Se il coronavirus ha trasformato tutti in virologi anche gli effetti della pandemia (lockdown e distanziamento sociale) sulle abitudini delle persone sono diventate soggetto di teorie più o meno circostanziate. Si è passati da Deutsche Bank che proponeva una tassa per chi lavora da casa (suggerimento discutibile ma non privo di merito considerando l'impatto sull'indotto di uffici lasciati desolatamente vuoti) al numero uno di Goldman Sachs David Solomon che addirittura definiva "un'aberrazione" il telelavoro. Come in diversi campi (il boom dello streaming ne è un altro esempio) la crisi del Covid-19 non ha fatto altro che accelerare processi già in atto. Da anni le multinazionali si stavano convertendo allo smart working (di cui il telelavoro è solo una componente): spazi personali limitati in ufficio, grandi ambienti comuni, postazioni mobili e, ovviamente, la possibilità di lavorare da casa o da ovunque si voglia. Anche nella finanza c'è chi come Hsbc Holdings da tempo ha scelto questa direzione.
Hsbc taglia del 40% (20% nel 2021) la metratura dei suoi uffici
In febbraio il chief executive Noel Quinn aveva confermato che l'istituto britannico (le cui attività sono però prevalentemente in Asia) ridurrà del 40% la metratura dei suoi uffici e aveva sottolineato come il mondo (e il modo) in cui la banca lavora "sarà molto diverso" esaurita la pandemia. Strategie ribadite da Hsbc in occasione della presentazione della trimestrale. L'obiettivo, soltanto per il 2021, è ridurre del 20% lo spazio occupato in uffici e il budget per i viaggi di lavoro sarà dimezzato. Certo, su questo influiscono le rigide limitazioni imposte per chi vola ma siamo sicuri che il successo di società come Zoom Video Communications non rappresenti l'ennesimo tassello di un'evoluzione ineluttabile del modo di lavorare? Connessioni sempre migliori (e in questo il 5G aiuterà molto) e piattaforme per i meeting in remoto sempre più affidabili (Teams di Microsoft per fare un altro esempio) sono la soluzione a incontri "in presenza" spesso evitabili, anche prima del coronavirus.
Dimezzato il budget per i viaggi. Hsbc punta sullo smart working
E su questo Hsbc fa sul serio. Ne sanno qualcosa i top manager della sede londinese che, come riportava il Financial Times una decina di giorni fa, hanno dovuto rinunciare ai loro uffici privati, sfrattati dal 42esimo piano della torre di Canary Wharf per fare spazio ad ambienti comuni. “I nostri uffici erano vuoti per la metà del tempo perché viaggiavamo in tutto il mondo. Uno spreco di beni immobiliari", spiegava Quinn al quotidiano finanziario britannico. "Non abbiamo una scrivania assegnata. Ci presentiamo in ufficio la mattina e ne scegliamo una. Non starò in ufficio cinque giorni la settimana, non penso sia necessario. È la nuova realtà della vita", riassumeva Quinn, spiegando con semplicità che cosa sia lo smart working. Che non è certo stato inventato da un virus.
Intanto dopo la trimestrale Hsbc Holdings va in rally a Londra
Intanto la vita va avanti e il business pure. E Hsbc ha comunicato per il primo trimestre profitti netti più che raddoppiati da 1,79 a 3,88 miliardi di dollari. La performance dell'istituto britannico è stata condizionata in positivo dal crollo delle perdite attese su crediti da 3,0 miliardi a 400 milioni di dollari. Nei tre mesi i ricavi sono comunque calati del 5% annuo a 12,99 miliardi di dollari, in gran parte a causa dei bassi tassi d'interesse. Hsbc, dopo avere chiuso in rialzo del 2,00% a Hong Kong, scambia in rally di oltre il 3% a Londra, ringraziando anche lo smart working.
(Raffaele Rovati)