Fattura, notula, cedolino? Come dichiarare i guadagni online

Il web, ad oggi, si è talmente evoluto che ci permette di guadagnare online e di avere uno stipendio vero e proprio. Questi guadagni però vanno dichiarati e, in merito, c'è ancora tantissima confusione. Attualmente si fa fatica a gestire, a livello fiscale, questa nuova realtà lavorativa, proprio perché, ancora non si ha capito pefettamente come procedere.

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Che il mondo del web e dell'online siano, ad oggi, un'importante fonte di guadagno per moltissime persone, è risaputo. Se ne parla spesso ed, ormai, esistono svariate tipologie di mansioni disponibili.

Esistono addirittura delle piattaforme come Fiverr, piuttosto che Freelancer, o ancora, UpWork che mettono loro stesse in contatto aziende e creator. Le offerte proposte sono giornaliere oltre che tantissime.

Ma il punto è: i guadagni online come vanno dichiarati allo Stato? Fattura, notula o cedolino, cosa è corretto utilizzare?

I dubbi sono davvero tanti e, spesso, si genera solamente tanta confusione.

All'interno di questo articolo, quindi, andremo intanto a capire quali sono le differenze tra di loro e, poi, come si deve procedere per dichiarare correttamente i guadagni ricevuti lavorando online.

Che cos'è una fattura?

Partiamo proprio dalla fattura: che cos'è?

La fattura è un documento fiscale che viene compilato e rilasciato dal venditore - indipendetemente se ha ceduto un bene materiale (commerciante) o un servizio (libero professionista) - al suo committente. La fattura è fondamentale per dichiare l'avvenuto rapporto di lavoro e può essere emessa solo dai titolari di partita Iva.

Quest'ultima deve contenere tutti i dati fondamentali sia dell'intestario sia del destinatario, quindi:

  • numero di partita Iva di entrambi;
  • indirizzo sede legale;
  • indirizzo sede operativa;
  • ragione sociale;
  • datazione;
  • descrizione della merce o del servizio venduto;
  • il totale da pagare (sia la cifra del servizio, sia l'Iva e la sua aliquota ed infine il totale);
  • tipologia di pagamento scelto;
  • dove viene incassata la cifra;

La fattura può essere di due tipologie: cartacea o elettronica. Due tipologie differenti nella forma, ma sostanzialmente entrambe hanno lo stesso, medesimo, scopo.

Entrambe hanno come unico scopo, appunto, la dichiarazione di una spesa (chi emette la fattura) e la dichiarazione di un guadagno (chi la riceve). La tipologia invece, varia a seconda del regime contabile che si ha. Non è una scelta del titolare dell'attività, bensì, è un obbligo imposto dallo Stato.

Le fatture inoltre, vanno tutte scrupolosamente conservate (almeno per una decina d'anni) perché, a fine anno, dovrete consegnarle tutte al vostro commercialista per il bilancio del fatturato e per il calcolo delle tasse da pagare.

Se voi lavorate online ma non avete partita Iva, non potrete emettere fattura. Se nell'arco di un intero anno, non superate i 5.000 euro di guadagno, per lo Stato, non è necessario regolarizzare la propria posizione fiscale. Proprio perché, la cifra è talmente bassa che può essere dichiarata in modi alternativi.

Che cos'è una notula?

La notula - chiamata anche "parcella" - è anch'essa un documento contabile, proprio come la fattura. Viene redatta da un libero prefessionista dopo aver venduto un suo servizio. Terminata, ad esempio, la consulenza con un architetto, riceveremo una notula che ci indica a quanto ammonta la nostra spesa e, quindi, la cifra a lui spettante.

La notula viene emessa da tutti i liberi professionisti - indipendentemente dalla tipologia di lavoro svolto - e, al suo interno troviamo la ritenuta d'acconto ed è soggetta, anch'essa, delle regole convenzionali della fatturazione Iva.

I dati necessari per la compilazione della notula, sono pressoché gli stessi che servono per compilare, correttamente ed in tutte le sue parti, una fattura.

Quindi:

  • dati di chi emette la fattura (libero professionista);
  • dati del committente;
  • la descrizione accurata della tipologia di servizio svolto;
  • base imponibile (ovvero, l'importo senza l'Iva);
  • competenze e contributi di Legge;
  • l'importo dell'Iva in base all'aliquota applicabile;
  • totale complessivo da pagare;
  • tipologia di pagamento scelto;
  • banca d'incasso;

Qual è la differenza tra una fattura ed una notula?

