente il limite imposto. Ossia, se il ricavo annuo è pari a 6 mila euro (per professionisti il cui limite è 5 mila euro) i contributi INPS mediante gestione separata saranno calcolati soltanto per i 1 000 euro eccedenti.