Semplicemente, una notula viene redatta da un libero professionista. Una fattura invece, prevalentemente da un commerciante e da altre tipologie di soggetti. Questa è la differenza fondamentale tra i due documenti fiscali.

Certo, cambia qualcosina nella loro rispettiva compilazione, ma nulla di così diverso.

Che cos'è il cedolino?

Il cedolino invece, è un documento che non ha nulla a che vedere nè con la fattura nè, tantomeno, con la notula.

Il cedolino è, sostanzialmente, un documento dove vengono riportate tutte le voci che compongono la retribuzione di un lavoratore dipendente.

E' una documentazione obbligatoria che, deve accompagnare, ogni mese, la busta paga di qualsiasi lavoratore dipendente. Per cui, il datore di lavoro ha l'obbligo, per Legge (4/1953), di fornire tale documento ogni mese.

Guadagni online: vanno dichiarati?

La risposta è si! Ovviamente, qualsiasi tipologia di guadagno, che sia online o meno, va sempre dichiarato all'Agenzia delle Entrate. Per cui, non importa se lavorate come commessa in un negozio di abbigliamento o come content creator, i soldi che percepite a fine mese e durante l'arco di un anno, vanno sempre, e ribadiamo sempre, dichiarati!

A tal proposito, Alessio Cordeddu, ha pubblicato un video estremamente esplicativo all'interno del suo canale Youtube dove spiega, assieme al pianificatore fiscale Luca Taglialatela, come effettivamente sia corretto dichiarare i propri guadagni provenienti dal lavoro online che svolgiamo. Vi invitiamo, quindi, a guardalo! E' particolarmente interessante e regala dei consigli davvero utili, soprattutto per chi si sta approcciando a questo mondo ed ha ancora poca esperienza.

Come dichiarare i guadagni online

Come appena detto, i guadagni online vanno dichiarati come un qualsiasi lavoro tradizionale... ma il nostro interrogativo è: come vanno dichiarati?

Per lo Stato Italiano un soggetto che lavora ma che non supera i 5.000 euro l'anno di fatturato, non ha l'obbligo di aprire partita Iva. Ci riferiamo ovviamente al lavoratore autonomo. Per cui, anziché emettere fattura, andrà a presentare, al proprio committente, una ritenuta d'acconto. Questo perché, sempre per lo Stato Italiano, 5.000 euro è una cifra irrisoria e non può essere definita "un guadagno". Ovvero, viene valutata come una prestazione occasionale di lavoro.

Una volta raggiunta e superata questa soglia, sarete obbligati ad aprire partita Iva ed a regolarizzare la vostra posizione fiscale.

Fate però attenzione ad un punto estremamente importante: la ritenuta d'acconto deve essere intesa come "rapporto di lavoro non continuativo" quindi, se ad esempio voi avete un blog e all'interno volete inserirci dei banner pubblicitari per guadagnare qualcosina, dovete porre estrema attenzione!

Lo potete fare certo, ma, a questo punto non sarà più un lavoro occasionale, diventa bensì, continuativo. Morale della favola? Così facendo, la ritenuta d'acconto non sarà più idonea per voi. Infatti, non è possibile lavorare per più di 30 giorni consecutivi per lo stesso committente.

Una volta arrivati alla soglia dei 5.000 euro/annui, dovrete procedere con l'apertura della partita Iva e, per farlo, dovrete rivolgervi ad un commercialista. E' da un pochino di tempo che, questa tipologia di servizio, viene svolta, da quest'ultimi, anche online. La scelta di optare per l'online ha i suoi pro ed i suoi contro: sicuramente un contro è quello di non poter parlare, faccia a faccia, con una persona ed avere un colloquio vero e proprio, il pro, sicuramente, è il costo.

Confrontando le spese di un commercialista "classico" con quelle di un commercialista "virtuale", possiamo appurare che, i costi di quest'ultimo sono, obbiettivamente, molto più bassi rispetto al primo citato.

Ci sono persone che, per risparmiare tale cifra, svolgono da sè tutti gli incarichi che, normalmente, svolge un commercialista. Ecco, francamente, noi consigliamo di rivolgervi ad un professionista: basta veramente un niente per fare dei danni enormi. Con la contabilità non si scherza affatto!

Una volta che la vostra posizione sarà ufficialmente aperta e regolare, potrete lavorare emettendo fattura dichiarando, così, ogni vostro guadagno